Il termine di patrimonio deriva dall’unione di due vocaboli latini: pater (padre) e munus
(dovere, compito); pertanto il significato di patrimonio è prima il “compito del padre“, e poi quello di “cose appartenenti al padre”.
Quindi già nel suo significato più antico, questo termine racchiude in sè la natura di ricchezza da trasmettere, identificando quell’insieme di beni che venivano procurati dal pater familias e che venivano lasciati ai figli.
La consulenza patrimoniale è una consulenza che va ben oltre l’aspetto meramente finanziario, abbraccia tutto il patrimonio del cliente, a 360 gradi.
Si sta affermando sempre di più negli ultimi anni, in quanto è figlia dell’evoluzione naturale della società civile, che sta vivendo profonde trasformazioni: pensiamo all’evoluzione della famiglia (da quella tradizionale alle unioni civili, alle coppie di fatto, alla famiglia mono genitoriale), pensiamo alla concentrazione dei patrimoni e delle leve decisionali nella fascia di età over 65, pensiamo al progressivo invecchiamento della popolazione e quindi alla necessità del mantenimento del proprio tenore di vita.
A questo possiamo aggiungere la scarsa propensione degli italiani a pianificare
la successione familiare: secondo una ricerca recente, il 77% dei detentori di
patrimonio non sta facendo niente di concreto per pianificare la successione (neanche il
testamento).
Se a questo mutamento di scenario, aggiungiamo i continui interventi normativi, capiamo perché oggi, il CF non può servire al meglio la clientela se si limita a gestire il patrimonio da un unico punto di vista, come faceva in passato, cioè quello finanziario.
Io sono convinta che, proprio perché esiste questo bisogno, l’Asset Protection Advisory, cioè la consulenza sulla protezione patrimoniale, diventerà la frontiera più avanzata della consulenza finanziaria, il cui format attuale non è più sufficiente a soddisfare le richieste dei clienti lungo l’intero ciclo di vita del patrimonio, visto nella sua interezza: quote societarie, immobili, denaro, auto e moto veicoli, preziosi e opere d’arte; ma anche affetti e tradizioni familiari, nonché le competenze trasmissibili alle nuove generazioni.
E’ utile sottolineare che il patrimonio non è un concetto statico, immutabile nel tempo, ma muta a seconda delle fasi della vita di un individuo.
La prima fase è quella della COSTITUZIONE: matrimonio/convivenza, casa di abitazione, mutui, figli, lavoro/carriera, accumulo capitale.
In questa fase assume particolare importanza il capitale umano che rappresenta il valore attuale dei futuri redditi (specialmente lavoro) che un individuo potenzialmente percepirà nel corso della sua esistenza lavorativa.
In pratica il capitale umano misura la potenziale capacità di un individuo di generare reddito nel corso degli anni. Sostanzialmente rappresenta il valore economico di una persona e come tale va protetto con soluzioni assicurative: TCM, invalidità, malattia, ecc.
La seconda fase è quella della CONSERVAZIONE e PROTEZIONE: è la fase della maturità di un individuo che spesso coincide con l’apice della carriera lavorativa. Qui il soggetto ha bisogno di organizzare e conservare il patrimonio, con investimenti diversificati, assicurazioni vita e fondi pensione.
La terza ed ultima fase è quella relativa al TRASFERIMENTO DEL PATRIMONIO: riguarda gli over 65enni, che necessitano di pianificare il trasferimento del patrimonio. Gli strumenti che abbiamo a disposizione sono vari ed articolati, poiché come dico sempre, il nostro ordinamento è un sistema evoluto che offre la possibilità di scegliere tra vari istituti giuridici: polizze vita, testamento, donazione, trust, patti di famiglia, successione testata.
Concludendo, possiamo definire il consulente patrimoniale una figura professionale evoluta, con competenze trasversali ( finanza, diritto di famiglia, successorio, immobiliare, assicurativo e fiscale), con caratteristiche tecniche elevate e ottime capacità relazionali.
Attenzione! Non è un tuttologo! Opera in sinergia con altri professionisti, mantenendo però un ruolo centrale per la gestione coordinata delle esigenze patrimoniali globali del cliente.
Il vantaggio per il cliente è di avere un unico riferimento professionale per le esigenze patrimoniali, che sa unire le diverse competenze e figure professionali necessarie al raggiungimento dello scopo: al fine di ottenere una strategia patrimoniale personalizzata.
In questo modo, si evitano dispersioni di competenze ed energie professionali, la frammentazione dei ruoli professionali e di conseguenza maggiori costi per il cliente ed una minore efficacia.