A guidare il ranking delle aziende con oltre 500 collaboratori è Hilton, multinazionale del settore alberghiero, seguita da Teleperformance Italia e da Conte.it
Le 60 migliori aziende in cui lavorare in Italia hanno registrato nel 2023 una crescita media dei ricavi del 28% rispetto all’anno precedente
Dove lavorare in Italia? A rispondere è la nuova classifica sui migliori luoghi di lavoro redatta da Great place to work Italia, che quest’anno ha ascoltato 219mila collaboratori di 379 aziende. 60 le società premiate, di cui cinque nel settore dei servizi finanziari e assicurativi.
La classifica sui migliori luoghi di lavoro in Italia
La classifica si articola in quattro categorie, sulla base del numero di collaboratori: aziende con più di 500 dipendenti, tra i 150 e i 499 dipendenti, tra 50 e 149, e tra 10 e 49. A guidare il ranking delle aziende con oltre 500 collaboratori è Hilton, multinazionale del settore alberghiero, seguita da Teleperformance Italia e da Conte.it, unica realtà del settore dei servizi finanziari a guadagnare un posto sul podio in tutte e quattro le categorie analizzate. Tra le aziende con un numero di collaboratori compreso tra 150 e 499 spicca Cisco Systems, che recupera la prima posizione dopo aver lasciato per un anno lo scettro a Bending Spoons (ora al secondo posto). Al terzo posto Dow Italia, attiva nell’industria manifatturiera e nella produzione dei prodotti chimici. Il podio della categoria con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 149 vede al primo posto Biogen Italia (biotecnologie e prodotti farmaceutici) accompagnata da Storeis (servizi professionali, pubblicità e marketing) e Skylabs (information technology). Infine, tra le aziende con un numero di collaboratori compreso tra 10 e 49 emergono Auditel (società attiva nel settore dei media), Exein (cybersecurity) e Eoliann (information technology).
Fonte: Great place to Work Italia
Finanza e assicurazioni: le aziende top in cui lavorare
We Wealth ha poi estrapolato le cinque migliori aziende in cui lavorare nel settore dei servizi finanziari e assicurativi, premiate nelle quattro categorie dimensionali di Great place to work Italia:
- con più di 500 impiegati ottengono un posto in classifica la sopracitata Conte.it (al 3° posto) e American Express (al 5° posto);
- con 150-599 impiegati si segnalano Prestiter (specializzata in prestiti per dipendenti e pensionati, al 12° posto) e Mobilize Financial Services (che offre servizi finanziari innovativi per rendere la mobilità sostenibile accessibile a tutti, al 14° posto);
- con 10-49 dipendenti ottiene il 12° posto Coverflex, che consente di selezionare in modo flessibile i benefit da offrire ai collaboratori e ne facilita la successiva gestione.
Crescita di fatturato annua media pari al 28%
Le aziende in classifica registrano tra l’altro un elevato “Trust Index”, l’indicatore del clima di fiducia di un’organizzazione, pari all’89%. In più, restituiscono una “overall satisfaction” (ovvero una valutazione più diretta e istintiva dell’ambiente di lavoro) pari al 92%. Tra l’altro, l’elevato livello di fiducia dei dipendenti si riflette anche sul fatturato aziendale: le migliori imprese in cui lavorare in Italia hanno registrato nel 2023 una crescita media dei ricavi del 28% rispetto all’anno precedente, un dato che si confronta con il +0,6% medio delle società italiane dell’industria e dei servizi incluse nell’indice Istat. Quanto alla distribuzione territoriale, oltre tre aziende su quattro hanno sede in Lombardia (52%), seguita da Lazio (17%) e Veneto (8%). Valle D’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Umbria, Basilicata e Sardegna non hanno invece alcuna azienda in classifica.
I costi del turnover per le aziende italiane
“Nonostante la minore presenza delle aziende nel sud Italia, siamo molto felici che realtà come la molisana Prestiter, la campana PA Advice, la pugliese Apuliasoft, la siciliana Plurimpresa, l’abruzzese Novidis e la calabrese ACSoftware siano riuscite a guadagnare il riconoscimento come migliori organizzazioni per cui lavorare in Italia”, dichiara Beniamino Bedusa, presidente di Great place to work Italia. “La crescita e il riscatto del Sud, a nostro parere, parte da una diversa concezione dell’organizzazione aziendale e da un rapporto di fiducia tra persone e leader aziendali”, aggiunge. Ultimo tema analizzato è quello dei costi del turnover. Da una simulazione di Great place to work Italia su dati proprietari risulta evidente come un’azienda di circa 100 collaboratori con un tasso di turnover pari al 10% sconterà circa 200mila euro di costi annui relativi. “I costi nascosti del turnover sono tra i costi più difficili da identificare, ma sono proprio quelli che aumentano le inefficienze delle organizzazioni proprio a causa delle risorse spese nella selezione, nella formazione e nell’attesa che il nuovo collaboratore raggiunga le performance del dimissionario”, interviene Alessandro Zollo, ceo di Great place to work Italia. “Una buona strategia di employer branding, basata sul feedback diretto delle persone, riduce i costi di assunzione e di turnover, fenomeni in deciso aumento, soprattutto nelle nuove generazioni”, conclude.
(Articolo aggiornato il 22 marzo 2024)