Tutte le foto sono di Andrea Avezzu’
La presenza di Giberto al Museo Archeologico si deve a quell’evento che mescola artigianato, collezionismo e glamour che è The Venice Glass Week. Giunto alla sua quinta edizione, il festival internazionale dedicato all’arte del vetro è un progetto espositivo diffuso, collettore di iniziative legate all’antica arte muranese. «Eventi come la Glass Week sono vitali. Più si parla del vetro, meglio è», osserva Arrivabene. «Il vetro di Murano è un materiale vivo, caldo».
Le stesse bollicine, residuo della lavorazione artigianale, magari possono non essere apprezzate da un cliente poco esperto, ma «restituiscono il senso della ricchezza, della manualità, dell’umanesimo che c’è in queste opere. Il vetro lavorato è un materiale umanistico. Occorrono 12 anni per diventare un maestro del vetro di Murano. Per quanto mi riguarda, il più bello di tutti».
E lei, come vi è arrivato? «Io in teoria sarei un assicuratore. Ma nella mia vita mi sono occupato di varie attività, dalla pubblicità alle navi. La passione per il vetro prende forma una ventina di anni fa, favorita anche dal fatto di vivere a Venezia. Comincio così a frequentare i laboratori di Murano. All’inizio, i conoscenti mi chiedevano di riparare gli antichi vetri di casa. E guardando alle vecchie, elaborate collezioni di bicchieri e caraffe delle case veneziane, mi è venuta voglia di replicarle. Ma con un tocco contemporaneo».
Nel 2016 arriva la collaborazione con Dior: Giberto Venezia disegna per la linea Maison in vendita nella boutique di New Bond Street a Londra una collezione di oggetti dal sentore anni ’20-’30. È l’unico designer italiano selezionato: un bel riconoscimento, accompagnato da una importante visibilità pubblicitaria. «Ma io non ho mai studiato design! Sono un amatore», si schermisce Giberto Arrivabene, come se il talento si potesse imparare. «Faccio i miei disegni preparatori a carboncino, con gli acquerelli. Disegnare mi è sempre piaciuto». Cos’è che la ispira maggiormente? «Mi lascio ispirare da tutto. Luoghi, sensazioni, opere d’arte, ricordi».
Ricordi che evidentemente affiorano allo stesso modo nella mente dei collezionisti alla ricerca di vetri unici anche in asta. Lo sa bene l’antica casa d’aste Bonhams (Londra, 1793), il cui dipartimento di arti decorative del ‘900 e design di New York per la settimana del vetro veneziana ha istituito il prestigioso Bonhams Prize for The Venice Glass Week.