Feuerle Collection a Berlino: dalla guerra, la pace dell’arte
Avete mai visitato una collezione d’arte dentro un bunker della seconda guerra mondiale? Se la risposta fosse no, la Feuerle Collection di Berlino potrebbe fare al caso vostro. Aperta ufficialmente nell’ottobre del 2016 – dopo un battesimo di fuoco in qualità di main venue della Berlin Biennale for Contemporary Arts nell’estate dello stesso anno – la collezione si trova in due bunker utilizzati per le comunicazioni tra il 1942 e il 1945, così come totalmente ristrutturati dall’architetto inglese John Pawson (già ideatore delle case dello scrittore Bruce Chatwin, del regista teatrale Pierre Audi e del collezionista Doris Lockhart Saatchi).
Installation view of The Feuerle Collection. Scholar Lohan Bed, Qing Dynasty, China, 17th century, jichi wood with Nobuyoshi Araki, Mythology, 2001/2015, gelatin silver print. Photo: Nic Tenwiggenhorn © Nic Tenwiggenhorn / VG Bild-Kunst,Bonn
LE OPPORTUNITÀ PER TE.
Vorresti costituire una fondazione d’arte?
Sei interessato a conoscerne i vantaggi patrimoniali, magari rispetto ad altri strumenti?
Gli advisor selezionati da We Wealth possono aiutarti a trovare le risposte che cerchi.
TROVA IL TUO ADVISOR
Gli edifici in cemento, con muri spessi due metri e soffitti alti più di tre, sono stati connessi a livello sotterraneo in modo da creare due piani espositivi, pur mantenendo uno stile simile a quello originario. Come dichiarato da Pawson stesso, l’intento della ristrutturazione è stato quello di “intensificare la qualità degli spazi mantenendo l’intervento architettonico al minimo e permettendo ai visitatori di concentrarsi totalmente sulle opere d’arte”. Il nuovo scopo dell’edificio è infatti quello di ospitare la collezione di Désiré Feuerle, collezionista e storico dell’arte esperto di arte asiatica antica, moderna e contemporanea.
L’arte asiatica (non solo antica) della Feuerle Collection
Nato come gallerista a Colonia (dove ha lavorato a stretto contatto con gli artisti Rosemarie Trockel, James Lee Byars, Per Kirkeby e Sigmar Polke), Désiré si è specializzato nella giustapposizione tra reperti asiatici antichi ed arte contemporanea. La Feuerle Collection ospita oggi arredamento cinese imperiale, ceramiche tailandesi e birmane create tra il 3600 a.C. e il diciottesimo secolo, vasi Ban Chiang e arte contemporanea asiatica (tra i tanti artisti presenti, ricordiamo Cristina Iglesias, Anish Kapoor, Zeng Fanzhi, James Lee Byars (da ottobre 2023 protagonista all’Hangar Bicocca di Milano, ndr), Nobuyoshi Araki e Adam Fuss). La collezione è considerata una delle più notevoli collezioni di arte asiatica in Europa (citata anche da Larry’s List nel 2023) e Désiré nel 2016 è stato inserito da Artnet nella top ten dei più importanti collezionisti tedeschi.
Installation view of The Feuerle Collection. Khmer Deities from 10th to 13th century with Chinese Platform, Han Dynasty, China, 2nd century BC – 2nd century AD. Photo: def image ©The Feuerle Collection
Arte nel bunker, un’esperienza sensoriale
L’esperienza nel bunker è particolarmente sensoriale: sin dall’ingresso si viene accolti in uno spazio dalla luce soffusa ed è subito richiesto ai visitatori di lasciare i propri averi – con particolare attenzione allo smartphone per evitare distrazioni – nelle apposite cassette di sicurezza. Si scende poi al piano sotterraneo, dove l’inizio della visita comprende un passaggio nella “Sound Room”. Questa è una stanza totalmente priva di luce, dove i visitatori rimangono un paio di minuti ascoltando la registrazione di un pezzo suonato al pianoforte da John Cage.
La successiva entrata nella sala principale del bunker è particolarmente efficace: l’impressione è quella di accedere per primi in un luogo inesplorato pieno di reperti archeologici. Nella stanza si trovano infatti decine di statue antiche del sudest asiatico (in particolare quelle rappresentanti Buddha e Vishnu), tra cui sculture Khmer realizzate tra l’ottavo e l’undicesimo secolo e dei bronzi di Angkor Wat del dodicesimo secolo. I reperti sono posti in dialogo con lo specchio Torus (2002) di Anish Kapoor, con l’opera Daguerrotype (2010) di Adam Fuss e con un serie di fotografie del giapponese Nobuyoshi Araki (Cosmosco, 1994-2015, Diary Tokyo 1981-1995 e 1985-2015, Erotos 1993-2015, Kinbaku 1979-2015, Tokyo Comedy 1997-2015).
La “Lake Room”
Il piano sotterraneo ospita anche la “Lake Room”, uno spazio inaccessibile da parte dei visitatori ma visibile attraverso vetrate oniriche. La stanza è in penombra e riempita d’acqua, dando l’illusione che ci sia un lago appena sopra le fondamenta dell’edificio. In realtà – oltre che offrire una visione surreale dello spazio circostante – la “Lake Room” rifornisce la collezione con energia sostenibile mediante una pompa geotermica che traferisce il calore dalla terra al bunker sovrastante. L’ultimo spazio del sotterraneo è poi l'”Incense Room”. Aperta nel 2017, è il primo spazio museale dove si può provare la cerimonia dell’incenso, nata in Cina più di 2.000 fa anni sotto la dinastia Han. Su prenotazione, i visitatori della collezione possono partecipare allo storico rituale assorbendo l’energia dell’incenso e “osservando” in profondità il proprio corpo e la propria mente.
The Lake Room on the lower ground floor of The Feuerle Collection. Photo: def image ©The Feuerle Collection
Dalla dinastia dei Ming
Salendo le scale si entra nell’ultimo spazio – quello al piano terra – della Feuerle Collection. Qui è protagonista l’arredamento cinese imperiale, con pezzi che variano dai tavoli della dinastia Quing del diciassettesimo secolo alle coppe di incenso utilizzate durante i rituali, dal letto in legno della dinastia Ming (diciassettesimo secolo) alle sedie intagliate con motivi Lingzhi.
Zeng Fanzhi, Untitled, 2009 Photo: def image ©The Feuerle Collection
Magistralmente curato come il piano inferiore, anche in questo spazio gli oggetti d’arredo più antichi sono in costante dialogo con opere d’arte contemporanea quali la serie di fotografie My Ghost (iniziata nel 1994) di Adam Fuss, la scultura in bronzo con acqua Pozo XII (Desde Dentro) (2016) di Cristina Iglesias, la scultura Untitled (2009) di Zeng Fanzhi e nuovamente la serie di foto di Nobuyoshi Araki (LOVE BY LEICA 2006-2015, Double Suicide in Karuizawa 1999-2015, Mythology 2001-2015). Infine, poco prima di uscire, categorico è il passaggio dalla Silk Room, lo spazio che accoglie le esposizioni temporanee della collezione. Fino al 7 gennaio prossimo, la stanza ospita la mostra When Animals Become Art, dedicata alle opere realizzata dall’artista giapponese Leiko Ikemura tra il 1990 e il 2022. Curata direttamente da Désiré, l’esposizione propone sculture animali in vetro, terracotta, bronzo e papier-mâché che rimandano alle enigmatiche leggende popolari giapponesi.
Cristina Iglesias, Pozo XII (Desde dentro), 2016 bronze, pietra serena, electric material and water Photo: def image ©The Feuerle Collection