Rimasto nella stessa collezione fin dalla sua creazione, l’enigmatico dipinto del 1961 non era mai andato all’incanto. Il colpo è di Sotheby’s. Un tentativo di ridare vigore alla piazza di Londra?
“Se solo ci fosse il sole stanotte”. È l’augurio che apre il poema L’Aigrette (L’Airone) di André Breton. Esaudisce questo desiderio il dipinto L’empire des lumières (L’impero delle luci) di René Magritte (1898-1967), uno dei più enigmatici e forse inquietanti del maestro surrealista, a quella poesia probabilmente ispirato. Quello raffigurato è un quieto paesaggio serale: una casa tranquilla ai bordi di un parco, una finestra illuminata di una luce calda, un lampione solitario. Le ombre della sera che si allungano invogliano a godersi le proprie mura domestiche. Cos’è allora che sconcerta l’osservatore? Alzando lo sguardo al cielo, ci si accorge che in realtà è giorno. E la dissonanza fra diurno e notturno diventa inconciliabile. E forse non lo si desidera più, il sole di notte.
Questo quadro duplice andrà in asta il 2 marzo 2022 a Londra, da Sotheby’s, che in questo inizio anno sta inanellando
un colpo dopo l’altro.
La stima base è di 60 milioni di dollari, financo prudente, date le caratteristiche e la storia del quadro. In ogni caso, comunque andrà la vendita, è prevedibile che l’opera sarà la protagonista della serata
Modern & Contemporary, così come lo è di ogni libro di storia dell’arte contemporanea. La scelta del luogo di vendita forse potrebbe ridare slancio a una piazza ormai in declino dopo la Brexit, a favore di New York e
Hong Kong.
Di “Imperi delle luci” Magritte ne ha dipinti 17 in tutto, a partire da 1948. Una delle versioni (non questa) ha ispirato William Friedkin per una scena del suo L’esorcista del 1973. L’artista decide di tornare a più riprese sul tema, senza mai abbandonarlo. In ogni versione lo arricchisce, lo reimmagina. Si tratta dell’unica “serie” dell’artista belga, paragonabile per reiterazione e ricerca ai temi delle ninfee di Monet o delle notti stellate di Van Gogh. La prima del quadro versione venne acquistata da Nelson Rockefeller, ma è possibile ammirarne altre presso istituzioni come la collezione Guggenheim di Venezia, il MoMA di New York, la collezione Menil a Houston e il Museo reale delle Belle Arti di Bruxelles. Una curiosità: quella in asta il 2 marzo 2022 (114,5 per 146 cm) è una delle più preziose in termini di valutazione di mercato in quanto è la maggiore per dimensione in orizzontale.
Creato nel 1961 per la baronessa Anne-Marie Gillion Crowet, figlia del mecenate e amico di Magritte Pierre Crowet, il quadro non aveva mai lasciato quella famiglia prima di adesso. Anne-Marie (amica personale dell’artista e di sua moglie Georgette, tutt’ora una delle principali figure della scena culturale belga) rappresentava l’ideale estetico del pittore, tanto da comparire nei suoi quadri ancor prima che lui la conoscesse di persona. “Tu vois, je te peignais déjà avant de te connaître”, le disse lo stesso René: “Vedi, ti dipingevo già prima di conoscerti”.
“Se solo ci fosse il sole stanotte”. È l’augurio che apre il poema L’Aigrette (L’Airone) di André Breton. Esaudisce questo desiderio il dipinto L’empire des lumières (L’impero delle luci) di René Magritte (1898-1967), uno dei più enigmatici e forse inquietanti del maestro surrealista, a quella poesi…
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