Il 71% dei consulenti intervistati si dichiara moderatamente stressato (34%) o molto stressato (37%), rispetto al 63% degli investitori
Il 44% dei consulenti ritiene di essere molto più stressato oggi rispetto a 5 anni fa
I giovani sono i più stressati: i consulenti nella prima fase della carriera generano rendimenti inferiori e si sentono finanziariamente più insicuri
Per i consulenti finanziari che aiutano gli investitori a navigare tra i mercati finanziari, l’andamento negativo di un’azione o obbligazione può essere molto snervante. Un recente sondaggio condotto dalla Financial Planning Association, insieme a Janus Henderson e Investopedia ha rivelato che i consulenti sono effettivamente più stressati degli investitori.
A consulenti e investitori è stato chiesto di valutare il livello di stress nella loro vita correlato agli aspetti finanziari. Il 71% dei consulenti intervistati si dichiara moderatamente stressato (34%) o molto stressato (37%), rispetto al 63% degli investitori. Inoltre, i consulenti intervistati ritengono che la propria situazione stia peggiorando. Il 28% ha affermato di avvertire uno stress sempre maggiore e il 44% si sente più stressato rispetto a cinque anni fa. I numeri sono significativamente inferiori per gli investitori: solo il 34% ha infatti dichiarato di essere più stressato rispetto a cinque anni fa.
Lo studio ha coinvolto quasi 650 persone tra dicembre 2018 e gennaio 2019. Sono stati interpellati 336 investitori e 313 consulenti finanziari. In generale, lo stress è correlato con lo stadio della vita. Sono infatti i più giovani ad avvertire i maggiori livelli di stress. Soprattutto i consulenti nella prima fase della loro carriera, generano rendimenti inferiori e si sentono finanziariamente più insicuri. Anche le donne presentano maggiori probabilità di presentare livelli di stress più elevati.
Tra i consulenti finanziari esiste inoltre una correlazione tra lo stress e le dimensioni del team che supporta l’advisor. I consulenti finanziari inseriti in grandi team di lavoro hanno maggiori probabilità di avvertire minori livelli di stress. Non è difficile pensare che siano proprio i consulenti ad essere sempre più stressati: l’aumento della regolamentazione del settore (Mifid2), la necessità di tenersi sempre più aggiornati e di dettagliare il proprio operato ai clienti sta mettendo pressione all’intera categoria.
Molti consulenti sono consapevoli del fatto che lo stress possa rappresentare un problema. Quando gli è stato chiesto se ritenessero che la riduzione dello stress potesse avere un effetto positivo sul proprio lavoro o sulla propria vita privata, l’84% si è dichiarato fortemente d’accordo. Il sondaggio ha rilevato in effetti una forte connessione tra alti livelli di stress e il mancato raggiungimento degli obiettivi.
Sono infatti molti meno i consulenti con “alti livelli di stress” che ritengono di aver raggiunto i propri obiettivi lavorativi rispetto ai colleghi con “bassi livelli di stress”. I fattori più citati per motivare una scarsa performance sono stati “la cattiva gestione del tempo” (35%) e “il mio atteggiamento mentale” (al 33%).