Gli Etf cash, che investono in titoli a breve scadenza molto liquidi sono emersi come catalizzatori di nuovi capitali: da inizio anno, 36 miliardi di dollari
A settembre i gestori di fondi hanno raggiunto la più elevata allocazione sulla liquidità dai tempi dell’11 settembre 2001
“I fatti cambiano e io ho cambiato ideo sulla liquidità come asset: penso più che il cash sia spazzatura”. A parlare, in questo tweet, è il fondatore del più grande hedge fund al mondo, Ray Dalio, uno dei più seguiti opinion leader nel mondo degli investimenti. Un mondo che, nel 2022, è cambiato, con il ritorno in auge di strategie che erano state infruttuose per anni e anni.
La liquidità, o meglio, i titoli finanziari a breve scadenza che ad essa sono equiparati in termini di rischio, ora rende qualcosa. Pur senza controbilanciare la forte impennata dell’inflazione, che al momento erode oltre l’8% del potere d’acquisto sia negli Usa sia in Italia, i titoli cash-like permettono di bilanciare le perdite. Al contrario, azioni e bond, con le prospettive di nuovi rialzi dei tassi e di una probabile recessione alle porte stanno entrambi perdendo quota. Le azioni perché le prospettive degli utili aziendali si dovrebbero deteriorare, le obbligazioni perché l’aumento dei tassi farà crescere i rendimenti e perdere valore ai bond già emessi.
Oltre ai fondi monetari, anche gli Etf cash, che investono in titoli a breve scadenza molto liquidi sono emersi come catalizzatori di nuovi capitali. Una mossa difensiva che attirato, da inizio anno, 36 miliardi di dollari.
Il ripensamento di Ray Dalio
“Ai tassi d’interesse attuali e con la riduzione del bilancio da parte della Fed, il tasso d’interesse a breve termine è ora neutro: né un ottimo né un pessimo affare. In altre parole, il tasso di interesse a breve termine è ora più o meno corretto”, ha affermato Ray Dalio, che ha da poco annunciato il suo addio alla guida di Bridgewater Associates, “con la Federal Reserve che fa salire i tassi d’interesse i rendimenti dei conti di risparmio bancario potrebbero aumentare, il che significa che il cash potrebbe generare qualche interesse mentre le azioni, che hanno sofferto un anno volatile, potrebbero ancora dover toccare il fondo”.
I mercati finanziari hanno premiato gli investitori che si sono dati al risk-off, alla fuga dal rischio, negli ultimi mesi. Mentre i ritorni del cash nel terzo trimestre del 2022 sono sati dello 0,5%, l’S&P 500 ha ceduto il 4,9% e i ritorni sui Treasury Usa a lungo termine si è ridotto del 10%, hanno scritto gli analisti di Bank of America. L’ultimo sondaggio di Bank of America sugli investitori, realizzato a settembre, aveva messo in luce come i gestori di fondi avessero ormai raggiunto la più elevata allocazione sulla liquidità dai tempi dell’11 settembre 2001. E’ il sintomo di un’aspettativa “estremamente orso”, ossia ribassista, sui mercati a breve termine.
Cash riabilitato, ma occhio al lungo termine
La liquidità per lungo tempo è stata considerata un freno agli obiettivi di lungo termine degli investitori, la cui propensione al rischio è generalmente aumentata negli anni del dopo-2008. Il ritorno dell’inflazione e di uno scenario che ha alcuni punti di contatto con la crisi degli anni Settanta ha dato il via a tattiche che non si vedevano da diverso tempo. L’aumento dei tassi, che continueranno a salire secondo i piani delle banche centrali e l’arrivo della recessione incoraggiano un temporaneo riparo, in attesa dell’inversione di tendenza. In particolare, sul dollaro, che ha guadagnato da inizio anno il 16% sulle altre principali valute (stando al dollar index del 6 settembre).
Nelle ultime settimane We Wealth ha raccontato come i consulenti finanziari consigliano di impostare una strategia difensiva sul portafoglio, considerando non solo bond, ma anche fondi monetari o conti deposito.