Nel caso del canone di affitto le somme erogate potranno coprire l’intera somma, mentre per il mutuo, solo una quota di interessi
Si allarga il ventaglio di beni e servizi che potrebbero rientrare nella disciplina dei fringe benefits. In questo modo i datori di lavoro potranno ricorrere a nuove soluzioni con cui aumentare gli stipendi dei dipendenti, senza dover pagare le tasse.
È ancora un’ipotesi, ma sembrerebbe che il disegno di legge, oltre a rivedere in aumento la soglia di detassazione per i dipendenti (fino a 2 mila euro per chi ha figli a carico, fino a mille euro per tutti gli altri) inserirebbe anche i costi sostenuti per il pagamento dell’affitto o del mutuo relativo alla prima casa.
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Affitto e fringe benefit
Il datore di lavoro potrebbe riconoscere a favore dei dipendenti una certa somma a copertura del canone di affitto.
Mutuo e fringe benefit
Non ci sarebbe un rimborso legato alla singola rata quanto piuttosto agli interessi legati al mutuo.
La soglia della copertura
La soglia base per il «bonus» esente da tasse è fissata per il 2024 a 2 mila euro per chi ha figli fiscalmente a carico e per tutti gli altri a mille euro.
Fringe benefit: di cosa si tratta
Quando ci si riferisce a fringe benefit si rinvia a quei beni o servizi che l’azienda fornisce al dipendente in modo diverso da somme di denaro, in relazione al rapporto di lavoro.
Ciò considerato, il fringe benefit, rappresentando un emolumento retributivo corrisposto in forma non monetaria, a certe condizioni, o meglio superata una certa soglia, concorre alla formazione del reddito.
Allo stato attuale, per il 2024, è previsto che la soglia di non imponibilità degli emolumenti percepiti dal dipendente in funzione del rapporto di lavoro ma diversi dalle somme di denaro non concorrono alla formazione del reddito se inferiori al valore di 2000 euro per dipendenti con figli a carico e mille euro per tutti gli altri.
Per i dipendenti con figli fiscalmente a carico sono esenti dall’Irpef, così come dall’imposta sostitutiva sui premi di produttività, i benefit fino a 2mila euro ricevuti dal datore di lavoro.
Rientrano nell’agevolazione anche le somme corrisposte o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.
L’agevolazione si applica in misura intera a ogni genitore, titolare di reddito di lavoro dipendente e/o assimilato, anche in presenza di un solo figlio, purché lo stesso sia fiscalmente a carico di entrambi.
Come ottenere l’agevolazione
Ricorda l’Agenzia delle entrate che per accedere al beneficio, il lavoratore con figli a carico deve dichiarare al proprio datore di lavoro di averne diritto, indicando il codice fiscale dell’unico figlio o dei figli fiscalmente a carico. Non essendo prevista una forma specifica per questa dichiarazione, la stessa può essere resa secondo modalità concordate tra le due parti.