Nel primo semestre del 2019 sono stati raccolti sul mercato 273 milioni di euro in crescita del 94% rispetto ai 141 del primo semestre 2018
Il numero di sottoscrizioni è stato pari a 74 (+21%) distribuite su 63 target (+21%)
Il 59% dell’ammontare è stato investito da soggetti domestici che hanno realizzato il 71% del numero di operazioni
Investiti 200 milioni di euro, -55% rispetto al primo semestre del 2018
I numeri del private debt italiano
Secondo i dati nel primo semestre sono stati raccolti sul mercato 273 milioni di euro, una cifra in crescita del 94% rispetto ai 141 dello stesso periodo del 2018. Dal lancio del mercato italiano nel 2013 a oggi, il fundraising complessivo è cresciuto fino ad arrivare a 2,3 miliardi di euro. Il 48% del capitale è arrivato dalle banche, il 28% da fondi di fondi istituzionali e il 15% da fondi pensione e casse di previdenza.
“La presenza di operatori di mercato che si specializzano in una strategia di investimento e finanziamento focalizzata su strumenti di debito e credito è oggi in forte ascesa”, ha commentato Daniele Candiani, partner Debt Advisory e Corporate Finance di Deloitte. “Questo dimostra come il mercato ha finalmente riconosciuto in questi asset un valido supporto a una strategia finanziaria di crescita diversificata”.
I capitali
Nei primi sei mesi del 2019 sono stati investiti 200 milioni di euro, il 55% in meno rispetto al 2018. 74 sono state le sottoscrizioni, in crescita del 21%, distribuite su 63 target. Il 59% dei capitali è stato investito da soggetti domestici che hanno realizzato il 71% del numero di operazioni. Il 54% delle operazioni sono state sottoscrizioni di obbligazioni, mentre il 45% finanziamento e l’1% ha riguardato strumenti ibridi. Per quanto riguarda le caratteristiche delle operazioni, la durata media è di 5 anni e 4 mesi mentre sulle dimensioni delle sottoscrizioni, il 90% dei casi ha riguardato operazioni con un taglio medio inferiore ai 10 milioni di euro. Il tasso d’interesse medio è stato pari al 5,5%.
Antonio Solinas, dcm Financial Advisory leader di Deloitte non ha dubbi: “L’industria deve fare un balzo in avanti, come gli altri paesi: abbiamo le risorse, il mercato è pronto, bisogna raggiungere la meta. Diamoci un countdown e l’anno prossimo ne vedremo i risultati”.