Farfetch salvata dal “cavaliere” coreano
Solo un mese fa Farfetch stava rasentando il rischio di amministrazione controllata. Non era un segreto che dalla sua quotazione a Wall Street nel 2018 il valore di mercato della piattaforma di commercio luxury si era pressoché annullato (-96%); ma il via libera Ue all’operazione straordinaria con il gruppo svizzero Richemont aveva fatto prospettare tempi migliori, con la benedizione degli analisti e del loro rating “Buy”.
Poi, il fallimento dell’accordo con la società svizzera aveva fatto temere il peggio. A quel punto, intorno al 18 dicembre 2023 è arrivata sulla scena la sudcoreana Coupang, annunciando di voler iniettare nella malconcia Farfetch l’equivalente di mezzo miliardo di dollari Usa sotto forma di “finanziamento d’emergenza”, procedendo all’acquisizione del gruppo britannico fondato da José Neves nel 2007. Quotata alla NYSE dal 2021 con una capitalizzazione di circa 30 miliardi di dollari, Coupang è uno dei principali rivenditori globali in rete. A seguito dell’accordo con la società coreana, è stata annullata l’acquisizione della quota di maggioranza (47,5%) del gruppo Ynap-Yoox Net-a-porter da Richemont (così come era stato annunciato la scorsa estate).
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Farfetch verso il delisting dopo l’acquisizione coreana
Il fondatore e ceo di Coupang Bom Kim (2,8 miliardi di dollari di patrimonio personale secondo Forbes) nel 2023 ha raggiunto il 14esimo posto nella Korea’s 50 Richest. All’indomani dell’annuncio, ha dichiarato che Farfetch è «un punto di riferimento nel panorama del lusso» e che si dedicherà «nuovamente a fornire l’esperienza più elevata per i marchi più esclusivi del mondo, perseguendo al contempo una crescita costante e ponderata come azienda privata». Fuori dalla borsa di New York dunque, e – per il momento – da qualunque altro listino. Con buona pace del rating “Buy” di BofA.
«Questa acquisizione posiziona Coupang come leader nel segmento globale dei beni di lusso personali da 400 miliardi di dollari», ha comunicato la società coreana in un comunicato. «L’eccellenza operativa e la logistica innovativa di Coupang, insieme con la posizione di Farfetch nell’ecosistema del lusso, favoriranno esperienze eccezionali per clienti, boutique e marchi in tutto il mondo. Coupang è inoltre l’unica ad avere la chiave per sbloccare l’enorme valore di Farfetch per il vasto segmento dei beni di lusso personali in Corea del Sud, paese che (in questo settore) vanta la spesa pro capite più elevata al mondo».
Coupang ha sede a Seoul in Corea del Sud e a Seattle negli Stati Uniti. Fondata nel 2010 da Bom Kim, è oggi la più grande piattaforma online nel suo paese di origine, dove viene spesso chiamata “l’Amazon della Corea del Sud”. Con la rilevazione delle attività e degli asset di Farfetch holdings, Coupang entra nella proprietà anche di Ngg-New guards group (Off-white c/o Virgil Abloh, Marcelo Burlon county of Milan, Palm Angels, Heron Preston, Alanui, Opening ceremony), Farfetch platform solutions e la catena di negozi Browns, presenti nel Regno Unito.
Una storia finanziaria di successo
La piattaforma coreana ha accelerato la sua espansione in seguito al lancio del servizio Coupang Play, che ha portato l’azienda a entrare anche nel settore della distribuzione in video streaming. Nel 2021 il gruppo ha registrato un fatturato equivalente a 18,4 miliardi di dollari. Coupang sta rivoluzionando le vendite al dettaglio online in Corea del Sud anche grazie alle politiche competitive dei prezzi e alle consegne rapide.
Dalla fondazione di Coupang nel 2010, Bom Kim ha raccolto più di 3,8 miliardi di dollari da investitori fra i quali figurano Sequoia Capital, BlackRock, Softbank. Da SoftBank Vision Fund aveva raccolto nel 2018 due miliardi di dollari. All’inizio, la piattaforma era simile a Groupon. Oggi, oltre che a Seoul, ha uffici a Shanghai, Pechino, Los Angeles, Seattle e nella Silicon Valley. Le dimensioni della sua quotazione negli Usa sono state le maggiori per una società dell’Asia dai tempi di quella di Alibaba (2014). Ma Farfetch resterà fuori dalla Borsa.