Affitti brevi: cosa cambia dal 2023?

Oggetto della locazione possono essere anche porzioni dell’immobile
Dal 2023 il Fisco entrerà in possesso, per il tramite dei gestori delle piattaforme digitali, di dati più dettagliati relativi a chi compra o affitta via web
Tra le forme di locazione abitativa un posto di primo piano è riservato ai c.d. affitti brevi.
Anche per via del fatto che si tratta di una categoria di locazione a cui (soprattutto nelle grandi città) si fa sempre più ricorso, il legislatore ha previsto alcune novità fiscali che entreranno in vigore a partire dal nuovo anno; novità che, in particolare, involgeranno il tema dello scambio di informazioni.
Tuttavia, prima di fare il punto sull’argomento, è bene spendere qualche parola sulla disciplina generale.
Affitti brevi di cosa si tratta?
Come già evidenziato dall’Agenzia delle entrate nella circolare n. 24/E del 12 ottobre 2017, per affitti brevi si intendono “i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, stipulati da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, ai quali sono equiparati i contratti di sublocazione e i contratti di concessione in godimento dell’immobile stipulati dal comodatario, aventi medesima durata”.
Si tratta, dunque, di contratti tesi a soddisfare esigenze abitative di per sé transitorie, come tali (anche) pensate per rispondere a finalità turistiche.
Per integrare i requisiti minimi richiesti dalla disciplina, al fine di ricadere entro questa categoria di locazione, occorre che:
- il contratto sia stipulato da persone fisiche che pongono in essere la locazione al di fuori dell’attività d’impresa (condizione inderogabile che vale per entrambe le parti, conduttore e proprietario)
- gli immobili oggetto della locazione abbiano destinazione residenziale e dunque siano utilizzabili per finalità abitative (ad esempio, sono escluse le categorie A/10, uffici privati o studi privati)
- gli immobili oggetto della locazione siano necessariamente essere situati in Italia
- la locazione breve non abbia una durata superiore a 30 giorni
Una circostanza molto interessante è data dal fatto che:
- oggetto della locazione possono essere anche porzioni dell’immobile quali, ad esempio, singole stanze
- sul corrispettivo del contratto di locazione può trovare applicazione l’agevolazione della cedolare secca al 21%.
Infine, occorre notare che data la brevità delle locazioni il proprietario dell’immobile è tenuto al versamento dell’imposta di soggiorno per le persone ospitate e alla comunicazione dei nominativi all’Autorità di pubblica sicurezza.
Affitti brevi: cosa cambia dal 2023?
Occorre sin da subito precisare che la disciplina resta invariata, ciò che viene a mutare ha a che fare con le comunicazioni da fornire all’Agenzia delle entrate.
Queste comunicazioni permetteranno al Fisco in particolare di avere maggiori informazioni
- sulle caratteristiche del contratto e sul periodo di locazione
- sull’identificazione dell’immobile locato, dal punto di vista catastale
- sui proventi percepiti dai proprietari degli immobili.
Le nuove norme, In conseguenza del recepimento della Direttiva UE c.d. Dac 7 in materia di scambio automatico di informazioni ai fini fiscali tra amministrazione e gestori di piattaforme digitali, imporranno ai gestori delle piattaforme (quali ad esempio, Airbnb) l’obbligo di identificare con cadenza periodica, anche tramite soggetti terzi, i venditori.
A partire dal 1 gennaio 2023, infatti, con l'intento di raggiungere una sempre maggiore trasparenza fiscale a detrimento dell'evasione, i gestori dovranno comunicare i redditi percepiti dai clienti (vale a dire i proprietari di immobili messi in affitto) attraverso le loro piattaforme.
In questi termini, sarà più facile, attraverso questa più stretta collaborazione tra piattaforme e fisco, tracciare le transazioni e assoggettare i proventi che ne derivano a imposizione.
I gestori delle piattaforme online (salvo alcune categorie di clienti/venditori, che sono esonerati) saranno chiamati a raccogliere e comunicare al Fisco:
- le informazioni sul locatore
- le informazioni catastali dell'immobile e la categoria in cui esso ricade
- i corrispettivi totali versati o accreditati nel corso del trimestre di riferimento al periodo di comunicazione
- le transazioni e le operazioni effettuate.
In buona sostanza, per contrastare l'evasione, l'amministrazione entrerà in possesso, per il tramite dei gestori delle piattaforme, di dati più dettagliati relativi a chi compra o affitta via web.