Che gli italiani siano risparmiatori poco propensi al rischio lo si vede anche dalla classifica dei fondi che gestiscono più masse di denaro, fra quelli domiciliati in Italia. Nelle prime cinque posizioni, infatti, dominano quattro “bilanciati prudenti” e un “obbligazionario flessibile”, fondi nei quali i bond rappresentano la fetta più importante del portafoglio. Fra la quinta e la decima posizione compaiono anche i “bilanciati moderati” e solo un fondo azionario.
Tipicamente, le azioni sono più rischiose e volatili, ma nel lungo termine offrono maggiori prospettive di guadagno; le obbligazioni, invece, offrono un rendimento superiore a quello della liquidità, ma inferiore rispetto a quello delle azioni – a fronte di una volatilità più contenuta.
La strategia bilanciata tradizionalmente ha consentito di ridurre il rischio del fondo, offrendo però un rendimento a lungo termine superiore a quello dei fondi puramente obbligazionari. Negli ultimi tempi, però, inserire i bond in portafoglio ha avuto ridotte capacità nel ridurre il rischio complessivo del portafoglio, perché, da qualche tempo, azioni e obbligazioni salgono e scendono di prezzo nelle medesime fasi di mercato. Secondo i dati di Morningstar, riportati su We Wealth da Sara Silano, i fondi bilanciati hanno subito oltre 50 miliardi di euro di deflussi netti in tutta Europa, risultando la categoria più venduta dagli investitori.
Da grandi masse, grandi responsabilità
Com’è possibile osservare dal confronto, realizzato sulla base delle informazioni fornite a We Wealth da Morningstar Direct, un fornitore di dati, nel 2022 le performance sono state negative per tutti i primi dieci fondi più presenti nei portafogli degli italiani. Mentre il calo era del tutto prevedibile, alla luce del crollo simultaneo di bond e azioni avvenuto nel 2022, va notato che sei fondi su dieci (tra cui i primi cinque) hanno avuto performance ancora peggiori rispetto alla media dei fondi della rispettiva categoria.
Il confronto è migliorato nel 2023, un anno positivo per i mercati, ma anche nel confronto fra i fondi della top 10 con i rispettivi concorrenti. L’anno scorso, infatti, tutti i fondi hanno registrato una performance a segno più, e sette fondi su dieci sono riusciti a fare meglio della media di categoria.
Solo due fondi sono riusciti a fare meglio del proprio segmento sia nel 2022 sia nel 2023: Anima ESaloGo Bilanciato, il sesto fondo per masse, e Eurizon Azioni Internazionali, decimo per dimensione nonché unico fondo prevalentemente azionario del gruppo.
La “maglia nera” per questi ultimi due anni, va al secondo fondo più diffuso in Italia, Anima Sforzesco, unico fondo ad aver fatto peggio della sua categoria sia nel 2022 sia nel 2023.
L'analisi sui costi ricorrenti dei fondi, quelli che ogni vanno vengono sottratti dal capitale investito a prescindere dall'andamento, mette in luce come il range sia generalmente fra l'1% e l'1,87% in queste prime dieci posizioni. L'unico fondo che costa meno dell'1% annuo, Anima ESaloGo Bilanciato (0,92%) è anche uno dei due fondi che è riuscito a battere la sua categoria sia nel 2022 sia nel 2023. L'altro fondo ad esserci riuscito, Eurizon Azioni Internazionali, risulta anche il più caro con 1,87% annuo – i fondi azionari, d'altro canto, risultano mediamente più costosi. Secondo i dati Efama, nel 2022 i costi medi dei fondi a gestione attiva in Europa era dell'1,26% per gli azionari e dello 0,69% per gli obbligazionari.
Il confronto sulle performance dei fondi d'investimento, è bene ricordarlo, andrebbe osservata su orizzonti temporali abbastanza lunghi, in modo da poter evidenziare in modo più solido il talento dimostrato dai team di gestione in grado di battere il mercato.
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