Per gli immobili promiscui spetta la deduzione del 50% della rendita catastale, a condizione che il professionista non disponga nel medesimo Comune di un altro immobile adibito esclusivamente all’esercizio dell’attività
Bonus prima casa e abitazione a uso promiscuo
Essere titolari di un immobile a uso promiscuo può incidere sulla possibilità di beneficiare del bonus prima casa.
In questo senso, infatti, si esprime la Corte di Cassazione con l’ordinanza 30585 del 2023, ove i giudici di legittimità mettono in evidenza che essere titolari, nel medesimo comune in cui si vuole acquistare un immobile attraverso il bonus prima casa, di un immobile adibito a uso promiscuo, non permette di procedere all’attivazione dell’agevolazione.
L’uso promiscuo di un’abitazione ostacola la fruizione delle agevolazioni fiscali per il successivo acquisto di un altro immobile situato nel medesimo comune, in quanto l’uso promiscuo risulta comunque già di per sé idoneo a soddisfare le esigenze abitative dell’interessato.
In questo senso, si desume che la proprietà di un immobile adibito a abitazione e luogo dove si svolge la professione preclude il beneficio prima casa.
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Immobile a uso promiscuo: di cosa si tratta?
È bene ribadire che gli immobili ad uso promiscuo si caratterizzano per essere destinati, contemporaneamente, tanto per il soddisfacimento delle esigenze familiari quanto per lo svolgimento di un’arte o professione.
Il caso degli immobili ad uso promiscuo riguarda in particolare coloro che svolgono attività professionale all’interno dell’abitazione, in parte adibita a studio privato.
Profili fiscali degli immobili a uso promiscuo
Ai sensi dell’art. 54 comma 3 Tuir, per gli immobili utilizzati in modo promiscuo è ammessa la deduzione del 50% della rendita catastale a condizione, tuttavia, che il titolare non disponga di altro immobile nello stesso comune adibito a esercizio esclusivo dell’arte o professione.
La percentuale del 50% riferisce ad un parametro standard che non dipende dall’effettiva dimensione della superficie adibita all’attività professionale, e viene applicato solo ai costi che riguardano sia il lato professionale che quello residenziale.
Cosa si intende per abitazione principale?
Per abitazione principale deve intendersi l’unità immobiliare ove il contribuente e i componenti del suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente. Inoltre, è assimilata per legge all’abitazione principale (tra le altre ipotesi) anche la casa familiare assegnata al genitore affidatario dei figli, a seguito di provvedimento del giudice.
Tuttavia, parlare di abitazione principale non significa parlare di esclusività di destinazione della stessa, deve ritenersi che è considerata tale l’abitazione che in via prevalente si declina come luogo di dimora abituale della famiglia ma che, al suo interno, prevede anche una parte destinata all’esercizio della professione.
Occorre inoltre segnalare che, a certe condizioni, laddove l’immobile adibito ad abitazione principale venga impiegato anche per lo svolgimento di una professione si avrà diritto all’esenzione Imu se questa circostanza non fa perdere alla casa la destinazione principale.