Mercato dell'arte 2020: digitale, cinese e tedesco

Cina e Germania gli unici due paesi in cui i ricavi da vendita di opere d'arte sono aumentati. Curioso notare che in questi due mercati sul podio delle maggiori venditrici non ci sono le tre big globali ma case d'asta nazionali
Il primo e il secondo semestre sembrano due mondi diversi. Nei primi sei mesi del 2020 il mercato dell'arte si è contratto quasi azzerandosi in Cina, calando del 60% in occidente. Nel secondo semestre tuttavia la domanda si è infiammata, con il ritorno sulla scena (digitale) delle case d'asta
Spostandosi a ovest, reginetta delle vendite è Sotheby's. Si ricordi che alla casa d'aste fondata nel 1766 va lo scettro per la vendita dell'opera più costosa del 2020: il trittico di Francis Bacon da 84,5 milioni di dollari
Nel 2020 il mercato dell'arte sceglie la sicurezza psicologica degli ultra-storicizzati Old Master. Non solo occidentali. Anzi: nella top ten sei su dieci sono cinesi. Crollano i ricavi per la scultura. In Italia la star è Giorgio Morandi
I ricavi globali si sono ridotti del 21%, a 10,57 miliardi di dollari (perdita di 2,8 miliardi). A fronte di mix coraggiosi fra generi e lotti (si pensi al dinosauro venduto con Picasso e Cy Twombly da Christie's), il numero di vendite si è ridotto del 10%, ma il numero dei lotti offerti in asta (-9%). Il tasso di pezzi invenduti è stato del 34%, in leggero miglioramento rispetto al 2019.
Dopo un azzeramento o quasi degli acquisti nel primo semestre 2020, la Cina non solo ha guadagnato il terreno perduto, ma anche superato del 2% il 2019. Ed è stata il paese che generato la maggior parte dei ricavi, il 39% del totale. Il Dragone è stato inoltre l'unica area geografica con la Germania (+11%) in cui i proventi dalla vendita di opere d'arte sono aumentati. Seguono gli Stati Uniti, che occupano il secondo posto con il 27% dei ricavi. Poi, Regno Unito (15%), Francia (5%), Germania (3,9%). L'Italia è negli “altri”, l'11%.

La posizione di leadership cinese nella fetta globale dei ricavi proseguirà, affermano da Artron (piattaforma cinese di analisi del mercato dell'arte, partner di Artprice). In asta si vedranno sempre meno lavori della tradizione dell'ex Celeste Impero, seppur a prezzi costantemente elevati. Aumenterà invece la quota di opere di artisti ultra contemporanei (i nati fra gli anni ottanta e novanta).






