Uno studio della Fed e del Mit rileva che durante la pandemia da influenza spagnola solo negli Stati Uniti ci fu un crollo della produzione manifatturiera del 18%
“Il tessuto delle nostre pmi lavora con liquidità a due mesi, nella migliore delle opzioni. Siamo ormai quasi oltre i limiti”, spiega Paolo Trucco
“Ci sono tre fattori che rendono lo scenario odierno diverso da quello degli Stati Uniti nel 1918 – commenta Paolo Trucco, docente di Industrial risk management alla School of management del Politecnico di Milano – In primo luogo, oggi si parla di un’economia globalizzata. Se all’epoca l’effetto della pandemia sul lavoro e sull’economia era abbastanza localizzato, oggi subiamo impatti significativi delle strategie di gestione dell’emergenza da parte di altri paesi e allo stesso modo trasferiamo le nostre strategie su di essi”. In Germania, spiega ad esempio Trucco, l’industria automotive è stata impattata dalla gestione della fase 1 in Italia, perché una base importante di fornitori risiede proprio nel Belpaese. “La globalizzazione delle filiere è un driver che non esisteva all’epoca e che oggi condiziona fortemente l’effetto della gestione della pandemia sull’economia”, precisa.
Un approccio sistemico per reagire alla crisi
Secondo Trucco, è necessario piuttosto un approccio sistemico. “Innanzitutto perché la crisi che stiamo affrontando è una crisi altrettanto sistemica, che impatta direttamente sulle persone e indirettamente su tutti gli ambiti della vita sociale ed economica con cui interagiscono – spiega – Questo vuol dire garantire un pacchetto complessivo di misure tra loro coerenti sia in termini di sinergia sia in termini di compensazione. Finora questo si è visto abbastanza poco”. In secondo luogo, continua, ci stiamo muovendo verso uno scenario non noto, “poiché una ripresa delle attività in compagnia di covid genererà un assetto socio-economico diverso rispetto al passato, anche per questo non possiamo fare un parallelo con l’influenza spagnola del 1918”. Di conseguenza, precisa, bisogna “riuscire a essere adattivi nell’insieme delle misure che si propongono e si mettono in pratica, dotandosi di strumenti di osservazione puntuali per rivalutare le nostre azioni”.
Trucco: “Le pmi soffrono di sottocapitalizzazione cronica”
E sul tema della liquidità alle imprese la situazione sembra non essere delle migliori. “Il tessuto delle nostre piccole e medie imprese lavora con liquidità a due mesi – continua Trucco – Siamo ormai quasi oltre i limiti, e le misure di sostegno alla liquidità in larga parte non sono ancora giunte ai destinatari”. Secondo Trucco, nel medio termine bisognerà puntare su azioni finanziarie differenti. “Sappiamo che le nostre pmi soffrono di sottocapitalizzazione cronica e in questo momento rappresenta una grandissima vulnerabilità”, aggiunge Trucco, che conclude: “Dovremmo supportare delle azioni virtuose di ricapitalizzazione o operazioni di m&a per il consolidamento almeno di alcuni settori strategici in cui, come Paese, esprimiamo una leadership tecnologica e di mercato. Non possiamo permetterci che il covid-19 spazzi via queste eccellenze”.