L’atteggiamento noto come “avversione alle perdite” è un elemento che contribuisce ad aggravare e ad allungare la durata delle crisi economiche
La tendenza a focalizzarsi eccessivamente sul “qui e ora” anziché sulla generazione di un guadagno coerente con i propri obiettivi di pianificazione patrimoniale, è fonte di molti danni per i portafogli dei risparmiatori
Gli investitori tendono a lasciarsi coinvolgere eccessivamente dalla volatilità dei mercati rischiando di essere sopraffatti dalle notizie e dai timori legati agli scenari futuri e finendo per gestire male il proprio patrimonio
Esistono diverse soluzioni per non cadere in questi errori: la prima, fondamentale, è quella di affrontare i periodi difficili con il supporto del proprio consulente
Se nelle scelte che facciamo i “contro” pesano più dei “pro”, la colpa è dell’amigdala. A scoprirlo sono stati qualche anno fa i ricercatori dell’Università Vita-Salute San Raffaele in uno studio pubblicato su The Journal of Neuroscience dove hanno dimostrato che è proprio questa piccola parte del cervello, centro neurale della paura e dell’ansia, a fare da “centralina” per l’esagerata anticipazione del dolore conseguente alle possibili perdite derivanti da una scelta.
Questo meccanismo psicologico era già emerso dagli studi del premio Nobel per l’Economia Daniel Kahneman che negli anni Settanta aveva scoperto come nelle sue scelte l’essere umano preferisce evitare le perdite all’ottenere guadagni, almeno finché il possibile guadagno non sia pari a circa il doppio della possibile perdita. Un fenomeno pressoché universale, noto come “avversione alle perdite”, atteggiamento che secondo gli economisti è un elemento che contribuisce ad aggravare e ad allungare la durata delle crisi economiche.
Insomma, prevale l’irrazionalità. Eppure per lungo tempo gli economisti hanno ipotizzato che le persone con una mentalità economica (il cosiddetto “Homo oeconomicus”) agiscano razionalmente, ottimizzando i benefici. Al contrario, il fenomeno della loss aversion mostra che le persone si comportano in modo irrazionale nelle situazioni decisionali, soprattutto quando le incertezze sono importanti, come sta avvenendo in questi anni prima a causa del Covid e ora della guerra tra Russia e Ucraina che ha risvegliato un’inflazione che non si vedeva da 40 anni. E questo perché per il premio Nobel Kahneman le persone non valutano un investimento (per esempio, una casa, delle azioni o un prodotto finanziario) in base al risultato finale, ma in base a un cosiddetto punto di riferimento, che di solito coincide con il momento dell’acquisto.
Guadagni coerenti con obiettivi di pianificazione generazionale
Ma questa tendenza a focalizzarsi eccessivamente sul “qui e ora” anziché concentrarsi sulla generazione di un guadagno coerente con i propri obiettivi di pianificazione patrimoniale su un determinato orizzonte temporale, tendenzialmente di medio o lungo termine, è fonte di molti danni per i portafogli dei risparmiatori. Che, proprio perché reagiscono irrazionalmente, sono più portati a commettere degli errori circa le loro decisioni di investimento.
Gli investitori, infatti, tendono a lasciarsi coinvolgere eccessivamente dalla volatilità dei mercati e per questo motivo rischiano di essere sopraffatti dalle notizie e dai timori legati agli scenari futuri, finendo per trascurare l’ottimizzazione e la protezione del proprio patrimonio.
Il problema di vendere troppo in fretta asset redditizi
Un altro problema che emerge di frequente è detenere portafogli non coerenti rispetto ai propri obiettivi di investimento oppure vendere asset redditizi per paura che questi rendimenti possano esaurirsi in breve tempo, limitando così il potenziale di portafoglio nel lungo termine. Ma può accedere anche il contrario, e cioè di assumersi inconsapevolmente dei rischi eccessivi: la percezione del rischio ricopre un ruolo centrale nel comportamento umano e può venire meno specialmente in condizioni di mercato incerte come quelle attuali.
Per questo quando la componente emotiva tende a prevalere su quella razionale, si rischia, da una parte, di non vedere i ribassi di mercato come interessanti possibilità di acquisto e, dall’altra, di non riuscire a prendere parte ai potenziali rimbalzi successivi a periodi di forti correzioni.
Trovare le soluzioni giuste con il supporto di un consulente
Ma come evitare di farsi guidare dall’avversione alle perdite? La prima soluzione è quella di affrontare i periodi difficili con il supporto del proprio consulente, ma può aiutare anche non movimentare eccessivamente il portafoglio tenendo fede ai propri obiettivi.
È bene infatti mantenere un’ottica di investimento di lungo termine, il che richiede innanzitutto pazienza, ma soprattutto un’adeguata pianificazione e diversificazione, coerentemente al proprio profilo di rischio. Per esempio, la pianificazione per obiettivi (o goal based investing) è un approccio secondo cui gli investimenti vengono appunto pianificati nel tempo insieme a un professionista finanziario per permettere all’investitore di conseguire obiettivi o progetti di vita specifici come l’acquisto di una casa o l’educazione universitaria dei propri figli.
Un’altra soluzione è quella di optare per un Pac (Piano di accumulo del capitale), ossia un programma di investimento graduale e personalizzato, caratterizzato da versamenti periodici su un orizzonte temporale di lungo periodo in funzione delle proprie esigenze e obiettivi. Nell’ambito di una strategia di questo tipo, e in fasi come quella attuale di particolare volatilità, è possibile consolidare il Pac con versamenti aggiuntivi per migliorarne ulteriormente la performance nel lungo termine.
LE OPPORTUNITÀ PER TE.
Lo sai che con l’aiuto di un consulente puoi riuscire a gestire tutti i rischi legati all’istinto di scelte spinte solo dalla tua avversione alle perdite?
Hai bisogno di conoscere, senza impegno, un consulente che sappia guidarti nelle tue scelte di investimento?
Gli esperti selezionati da We Wealth possono aiutarti a trovare le risposte che cerchi.