Directa, l’indagine che vede coinvolta la sim di Massimo Segre
Le acque per la società hanno iniziato a intorbidirsi più di un anno fa, quando gli ispettori della Banca d’Italia, nell’esercizio delle loro funzioni di controllo, avevano notato che alcuni conti destinati al trading sui mercati in realtà presentavano dei movimenti irrisori o assenti. In quella sede veniva comminata a Directa una multa da 30.000 euro, e successivamente trasmessa una segnalazione alla Consob di Torino, giacché le misure intraprese dalla sim non avevano soddisfatto Via Nazionale.
Le attività contestate a Directa
Ma in cosa consisteva la pratica di (presunto) abusivismo bancario? Directa Sim mediava credito a istituti bancari che altrimenti non sarebbero riuscite ad averlo (a causa delle proprie difficoltà di bilancio). La società torinese traeva questa liquidità da istituti bancari ritenuti solidi, fra cui Banco Azzoaglio, Banco fiorentino, Banca delle Alpi marittime, Credito Fondiario. Figuravano anche Palladio Holding, Fondazione Mps e Fides spa. Dette società aprivano il proprio conto di trading on line presso Directa, versandovi il denaro che poi sarebbe stato girato agli istituti in stato di debolezza finanziaria.
Le dichiarazioni del ceo e di un portavoce
Quel tipo di attività contestata da Bankitalia – benché ritenuta legittima dalla stessa società – è stata interrotta, fa sapere la società, raggiunta da We Wealth. Quella odierna è solo «una proroga dell’indagine già in atto, la quale in ogni caso non riguarda in alcun modo l’attività dei clienti retail: toccando solo una particolare tipologia di rapporto che Directa aveva con le banche. E che comunque – in seguito alla segnalazione di Banca d’Italia – è stata chiusa, pur essendo ritenuta, in totale buona fede, adeguata alla nostra attività. Abbiamo fatto tutto ciò che Bankitalia ci ha chiesto e siamo a totale disposizione della magistratura, nella quale riponiamo piena fiducia». Per la cronaca, le operazioni contestate da Via Nazionale si interrompono con le dimissioni dell’ex co-amministratore delegato Giancarlo Marino.
L’amministratore delegato Andrea Busi dal canto suo aveva anticipato la posizione, dichiarando a La Stampa che Directa ha sempre «agito nel rispetto delle norme e delle regole», e che ripone «piena fiducia nella magistratura», cui la società «fornirà tutti gli elementi utili per dimostrare la legittimità del proprio operato» nell’ambito di una indagine in corso da «oltre un anno» e quindi non recente, anche se amplificata dai mezzi di comunicazione a causa della sua mancata chiusura.
I numeri della società
Directa Sim è una società di intermediazione mobiliare presente sul mercato da quasi 30 anni (è stata fondata nel 1995). Può vantare circa 80mila conti aperti con asset under management (aum) di circa 4,7 miliardi di euro. Chiude il bilancio 2023 con un utile lordo consolidato di 11,9 milioni di euro netti (+59,7% sul 2022) e un utile netto di 8,2 milioni di euro (+46,4% sul 2022). Le commissioni nette ammontano complessivamente a 13,7 milioni di euro, in lieve calo (-2,1%). Il margine d’interesse è aumentato in maniera molto consistente (+63,5%), essendo pari a 15,7 milioni di euro. Infine, il patrimonio netto della società ha raggiunto i 37,6 milioni di euro (+25,7%), pur con un pagamento di dividendi pari a 2,640 milioni di euro.