L’effetto farfalla è presente in ogni sistema: economico, politico, commerciale, familiare, relazionale. Ma di cosa si tratta?
Il titolare di un negozio di computer in Italia acquista i suoi pc da un’azienda americana che a sua volta ne fa progettare il software a un team di ingegneri indiani e l’hardware a un’industria cinese la quale, a sua volta, acquista le materie prime per batterie e microchip da una miniera di silicio in Congo e il petrolio per realizzare la plastica dello chassis in Arabia Saudita.
Ok, vi ho fatto fare il giro del mondo in quattro righe, ma è quello che succede ogni giorno sul nostro pianeta globalizzato, che si tratti di un computer o di un cestello di fragole fuori stagione che acquistiamo al supermercato.
Siamo tutti interconnessi e, per questo, le nostre azioni hanno conseguenze importanti sugli altri.
Immaginiamo se la miniera in Congo non avesse più silicio a sufficienza per soddisfare la richiesta del mercato. Ci sarebbero ripercussioni su tutta la filiera del computer in questione, e alla fine qualche ufficio italiano resterebbe senza computer, con conseguenze sulla sua produttività e fatturato e… su di noi.
È quello che il matematico e meteorologo Edward Lorenz, nel 1972, definì come “effetto farfalla”: in ogni sistema, infinitesime variazioni nelle condizioni iniziali producono variazioni grandi e crescenti nel comportamento successivo dei suddetti sistemi. Per spiegare la sua tesi, Lorenz pubblicò un articolo dal titolo: “Predictability: does the flap of a butterfly’s wings in Brazil set off a tornado in Texas?”, nel quale il battito delle ali della farfalla in Brasile è rappresentativo di un qualsivoglia piccolo cambiamento nelle condizioni iniziali del sistema che conduce a conseguenze su scale più grandi.
È un po’ come lasciare andare una biglia su un piano inclinato lungo un chilometro. La sua velocità incrementerà in modo esponenziale, in accordo con le leggi di gravità.
L’effetto farfalla negli esempi di tutti i giorni
Come detto in apertura, l’effetto farfalla è presente in ogni sistema: economico, politico, commerciale, familiare, relazionale.
Qualche esempio?
Il più lampante lo stiamo vivendo proprio in questi giorni: la guerra in Ucraina ha generato una carenza di grano e un aumento spropositato del prezzo del gas. Il che si è ripercosso con un carovita in qualsiasi settore. Probabilmente, spaventati dal quintuplicare delle nostre bollette, abbiamo modificato le nostre abitudini, abbassato il calorifero in casa e lasciato l’auto in garage. E questo perché due nazioni distanti qualche migliaio di chilometro da casa nostra hanno iniziato a farsi la guerra.
Si potrebbe dire semplicemente è la geopolitica e forse ci viene facile dire: “Ma certo, è così, lo sappiamo tutti”.
Però questo avviene anche nella nostra vita quotidiana. E non ce ne rendiamo conto. Ogni nostra azione è un “battito di ali di farfalla” che può avere conseguenze molto grandi. Se non subito, tra qualche settimana, mese o anno.
Un po’ come avviene nel film Sliding doors. A seconda che decidiamo di correre o no, possiamo prendere o perdere quel treno della metro, e di conseguenza innamorarci della persona giusta o finire a fare tutt’altro.
L’effetto delle nostre azioni sulle relazioni
Inconsapevoli che l’effetto farfalla può partire proprio da noi, a volte non ci prendiamo abbastanza cura delle nostre azioni, soprattutto quando ci sono in ballo delle relazioni.
Potremmo entrare in ufficio con il sorriso, e invece ci entriamo di fretta e a testa bassa. Eppure quel sorriso mancato farebbe venire il buon umore al nostro collega vicino di scrivania il quale, al momento del bisogno, qualche settimana più tardi, potrebbe offrirsi di aiutarci in un momento di nostra difficoltà (cosa che farebbe con maggiore fatica se noi non lo degnassimo mai di una attenzione personale che sia un po’ più umana del solo legame professionale).
Possiamo scegliere di fare o non fare piccole, apparentemente insignificanti azioni ogni giorno (proprio come un sorriso o un chiedere “come stai?” o dialogare costruttivamente con i nostri collaboratori, amici o familiari). Il fatto è che tutti questi nostri apparentemente insignificanti atteggiamenti diventano proprio come una biglia che viaggia sul piano inclinato del tempo: più le reiteriamo, più costruiremo un certo tipo di “effetto” (e di relazioni).
L’invito è quindi quello di prestare maggiore attenzione alle nostre azioni e al potere che hanno sul lungo periodo. Maggiore consapevolezza nell’agire nel “qui ed ora” significa essere più responsabili e anche maggiormente artefici del nostro destino.
Ovviamente questo vale in azienda come in ogni altro ambito interpersonale. Un genitore che spende ogni giorno un po’ del suo tempo a giocare con suo figlio o sua figlia (o che mentre gli parla lo guarda negli occhi e non resta incollato allo schermo del suo cellulare… succede anche questo!) molto probabilmente costruirà un rapporto più intimo e autentico con la sua prole. E quando i figli saranno adolescenti, sarà più facile comunicare con loro e aiutarli ed evitare che questi, sentendosi soli, prendano strade che non vorremmo.
Piccoli gesti quotidiani possono fare la differenza. Dobbiamo essere consapevoli che abbiamo il magico potere della “farfalla”.
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