Si è spento uno degli obiettivi più importanti del XX e di questo primo quarto di secolo: il fotografo Sebastião Salgado è morto a Parigi il 23 maggio 2025 per leucemia. Nato l’8 febbraio 1944, ad Aimorés, Minas Gerais, Brasile, Sebastião Ribeiro Salgado Júnior verrà ricordato come un fotografo umanista e ritrattista, con una sensibilità particolare per i temi dell’ambiente, del lavoro, delle migrazioni. Workers per esempio, è reportage sociale frutto di sei anni di lavoro in 26 paesi (fra cui Brasile, Ruanda, India, Kuwait, Polonia, Bangladesh): indaga gli effetti del lavoro manuale sulla vita degli individui e delle comunità. Migrations è invece un lavoro sulle migrazioni, svolto per 15 anni in 43 paesi del mondo.

L’interesse per l’ambiente invece matura con il nuovo millennio: a questo Salgado dedica Genesis, progetto elaborato fra il 2003 e il 2011. Il progetto è stato un viaggio fotografico attraverso i cinque continenti, documentante il mondo com’era e com’è, una celebrazione della terra come risorsa da conoscere e amare.
“I ghiacciai parlano, hanno un’anima, una vita e una forza gigantesca che sposta masse rocciose. il Campo de Hielo, tra Argentina e Cile, tra i più grandi ghiacciai del mondo, si sta riversando verso l’oceano e qua
Sebastião Salgado
Salgado, da economista a fotografo di fama mondiale
Come spesso accade, il suo percorso di fotografo inizia da lontano. Sebastião Salgado studia infatti economia a San Paolo, si specializza a Parigi e si trasferisce a Londra per lavorarvi come economista per conto della International Coffee Organisation. Inizia a viaggiare: in Africa, scatta le sue prime fotografie.

Etiopian refugees. Courtesy Phillips
Non si tratta di hobby: la forza delle immagini che produce lo scardina dal suo primo lavoro, che lascia nel 1972. Si ritrasferisce a Parigi nel 1973, per dedicarsi soltanto alla fotografia, sempre accompagnato dall’amata moglie Lélia Wanick, autrice e produttrice cinematografica. In questi anni da freelance è vittima di un incidente che gli causerà problemi alla colonna vertebrale per tutta la vita: nel 1974, una mina lo colpisce mentre è in Mozambico per documentare la guerra per l’indipendenza.

Pozzi di petrolio in fiamme nel Kuwait, dopo la fine della Guerra del Golfo
Lavora per le agenzie Sygma, Gamma e nel 1979 entra a far parte dell’agenzia fotografica Magnum, che lascerà nel 1994, quando a rappresentarlo sarà solo la sua Amazonas Images. Il regista tedesco Wim Wenders nel 2014 ha dedicato alla vita di Salgado il documentario Il sale della terra, candidato agli Oscar l’anno successivo.

Rainbow over the Tucuxim area. Parima Forest Reserve. Yanomami Indigenous Territory. Courtesy Sotheby's
L’ultimo grande lavoro del fotografo è Amazonia: un progetto durato sei anni, durante i quali Salgado ha fotografato la foresta amazzonica, i fiumi, le montagne e le persone che vi abitano; un connubio di potenza e fragilità insieme, tipica della natura di quei luoghi. In Italia Amazonia è stata presentata al MAXXI – Museo delle Arti del XXI secolo, fino al 13 febbraio 2022.
Dove vedere l’ultima mostra di Salgado in Italia
Fino al 21 settembre 2025 sarà possibile visitare al Mart di Rovereto, in Trentino, l’ultima mostra del fotografo appena scomparso, Ghiacciai. In 54 fotografie di grande e grandissimo formato, quasi del tutto inedite, con le quali il maestro brasiliano racconta l’ultimo capitolo della sua ricerca sui temi cruciali della vita sulla terra. Il progetto, curato dalla moglie Lélia Wanick, nasce da un’idea del Trento Film Festival con Contrasto in occasione dell’anno per la conservazione dei ghiacciai proclamato nel 2025 dalle Nazioni Unite.

Iceberg Between Paulet Island and the Shetland Islands, Antarctica. Courtesy Phillips
Come ha spiegato lo stesso Salgado in videoconferenza presentando la mostra, non c’è traccia dell’uomo tra questi ghiacciai morenti, dal Canada alla Patagonia, all’Himalaya, alla Georgia, alla Russia. Le uniche forme di vita presenti sono gli uccelli o le colonie di pinguini. «Nel fare queste fotografie ho incontrato poche persone, qualche scienziato, qualche turista. Ma le condizioni di vita nella maggior parte dei ghiacciai estremi rendono difficile la presenza umana a quattro-cinquemila metri di altezza. Quando ho incontrato persone non ho scattato, perché non erano immagini interessanti. Ma il segno lasciato dall’uomo l’ho visto».
Il mercato delle fotografie di Salgado
Nel momento in cui scriviamo, il prezzo medio di una foto di Salgado si aggira intorno ai 10.000 dollari (Artsy price database), con un tasso medio di rivalutazione pari al 4%. Il suo top lot è finora una foto del 1986: Serra Pelada, Gold mine, Brazil, venduta per 118.750 sterline (155.577 dollari) nell’ottobre 2018 da Sotheby’s durante l’asta The Midas Goldtouch, curiosamente non dedicata alla fotografia ma a una collezione privata di estremo lusso.

Serra Pelada, Gold mine, Brazil, 1986. Courtesy Sotheby's
Domande frequenti su È morto Salgado, addio al fotografo umanista
Prima di dedicarsi alla fotografia, Sebastião Salgado ha lavorato come economista. Successivamente, ha intrapreso la carriera di fotografo, raggiungendo fama mondiale per il suo lavoro umanista e i suoi reportage sociali.
Salgado è stato un fotografo umanista noto per la sua sensibilità verso temi come l'ambiente, il lavoro e le migrazioni. Il suo lavoro ha spesso documentato le condizioni di vita e le sfide affrontate da diverse comunità in tutto il mondo.
Sebastião Salgado è morto a Parigi il 23 maggio 2025 a causa della leucemia. Era nato l'8 febbraio 1944 in Brasile.
Sebastião Salgado è diventato famoso per la sua fotografia umanista e i suoi ritratti. Era particolarmente noto per i suoi reportage sociali, come 'Workers', frutto di anni di lavoro.
L'articolo indica che c'è interesse per le opere di Salgado in Italia, suggerendo che le sue fotografie sono state esposte e apprezzate nel paese. L'intestazione 'Dove vedere l’ultima mostra di Salgado in Italia' implica che ci sono state mostre recenti o in corso.