Nel primo trimestre dell’anno sono entrate nel club degli unicorni 18 realtà, con una valutazione complessiva pari a 27,1 miliardi di dollari
Sul podio per valutazione salgono Ledger con 3,8 miliardi, Enpal con 2,5 miliardi e infine Lihao Semiconductor con 2 miliardi
Continua a rilento la corsa delle startup che tentano di guadagnarsi lo status di unicorno, raggiungendo una valutazione superiore al miliardo di dollari. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Unicorn companies tracker di PitchBook, nei primi tre mesi dell’anno sono entrate nel “club” solo 18 realtà per una valutazione complessiva pari a 27,1 miliardi di dollari; si tratta del dato trimestrale peggiore dal 2017. Ma chi sono e da dove provengono?
Partiamo innanzitutto da una precisazione. La mappatura di Pitchbook poggia su una definizione più restrittiva del concetto di “unicorno”. Il termine è stato coniato da Aileen Lee (venture capitalist e fondatrice di Cowboy Ventures) nel 2013 per descrivere aziende software statunitensi da un miliardo di dollari. All’epoca Lee ne contava 39: un elenco che includeva colossi come Facebook, LinkedIn, Workday e Twitter. Nell’interpretazione di Pitchbook, si parla invece di società sostenute da fondi di venture capital che hanno chiuso un round d’investimento con una valutazione pari o superiore al miliardo di dollari.
Quali sono gli unicorni più grandi al mondo?
A livello globale, dall’avvio delle rilevazioni nel 2016, se ne contano complessivamente 1.279 al 3 aprile 2023; di queste, oltre 580 sono nate solo nel 2021. Gli Stati Uniti vantano il maggior numero di unicorni attivi con 682 startup dalla valutazione superiore al miliardo di dollari, pari al 53% del totale. Seguono la Cina con 243 unicorni, l’India (61 unicorni), il Regno Unito (43 unicorni) e la Germania (27 unicorni). I principali unicorni al mondo sono ByteDance (valutata 360 miliardi di dollari), Ant Group (200 miliardi), Stripe (152 miliardi) e SpaceX (100 miliardi).
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18 neo-unicorni: chi sono e da dove provengono
Nel primo trimestre del 2023, come anticipato in apertura, si sono uniti al “branco” degli unicorni 18 startup. Di queste, sette provengono dal Nord America, cinque dall’Asia, altre cinque dall’Europa e una dall’Africa. Quest’ultima, in particolare, conta complessivamente cinque unicorni. L’ultimo, per ingresso, è Scroll: attivo nel settore delle criptovalute, della blockchain e del fintech, con sede alle Seychelles, ha superato il traguardo del miliardo di dollari di valutazione nel mese di marzo. Tra le principali operazioni del trimestre, PitchBook segnala un round di serie B da 350 milioni di dollari di Adept (sviluppatore di modelli di apprendimento automatico) e un round da 100 milioni di dollari di Kindbody (che offre servizi di fertilità in cliniche tecnologicamente avanzate nel Nord America. È infatti l’unica, tra i nuovi unicorni, appartenente al settore FemTech). Sul podio per valutazione salgono Ledger (startup europea che punta a rendere gli acquisti crypto più fluidi producendo hardware wallet) con 3,8 miliardi, Enpal (azienda tedesca di leasing fotovoltaico) con 2,5 miliardi e infine Lihao Semiconductor (produttore di silicio cristallino, materiale semiconduttore utilizzato nella tecnologia fotovoltaica) con 2 miliardi.