“A causa delle tensioni bancarie, i rendimenti a breve termine negli Stati Uniti e in Europa hanno registrato i più forti cali settimanali dal 1987”, ha affermato Goldman Sachs
In Europa l’indice di riferimento dei fondi monetari è l’€STER (Euro Short Term Rate), che oggi rende quasi il 2,9% annuo
La domanda di titoli sicuri, i cosiddetti safe asset sui cui gli investitori virano nei momenti di massima paura sui mercati come i titoli di Stato a breve termine, ha raggiunto il picco più alto che si fosse mai visto dalle profondità della crisi del coronavirus nell’ultimo mese. Lo hanno rilevato gli analisti di Goldman Sachs in una nota del 27 marzo, nella quale viene messo in risalto come, “a causa delle tensioni bancarie, i rendimenti a breve termine negli Stati Uniti e in Europa hanno registrato i più forti cali settimanali dal 1987”. Sintomo di una crescente domanda di asset dal profilo di rischio e rendimento più contenuto.
Di conseguenza, nelle due settimane che sono seguite al fallimento della Silicon Valley Bank (Svb), si è osservata un travaso dai conti correnti bancari ai fondi monetari. Questi fondi a basso rischio hanno osservato afflussi da 286 miliardi di dollari da inizio marzo, secondo i dati Epfr citati dal Financial Times. Come affrontato in un precedente articolo, il fondo monetario rientra fra le opzioni che il cliente di una banca può considerare per distogliere la parte non assicurata del suo deposito, ossia le cifre al di sopra della soglia dei 100mila euro (in Italia) o i 250mila dollari (negli Usa). Attualmente i fondi monetari gestiscono 5.100 miliardi di dollari a livello globale, secondo i dati aggiornati a mercoledì 22 marzo da Bank of America, un record assoluto.
I flussi sui fondi monetari
I flussi netti di capitali, nelle varie categorie, di fondi vedono una forte preponderanza dei fondi monetari nelle ultime quattro settimane, con 340 miliardi di dollari di afflussi, seguiti a distanza dai fondi obbligazionari governativi e dagli obbligazionari dei Paesi emergenti, ha messo in luce Goldman Sachs.
Anche in proporzione alle masse, monetari e governativi sono, nell’ordine, i fondi che hanno incrementato di più i propri asset in gestione nelle ultime quattro settimane. Tutto questo significa una cosa sola, di fronte alle incertezze e le tensioni sul sistema bancario, gli investitori stanno cercando di ridurre la propria esposizione ai rischi di ribassi sui mercati. “Il fallimento di due banche regionali statunitensi e le preoccupazioni per Credit Suisse hanno provocato una brusca inversione di tendenza nel sentiment degli investitori rispetto all’ottimismo accumulato nei primi mesi dell’anno”, hanno registrato gli analisti di Goldman Sachs guidati da Cecilia Mariotti. In particolare, gli afflussi sui fondi monetari “riflettono qualche fuga dai depositi collegata allo stress bancario statunitense”.
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Quanto possono rendere i fondi monetari
Prima ancora del fallimento di Svb e del salvataggio di Credit Suisse i fondi monetari erano tornati nei radar degli investitori. A lungo poco attraenti per gli investitori al dettaglio, i rialzi dei tassi d’interesse hanno ridato fiato a questa tipologia di fondi, che investe in titoli a breve scadenza e, di norma, a basso rischio. Trattandosi di titoli estremamente facili da liquidare il possesso di un fondo monetario viene equiparato al cash, con la differenza che il suo rendimento tende ad essere positivamente correlato con l’andamento dei tassi – al contrario di quanto avviene con le obbligazioni a lungo termine. In Europa l’indice di riferimento è l’€STER (Euro Short Term Rate), ovvero il tasso interbancario che si muove all’interno del corridoio dei tassi definito dalla Banca Centrale Europea. Fino all’agosto 2022 questo tasso era ancora in territorio negativo, oggi, 27 marzo, rende il 2,899% annuo. Un livello destinato a salire ulteriormente, visto che la Bce sembra intenzionata a operare altri rialzi dei tassi di riferimento.
Nella tabella in basso, realizzata da Morningstar per l’Economia, è possibile osservare alcuni dei fondi monetari ordinati per rendimento da inizio anno al 15 marzo. E’ importante ricordare che a differenziare un fondo monetario dall’altro è anche l’affidabilità degli emittenti dei bond a breve termine che ne compongono il portafoglio. Di conseguenza, rendimenti più alti possono indicare un profilo leggermente più aggressivo e rischioso.
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