In molti se lo sono dimenticato forse, ma è sempre lì… il Bail in, una norma importantissima che ha radicalmente cambiato (finalmente) il modo di lavorare di molte banche e reso più consapevoli tutti noi investitori… certo, dalle indagini del 24ore non pare che le “abitudini” degli italiani siano cambiate molto, almeno quelle di chi non si è (ancora) scottato. Perché è questo che spesso succede: aspettiamo di “bruciarci” per capire che il fuoco brucia. Molte volte ho sentito “a me non succederà mai”, “la mia banca è differente”. Errori cognitivi sempre più comuni….
Il Mef ha avviato una consultazione sul tema di vigilanza sugli strumenti soggetti a Bail in, obbligando gli istituti ad un controllo rafforzato in termini di adeguatezza per coloro che intendano utilizzare tali strumenti come propri investimenti. Questi criteri sono per lo più, in estrema sintesi, una valutazione percentuale di quanto del vostro patrimonio possa essere detenuto in questi strumenti. Cosa ci dice questo? Cosa vuol dire?
Primo: questi investimenti hanno dei rischi intrinsechi diversi (in più a volte) rispetto ad altri.
Secondo: se vi scotterete, l’ustione sarà meno grave di prima (sempre ustione sarà), che detto in italiano significa che potremmo perdere meno denaro rispetto a quanto ne avremmo perso fino a qualche anno fa, se avessimo investito in questi strumenti, ma non perché aumentano le garanzie (di chi poi?) ma perché esisterà una “norma” (a nostra tutela…) che ci impedirà di investire più di tanto in questi strumenti finanziari.
Recentemente, complice la nuova iniziativa per i giovani under 35 di poter richiedere l’erogazione di un mutuo più importante del normale (LTV 80%) colmando il “gap” senza esborsi ma con una garanzia statale, la Banca di Italia sta analizzando i requisiti richiesti dalle banche e finanziarie per l’erogazione dei mutui e dei finanziamenti. In pratica l’istituto cui ci si rivolge cosa fa? Una sorta di esame radiografico della vostra situazione patrimoniale e reddituale per poter capire quali garanzie possiate offrire (oltre all’ipoteca sull’immobile nel caso di un mutuo) per ripagare, appunto, il denaro che vi viene dato in prestito. Questi requisiti sono sempre più stringenti e volti non solo a garantire alla banca il pagamento, ma anche la sussistenza del singolo o della famiglia che richiede il prestito.
C’entra, e molto.
Noi investitori dovremmo avere l’esatto approccio con la nostra banca: INFORMANDOCI.
Non vi sembrerebbe logico fare lo stesso tipo di analisi voi alla banca? Non credete sia necessario avere tutte le informazioni disponibili per sapere i rischi che correte a seconda della banca o società che scegliete per investire il vostro denaro? Investire significa capire e gestire i rischi, la volatilità dei mercati certo, ma anche comprendere la rischiosità dei differenti strumenti finanziari utilizzati.
Siamo sicuri di conoscere (bene) l’istituto con cui lavoriamo? Conosciamo le dinamiche patrimoniali degli strumenti che ci propongono per la realizzazione dei nostri progetti di vita? Sappiamo la differenza tra una obbligazione ed un fondo obbligazionario ad esempio?
Facciamoci sempre delle domande!
Quanto è solida la mia banca?
Ci sono indicatori che informano sulla situazione patrimoniale di ogni istituto (CET); sapere se una banca è più solida di un’altra è necessario se vogliamo investire in azioni della stessa o in obbligazioni da lei emesse. Perché? Senza molti giri di parole: Perché c’è il BAIL IN.
Un azionista dovrebbe sapere che possiede una “fetta” di proprietà della banca, quindi in caso di risanamento è giusto che ne risenta; ma l’obbligazione fa nascere un diritto in capo al cliente, un diritto di credito nei confronti della banca. Diritto di credito che non viene meno in caso di bail in, ma che può essere limitato, molto limitato… E’ mio personalissimo parere che la limitazione di un mio diritto equivale a perderlo.
Preso atto che le mie azioni e le mie obbligazioni possano servire alla banca per ricostituirsi (quindi io perdo denaro), dovrei comprendere che questo evento costituisce un rischio. Devo gestirlo e, per farlo, devo analizzare la banca con cui lavoro. Lo fate? (con voi lo fanno per vedere se siete “idonei” a lavorare con loro…)
Per inciso: sono molte le polemiche intercorse negli ultimi anni in merito al “modo di proporre” obbligazioni subordinate, operazioni rischiose, apparentemente adeguate… lasciamo stare, PREVENIAMO, INFORMIAMOCI, VALUTIAMO e SCEGLIAMO.
Ci sono strumenti che non risentono del BAIL IN?
Eccome se ci sono!
Perché la mia banca non me ne parla?
Facciamoci “un bagno di umiltà” ed ammettiamo che la disparità informativa tra voi e la banca è spesso abissale. Ci sono N motivi per cui non ve ne parlano.
Superate questo impasse e fate voi domande:
Posso utilizzare altri strumenti per investire il mio denaro? Collocate fondi comuni? Di quali gestori? Che differenze ci sono tra…
Il valore aggiunto in questo caso è INFORMARSI: chiediamo alla banca informazioni oggettive sulla sua solidità, chiediamo informazioni su alternative di investimento!
Sapete ad esempio che i Fondi comuni (OICR, organismi collettivi del risparmio) godono di “autonomia patrimoniale perfetta”?
Cosa vuol dire? Significa che il patrimonio di un fondo è distinto giuridicamente da quello dell’istituto che lo colloca. Non solo… è distinto dalla banca depositaria e dalla stessa società che gestisce detto patrimonio.
Direi che è una condizione sostanzialmente e giuridicamente molto diversa: il vostro patrimonio investito in fondi non sarà aggredibile da creditori della banca, né della banca depositaria, né della società di gestione; nessun vostro diritto di credito sarà limitato per risanare il bilancio di una banca.
Quindi i fondi sono migliori dei titoli singoli (azioni e obbligazioni)? Non sempre, o meglio, non è uguale per tutti noi. Molti di noi attribuiscono a questa caratteristica un valore importantissimo, fondamentale; altri ne sono più o meno a conoscenza, ma poi scelgono ugualmente (vorrei scrivere “consapevolmente”, ma…) un titolo obbligazionario (spero che ciò avvenga almeno dopo un’analisi accurata e non “tanto il direttore è un mio caro amico”).
…ci sono molte altre differenze tra titoli singoli e OICR, differenze finanziarie, giuridiche e fiscali che, sono sicuro, in pochi raccontano ai loro assistiti e che molte banche nemmeno accennano ma che, a mio parere rendono maggiormente consapevole l’investitore nelle proprie scelte e, per estensione, più sereno.
Informiamoci sempre, costa del tempo è vero, ma forse è l’investimento più importante da fare prima di…. investire.