Quando si riceve una chiamata ereditaria, l’istinto più comune è pensare a cosa si sta per acquisire: case, conti correnti, titoli, beni mobili. Ma cosa succede se l’eredità porta con sé anche debiti, magari superiori al valore dei beni stessi? Esistono strumenti legali per tutelarsi, come la rinuncia o l’accettazione con beneficio d’inventario. We Wealth ne ha parlato con Cristiana Felisi, avvocato esperto in diritto di famiglia e successioni nonché Partner dello studio Charles Russell Speechlys, per capire quali sono le responsabilità concrete degli eredi e come evitare brutte sorprese.
Accettare un’eredità può davvero trasformarsi in un rischio economico per l’erede?
Sì, è possibile. Quando si apre una successione, ogni chiamato all’eredità ha diritto a subentrare nel patrimonio del defunto, ma solo se accetta espressamente o tacitamente l’eredità. L’accettazione pura e semplice comporta che l’erede risponde in solido, nei limiti della propria quota, di tutti i debiti e i cosiddetti “pesi ereditari” – come spese funerarie o imposte di successione. In assenza di cautele, può quindi trovarsi a dover pagare più di quanto eredita quindi anche con beni personali se i beni ereditati non sono sufficienti.
Qual è la differenza tra accettazione espressa e tacita?
L’accettazione può essere espressa – mediante dichiarazione davanti a un notaio o al cancelliere del tribunale – oppure tacita, quando si compiono atti che presuppongono la volontà di accettare l’eredità, come alienare beni ereditari. In ogni caso, il diritto di accettare va esercitato entro dieci anni dall’apertura della successione.
Come funziona la responsabilità per i debiti del defunto tra più coeredi?
Secondo l’art. 752 c.c., ciascun coerede risponde delle passività del defunto in misura proporzionale alla propria quota ereditaria. Questo vale anche sul piano processuale: i creditori possono agire nei confronti di ciascun erede, che risponderà personalmente entro la propria quota. Tuttavia, i coeredi rimangono responsabili anche ipotecariamente per l’intero ammontare del debito.
Il legatario ha le stesse responsabilità dell’erede?
No. Chi riceve un legato – cioè un singolo bene o diritto separato dall’eredità – non diventa erede e quindi non è responsabile dei debiti del defunto. Esistono tuttavia delle eccezioni, come nel caso in cui il bene legato sia gravato da ipoteca: in tal caso, il creditore può agire sul bene, e se il legatario estingue il debito, si surroga nei diritti del creditore. Così nel caso in cui Il legatario è tenuto a pagare i debiti ereditari nel caso in cui i creditori esercitino il diritto di separazione per la preferenza ad essi accordata sui legatari o nel caso in cui il testatore preveda che il legatario partecipi al pagamento dei debiti ereditari ma entro il valore del bene ricevuto.
Quali sono gli strumenti legali per evitare di rispondere con il proprio patrimonio dei debiti del defunto?
Gli strumenti sono essenzialmente due. La rinuncia all’eredità, con cui si esce completamente dalla successione, evitando qualsiasi responsabilità. E l’accettazione con beneficio d’inventario, che consente di accettare l’eredità separando i patrimoni e limitando la responsabilità intra vires, cioè solo entro il valore dei beni ereditati e cum viribus hereditatis, con esclusione cioè della responsabilità patrimoniale in ordine a tutti gli altri suoi beni, che i creditori ereditari e i legatari non possono aggredire
Come funziona l’accettazione con beneficio d’inventario?
È una procedura che richiede due elementi: una dichiarazione formale (davanti a notaio o cancelliere del tribunale) e la redazione dell’inventario dei beni ereditari. Solo se l’inventario viene redatto nei tempi e modi previsti dalla legge, si ottiene l’effetto di limitare la responsabilità ai soli beni ereditati, escludendo il coinvolgimento del patrimonio personale dell’erede.
Ci sono termini rigidi da rispettare?
Sì. L’inventario deve essere redatto entro termini precisi, altrimenti l’accettazione con beneficio d’inventario perde efficacia e l’erede viene considerato come se avesse accettato in modo puro e semplice, con conseguente responsabilità illimitata. La legge prevede anche obblighi di pubblicità della dichiarazione: inserimento nel registro delle successioni e trascrizione nei registri immobiliari.
In quali casi l’accettazione con beneficio d’inventario non è sufficiente a tutelarsi?
Se la procedura non viene eseguita correttamente – ad esempio, se non viene redatto l’inventario nei termini – la protezione cade. Inoltre, se l’erede, anche dopo l’accettazione beneficiata, compie atti incompatibili con la separazione patrimoniale (come disporre liberamente dei beni senza farsi autorizzare dal Giudice delle successioni laddove la legge lo richieda), rischia di essere considerato erede puro e semplice.
Possiamo dire che, in presenza di debiti, la scelta di accettare con beneficio d’inventario sia sempre consigliabile?
In linea di principio sì, soprattutto quando non si conosce con precisione l’entità del patrimonio ereditato. È una forma di tutela importante, ma richiede attenzione, consapevolezza e assistenza legale per evitare errori formali che ne invaliderebbero gli effetti. Insomma, accettare un’eredità non è un gesto da fare con leggerezza. Soprattutto in presenza di possibili debiti, conoscere i meccanismi legali è fondamentale per proteggere il proprio patrimonio.
Domande frequenti su Eredità con debiti: cosa rischiano gli eredi nella successione?
Si rischia di dover rispondere dei debiti del defunto con il proprio patrimonio personale, qualora i debiti superino il valore dei beni ereditati. L'articolo suggerisce di valutare attentamente la situazione finanziaria del defunto prima di accettare l'eredità.
Gli eredi possono tutelarsi principalmente attraverso due strumenti: la rinuncia all'eredità, che comporta la perdita di qualsiasi diritto sui beni, e l'accettazione con beneficio d'inventario, che limita la responsabilità per i debiti ereditari al valore dei beni ereditati.
L'accettazione con beneficio d'inventario implica che l'erede risponde dei debiti ereditari solo nei limiti del valore dei beni ricevuti. Questo significa che il patrimonio personale dell'erede è protetto dai creditori del defunto.
È fondamentale valutare attentamente il valore di mercato degli immobili e dei titoli, confrontandolo con l'ammontare dei debiti. Se i debiti superano il valore dei beni, la rinuncia all'eredità potrebbe essere la scelta più prudente.
L'articolo suggerisce di rivolgersi ad avvocati esperti in diritto di famiglia e successioni, come Cristiana Felisi dello studio Charles Rus, per una consulenza specifica sulla propria situazione ereditaria.