Se il colpo d’immagine si misurasse sulla base della reazione del Bitcoin, le dimissioni del ceo di Binance, Changpeng Zhao, dovrebbero essere considerate pressoché irrilevanti. Invece, si tratta di una sanzione da 4,3 miliardi di dollari ai danni dell’exchange di criptovalute più grande al mondo, che ha ammesso di aver violato le leggi sui controlli anti-riciclaggio. Una colpa non di poco conto, se si considera che, da sempre, i critici delle criptovalute ritengono questa innovazione un pericoloso strumento in mano a terroristi e criminali, che le utilizzano per spostare valore facendo leva sulla più complessa identificazione dei proprietari. La stessa entità della sanzione che Binance ha accettato di pagare è di dimensioni grandiose, anche se paragonata ai maggiori scandali anti-riciclaggio dell’epoca recente – e a poter pagare una cifra così importante, in questo caso, non è un colosso bancario come Ubs (sanzionata nel 2019 per 4,2 miliardi) o Hsbc (2012, 1,9 miliardi), ma una società nata appena sei anni fa.
Lo sbadiglio del Bitcoin
Il rispetto dei vincoli di legge sul riciclaggio è un punto cruciale per la rispettabilità di un exchange, ma al contrario di quanto avvenuto con il fallimento di Ftx, gli utenti della piattaforma Binance non sono finiti nel buco nero di una bancarotta. Il pagamento della sanzione è finalizzato, fra le altre cose, proprio a far proseguire l’operatività di Binance. Di conseguenza, il Bitcoin ha recuperato tutte le perdite causate dalla notizia delle dimissioni di Zhao nel giro di due giorni, fra il 22 e il 23 novembre.
“L’ammissione di colpevolezza da parte di Binance e del suo amministratore delegato Changpeng Zhao, nell’aula di tribunale a Seattle, non ha sorpreso il mercato”, ha dichiarato Ferdinando Ametrano, docente di Blockchain presso l’università Bicocca di Milano e fondatore della società di custodia CheckSig, “la conferma di evidenze che erano note tra commentatori ed esperti del mondo cripto: violazioni delle norme antiriciclaggio e delle sanzioni internazionali”.
Secondo Amertrano, “il mercato apprezza che i comportamenti scorretti vengano sanzionati”, ha dichiarato a We Wealth commentando la reazione così blanda da parte del Bitcoin, “il mercato ha paura solo dei ‘buchi’: Ftx era un buco da 9 miliardi di dollari, Binance al momento non riversa perdite sui clienti”, ha aggiunto il professore. D’altro canto, “la multa da oltre 4 miliardi di dollari accelera la fuga da Binance, che però finora è stata ordinata e senza incidenti”. Cambiare exchange senza perdere denaro, del resto, non provoca le stesse paure di reazione a catena sollevate dal fallimento di Ftx, per il quale il fondatore Sam Bankman-Fried è stato condannato per frode.
Secondo Ametrano “non è stata ancora metabolizzata fino in fondo l’evidenza che non si possono lasciare i propri crypto-asset sulle piattaforme di scambio, ma vanno affidati a quegli intermediari che si sottopongono ad audit indipendente, hanno garanzie assicurative e sono in grado di fornire prova di riserve”. Lasciare le monete sugli exchange ha storicamente esposto gli investitori a furti, oltre che alla solidità della piattaforma stessa dal punto di vista finanziario.
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Guardando avanti, Bitcoin ha ragioni per sorridere
Le dimissioni di Zhao giungono in un contesto di mercato in verità favorevole da qualche tempo a Bitcoin e agli altri asset rischiosi come le azioni. “In questo contesto, stiamo osservando una rinnovata propensione ad asset più volatili da parte degli investitori. Una propensione influenzata, a livello macro, dalle aspettative dei prossimi tagli dei tassi di interesse da parte della Fed”, ha dichiarato a We Wealth il market analyst di eToro, una piattaforma di trading che tratta anche criptovalute, “nel mondo crypto invece, gli investitori attendono l’halving di bitcoin nel 2024 e il possibile lancio di Etf [spot] su Bitcoin ed Ethereum”.
“Un altro fattore che sta aiutando il sentiment positivo”, ha aggiunto Debach, “è la vittoria in Argentina di Javier Milei. Il Paese sudamericano è noto per la sua familiarità con i cripto asset ed è quindicesimo nell’indice di adozione delle criptovalute pubblicato da Chainalysis. La visione positiva di Milei sul bitcoin potrebbe aumentare ulteriormente l’adozione in Argentina, contribuendo a consolidare l’utilizzo delle cripto nel paese sudamericano”.