Una vecchiaia senza risparmi sufficienti ad affrontarla in serenità mi terrorizza ed è per questo che ho sempre sollevato il problema con tutti i miei clienti, specialmente con quelli più giovani.
Chi è già in pensione forse non si rende nemmeno conto del privilegio che ha. Chi è ancora lontano dalla meta spesso sottovaluta il problema.
Nei primi anni Cinquanta, un lavoratore maschio di 60 anni aveva la speranza di vivere fino a 76 anni, ma grazie ai progressi della medicina, ad una alimentazione più sana, un più alto livello d’istruzione ed una maggiore crescita economica, oggi la media è superiore agli 83 anni. Il che significa che la longevità è cresciuta del 43%.
E questi numeri sono destinati ancora a crescere.
che ci permettano di gestire il rischio longevità (longevity risk), ossia il rischio di sopravvivere alle proprie risorse finanziarie. Facciamo un esempio: se Marco andando in pensione a 65 anni volesse una rendita aggiuntiva di 1.000 euro al mese, in base alle attuali tabelle demografiche sulla speranza di vita a 65 anni, dovrebbe avere un capitale di 252.564 euro.
Ma visto che secondo le statistiche Marco ha una buona probabilità di raggiungere gli 83 anni e, qualora li raggiunga, una discreta probabilità di arrivare a 90 anni, quanto capitale aggiuntivo gli servirebbe per tagliare quest’altro importante traguardo?
La risposta è: altri 57.156 euro, ossia un ulteriore 22% rispetto al capitale iniziale!
Numeri che spaventano se non si è fatta a monte la giusta pianificazione.
Pensione e vecchiaia sono temi che si tendono a rimandare, soprattutto se si è giovani.
Potresti pensare, erroneamente, che c’è ancora tempo per occuparsene e che ci penserà in ogni caso il sistema pensionistico.
Ma gli assegni da pensione pubblica si stanno assottigliando, perciò è fondamentale pensare già ai tuoi risparmi e ai tuoi investimenti in funzione del momento in cui uscirai dal mondo del lavoro.
In questo modo potrai evitare di finire in condizioni di povertà proprio negli ultimi anni di vita nei quali avrai bisogno di più assistenza e di più risorse per pagare quell’assistenza.
Chi come me non ha figli, sa già che se la salute l’assisterà e arriverà alla vecchiaia, non avrà il sostegno di nessuno, ma anche chi ha figli deve pensare che forse questi, per motivi di lavoro, si trasferiranno all’estero o potrebbero essere lontani per potersi occupare dei propri genitori.
E, a dirla tutta, chi vorrebbe pesare sulle persone che ama, caricandole di responsabilità oltre che emotive anche economiche?
E allora è giusto occuparsi di pensione fin da giovani, integrando la pensione futura con una integrativa.
I vantaggi di farlo sin da giovani sono molteplici:
- Più tempo a disposizione per poter accantonare anche piccole cifre che non vadano a pesare troppo sui propri risparmi, specie quando si lavora da pochi anni e magari si ha un mutuo da pagare o una famiglia appena creata.
- Investire su mercati con un livello di rischio più alto e, di conseguenza, con rendimenti più alti, per poi diminuire gradualmente l’esposizione al rischio, consolidando i guadagni derivati dal mercato, man mano che si avvicina il momento del pensionamento.
- Godere del contributo del datore di lavoro (versando anche un proprio contributo).
- Beneficiare di un maggior rendimento rispetto al TFR lasciato in azienda.
- Godere di una serie di vantaggi fiscali sia in fase di contribuzione e gestione, sia quando si ottiene la rendita.
- Dedurre fiscalmente l’importo versato annualmente nel fondo pensione, con conseguente risparmio sulle tasse.
La pianificazione è la parola chiave del successo finanziario, ma non è mai stata così importante come per il raggiungimento dell’obiettivo di una vecchiaia dignitosa e serena per noi e per le persone che amiamo.