Ha inaugurato sabato 1 luglio a Palazzo Reale la mostra dedicata a Helidon Xhixha dal titolo La reggia allo specchio, a cura di Michele Bonuomo. Promossa da Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale con lo studio Helidon Xhixha, la temporanea sarà visitabile fino al 3 settembre pv.
Di origine albanese, Xhixha attualmente vive e lavora tra Milano e Dubai. L’artista nasce in una famiglia di artisti dove cresce con un rispetto innato per le arti, scoprendo in giovane età la sua passione per la scultura, ereditata dal padre. Milano e Palazzo Reale con questa mostra rendono omaggio a Helidon Xhixha ormai conosciuto a livello internazionale, con il suo stile unico che esprime attraverso la manipolazione dell’acciaio inox riflettente, un materiale che si configura quale elemento chiave dell’artista che lo lavora dando vita a sculture astratte che rivelano la loro imponente maestosità e bellezza.
Chi è Helidon Xhixha
Conosciuto per i suoi interventi di arte pubblica monumentale fondati sul rapporto tra scultura e ambiente circostante, Xhixha ha ottenuto negli ultimi anni importanti riconoscimenti (come alla Biennale di Venezia 2015 e alla London Design Biennale nel 2016) e anche grazie a una mostra personale alle Gallerie degli Uffizi ha raggiunto una posizione di spicco nel mondo dell’arte contemporanea. In mostra a Palazzo Reale sono presenti cinque installazioni. La prima, Roccia del Mediterraneo (2019), accoglie i visitatori nello scalone d’Onore progettato dal Piermarini. Si prosegue con ulteriori quattro sculture site-specific dislocate all’interno delle sale napoleoniche della reggia milanese. Le sculture monumentali in acciaio inox si esprimono nel linguaggio geometrico tipico di Xhixha come il cubo, il cilindro, il parallelepipedo, la piramide e la sfera, in un dialogo perfetto con i molti elementi decorativi insiti nello stile neoclassico presenti nelle sale di Palazzo Reale. Così facendo, le decorazioni e gli arredi dei sontuosi ambienti dell’appartamento di parata sono catturati e restituiti attraverso le superfici curve progettate dall’artista in un racconto sempre differente. Le sculture entrano in relazione con gli ambienti architettonici, assorbendoli, riflettendoli e deformandoli, generando un dialogo di continui rimandi fra le opere nelle sale e il pubblico e dando vita a un gioco di continue relazioni.
Opere di materia e di luce
Le opere di Xhixha emanano una luce abbagliante che sembra addirittura smaterializzare la scultura stessa, una dinamica che porta lo spettatore in una dimensione trasognante, di smarrimento, elevandolo a uno stadio percettivo che va oltre alla realtà. Motivo, questo, per cui Xhixha afferma di non scolpire l’acciaio, ma di utilizzarlo per scolpire la luce. Raccogliendo l’eredità della grande tradizione scultorea italiana, dal neoclassicismo di Antonio Canova alle sperimentazioni futuriste di Umberto Boccioni, Xhixha costruisce un paesaggio di forme eteree e potenti, in grado di trasformarsi assieme all’ambiente che le accoglie e alle figure che lo popolano. Anche la materia e il volume sono protagonisti dell’esposizione e della pratica artistica di Helidon Xhixha, che da sempre si radica nello studio approfondito delle proprietà dell’acciaio inox e nel suo utilizzo come materia fondante per la realizzazione di monumentali installazioni scultoree. Rifacendosi all’antica concezione dello specchio come passaggio verso un universo altro e del riflesso come illusione per eccellenza, l’artista realizza così paesaggi astratti, enigmatici, composti di forme geometriche. Attraverso un intervento altamente qualificato sull’acciaio, il materiale passa dall’essere ininterrottamente lineare al divenire distorto, intricato e frammentario, ottenendo come risultato una personale interpretazione visiva dell’influenza tra metallo e luce tra il concreto e l’etereo, e affrontando parallelamente concetti filosofici. Tra questi, la percezione del tempo di noi stessi come immagini che si riflettono nelle sculture e che sono realmente in movimento, in un flusso che ci rende consapevoli della nostra mobilità percettiva e che ci conduce a una perdita della definizione dell’immagine così come siamo abituati a conoscerla e riconoscerla.
Opere celebri e note di mercato
Tra i lavori pubblici di Helidon Xhixha si ricordano The Renaissance of the Twin Towers, installazione alta sei metri omaggio alle vittime dell’11 settembre, presentata a Venezia nel 2007. Ma anche l’installazione galleggiante Iceberg, allestito sulle acque del Canal Grande come monito sul riscaldamento globale, realizzata per il padiglione siriano della Biennale di Venezia del 2015. Per l’aeroporto di Malpensa, invece, ha prodotto un’interpretazione contemporanea dell’Ultima Cena di Leonardo, intitolata Everlasting. Si ricordano poi la mostra diffusa Shining Rock (2016) per le strade di Pietrasanta, che ha portato nella cittadina toscana 50mila visitatori nell’arco di quattro mesi, e l’installazione Bliss (2017) nello spiazzo centrale della Somerset House di Londra, che gli è valsa la Public Medal per la migliore installazione alla prima Biennale di Design della capitale inglese. Ancora in Italia, a Firenze, la mostra In Ordine Sparso per i Giardini di Boboli, a cura di Eike Schmidt; e nel 2019, a Lugano, Riflessi di Luce (2019), con venti opere monumentali che hanno reso la città svizzera un museo a cielo aperto.
Il primo mercato di vendita di Helidon Xhixha è l’Italia, seguito dalla Germania. Le opere maggiormente ricercate dai collezionisti sono le sculture. Nel 2022, il fatturato derivante dalla vendita delle opere dell’artista si è aggirato intorno ai 88.200 euro, mentre nel 2023 si assesta già intorno ai 280.000 euro, con il record d’asta registrato quest’anno di 270.500 euro. Il 33% delle opere vendute ha un valore compreso tra i 1000 e i 5000 euro.
Tutte le foto: courtesy Helidon Xhixha e Palazzo Reale, Milano.