I gioielli di famiglia: un tesoro da scoprire
Non è una sorpresa: le case degli italiani possono custodire autentici piccoli tesori di gioielli anche di alta gamma. Magari ereditati, magari ricevuti in regalo. Secondo il recente rapporto Affide-BVA Doxa “Gli italiani, i gioielli e il loro valore”, gli italiani possiedono in media sette gioielli per ciascuno, spesso dimenticati nei cassetti, ma i due terzi ne utilizzano meno di 5 all’anno. Solo uno su cinque poi (17%) si ritiene in grado di stimarne il valore. Proprio per questo motivo, gli intervistati sarebbero disposti a riporre fiducia in una certificazione del valore di quei gioielli emessa da una società di credito su pegno. Motivo?
Si guarda a servizi di questo tipo come a una risorsa preziosa per far fronte a spese impreviste (per il 60%), mentre il 19% si affiderebbe a questo strumento per “realizzare un desiderio o un progetto personale”. Il rapporto di Affide e Doxa analizza dunque la ricchezza degli italiani in gioielli e preziosi, esplorando al contempo la percezione, le abitudini e le intenzioni nei confronti del credito su pegno e del mercato dei gioielli di seconda mano.
Soluzione di finanziamento o di investimento?
L’altro lato della domanda è che aumenta l’acquisto di gioielli di seconda mano: li scelgono il 21% degli italiani, soprattutto se di giovane età, attratto sia dai vantaggi economici che dalla sostenibilità. La percentuale sale infatti al 29% fra coloro che hanno fra i 18 e i 39 anni. Inoltre, il 64% degli italiani considera l’acquisto digioielli pre-loved (nuovo modo per chiamare i beni fashion usati) un’opportunità per investire strategicamente, particolarmente rilevante in un contesto di incertezza economica.
Come investimento particolare interesse rivestono gli orologi, capaci di andare sold out anche con imperfezioni: si ricordi solo che qualcuno ha speso proprio da Affide 34.000 per un Audemars Piguet Royal Oak per cui lo stesso catalogo suggeriva “assistenza tecnica”. Il rapporto rileva che il periodo post-pandemico ha rafforzato l’importanza della sicurezza finanziaria e dei beni rifugio come l’oro.
Credito su pegno con gioielli di famiglia: un’opportunità da conoscere
Dall’analisi emerge che solo il 61% degli intervistati conosce la possibilità del credito su pegno sui gioielli di famiglia, una percentuale in calo rispetto al 2019 (69%). A dimostrazione della scarsa familiarità con questo servizio, meno della metà degli intervistati (45%) è consapevole che sia possibile riottenere il proprio bene. Tranquillizza sul punto spiega Rainer Steger, direttore generale di Affide: «Si tratta di una percezione che contrasta con la realtà. Infatti, ben il 95% dei nostri clienti riscattano il loro pegno. È quindi essenziale informare i cittadini sull’esistenza e sul funzionamento di forme di finanziamento alternative al canale bancario, che possono offrire una risposta immediata alle necessità urgenti, riducendo il rischio di ricorrere a soluzioni illegali come l’usura».
Questi trend in evidenza «si riflettono positivamente nell’attività svolta da Affide», prosegue Steger. «Con oltre 35.000 gioielli venduti ogni anno nelle aste (le ultime due il 19 settembre a Roma e il 26 settembre 2024 a Palermo), siamo una realtà consolidata nel settore. Ed è grazie alla trasparenza e all’esperienza dei nostri stimatori che i clienti possono contare sulla sicurezza di un acquisto di valore, accedendo a gioielli unici con un alto potenziale di investimento».
Tutte le foto sono cortesia Affide
Aumenta il credito su pegno, diminuisce il compro oro
Il servizio del credito su pegno è regolato e vigilato dalla Banca d’Italia, aspetto che spinge un numero crescente di italiani a sceglierlo per trarre profitto dai propri preziosi. Il 19% degli intervistati opterebbe per questa soluzione, con un incremento di 6 punti percentuali rispetto al 2019, mentre la quota di chi si rivolgerebbe a un “compro oro” è diminuita di 10 punti (45%).
Conclude Steger: «La crescente fiducia verso il credito su pegno ci motiva a investire nell’innovazione del nostro modello di servizio, puntando su trasparenza, rapidità e accessibilità».