Tra il 10 e il 12 settembre si sono concluse le tre aste dedicate da Christie’s New York alla collezione tecnologica del co-fondatore di Microsoft Paul Allen, mancato nel 2018 dopo una lunga battaglia combattuta contro un linfoma non Hodgkin. A partire da fine agosto, la casa d’aste aveva offerto agli investitori la possibilità di acquistare alcuni dei cimeli tecnologici di Allen, prima esposti nel dismesso Living Computers: Museum + Labs (LCM+L) di Seattle. Le due aste online, Firsts: The History of Computing from the Paul G. Allen Collection e la Over the Horizon: Art of the Future from the Paul G. Allen Collection, hanno realizzato rispettivamente 3,6 e 2,9 milioni di dollari. Pushing Boundaries: Ingenuity from the Paul G. Allen Collection, l’unico dei tre appuntamenti tenutosi live a Rockefeller Center, ha totalizzato invece 10,2 milioni. Il risultato combinato delle tre aste (collettivamente chiamate Gen One: Innovations from the Paul G. Allen Collection) ha raggiunto i 16,7 milioni di dollari, un’ottima cifra vista la finalità benefica prevista dalle vendite.
Pushing Boundaries, il top lot è la lettera di Einstein
L’appuntamento in sala, tenutosi il 10 settembre con Pushing Boundaries: Ingenuity from the Paul G. Allen Collection, non ha riservato particolari sorprese. Dei 36 lotti offerti – tutti appartenenti alla categoria dei cimeli scientifici – il top lot della serata è stata la lettera inviata nel 1939 da Albert Einstein al presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt. Scritta per informare il politico delle attività tedesche volte alla creazione della bomba atomica, lo scritto è stato aggiudicato per una cifra leggermente inferiore alla stima d’asta (compresa tra i 4 e i 6 milioni di dollari), ovvero 3,9 milioni. Interessante anche il risultato raggiunto con la vendita del supercomputer A CRAY-1, battuto per poco più di un milione di dollari (contro una stima d’asta inizialmente prevista tra i 150.000 e 250.000 dollari). Prodotto per la prima volta nel 1975, il particolare supercomputer a forma di lettera C costava all’epoca 8 milioni di dollari. Buone sono state anche le vendite del personal computer Apple 1 del 1976 (proveniente direttamente dal primo ufficio di Steve Jobs), venduto per 945.000 dollari (contro una stima compresa tra i 500.000 e gli 800.000 dollari) e la scultura Quantum Cloud XI (2000) di Antony Gormley, aggiudicata per 579.600 dollari (e stimata tra i 250.000 e i 350.000 dollari).
La prima parte dell’asta, che si terrà live il 10 settembre nella sede di Rockefeller Center, è la Pushing Boundaries: Ingenuity from the Paul G. Allen Collection, che proporrà agli appassionati 36 oggetti da collezione. Il pezzo più importante della serata (e potenziale top lot del combinato delle tre aste) sarà la lettera scritta nel 1939 da Albert Einstein indirizzata al presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt, con cui il celebre scienziato informava il politico dell’impegno profuso dai tedeschi per la creazione di una nuova e potente bomba tramite fissione nucleare. La lettera (la cui copia più lunga si trova oggi nella Franklin Roosevelt Library di New York), verrà offerta in asta con una stima compresa tra i 4 e i 6 milioni di dollari.
Le aste online, tra computer da collezione e Space Art
La Firsts: The History of Computing from the Paul G. Allen Collection, dedicata principalmente all’evoluzione dei computer, ha confermato l’interesse dei collezionisti per i calcolatori elettronici (soprattutto Apple). Il lotto venduto al prezzo più alto è stato infatti un altro Apple, ovvero il microcomputer Lisa 1. Prodotto nel 1983, il “piccolo” oggetto da collezione (che negli anni ’80 veniva venduto sul mercato a 10.000 dollari) è stato acquistato per ben 882.000 dollari (contro una stima compresa tra i 20.000 e i 30.000). Un secondo Apple 1 del 1976, simile a quello già precedentemente descritto, è stato aggiudicato per 352.800 dollari (la stima era di 300.000-500.000 dollari). È stata buona anche la vendita del supercomputer CDC 6500 (1967) – il primo di sempre a poter ricevere un milione di istruzioni per secondo – acquistato per 252.000 dollari (una cifra ricompresa nella stima d’asta di 200.000 – 300.000 dollari).
La seconda asta online è invece dedicata al futuro, ed in particolare ai viaggi interplanetari come immaginati da artisti e pensatori del ventesimo secolo (tra i tanti ricordiamo Chesley Bonestell, Robert McCall, George Gibbs e Fred Freeman). Qui, uno del lotti più interessanti è sicuramente il quadro Saturn Viewed from Titan (1952), di Chesley Bonestell. L’artista, da molti ritenuto il padre della “space art“, è infatti riuscito a creare un’immagine realistica dello spazio anni prima che l’uomo mettesse piede sulla luna. Il dipinto, stimato tra i 30.000 e i 50.000 dollari, è oggi fermo a un’offerta da 30.000 dollari.
La seconda asta online, Over the Horizon: Art of the Future from the Paul G. Allen Collection, è stata sostanzialmente il regno dell’artista americano Chesley Bonestell (1888-1986). Il top lot, Saturn Viewed from Titan (1952), è stato aggiudicato per 302.400 dollari (contro una stima d’asta compresa tra i 30.000 e i 50.000 dollari). Il padre della Space Art (presente agli incanti con 17 opere) ha ottenuto ottimi risultati anche con i dipinti In Orbit 600 Miles above Mars! Preparing to Land del 1954 (battuto per 176.400 dollari), Man will Conquer Space Soon: What are We Waiting for? del 1952 (comprato per 151.200 dollari) e Crossing the Last Frontier del 1952 (venduto per 138.600 dollari). Infine, ottima (e sopra le aspettative) è stata anche la vendita di Pioneering the Space Frontier no.8 (1986) di Robert T. McCall, acquistato per 277.200 dollari (contro una stima compresa tra i 25.000 e i 35.000 dollari).