La Bce offre una remunerazione del 3,75% alle banche che parcheggiano la loro liquidità a Francoforte, senza rischi. Ma i conti correnti non si sono schiodati dalla remunerazione a zero, fino ad ora
Il ritardo in questo adeguamento ha attirato l’attenzione anche della Fed, che ha dedicato uno studio sulle cause della bassa e lenta trasmissione dei tassi Bce sui rendimenti dei depositi nell’Eurozona
Alla fine, il primo grande passo l’ha compiuto una banca spagnola: Bbva ha lanciato un’offerta di remunerazione sul conto corrente che sfida il panorama italiano, nel quale non si vedono istituti di credito pronti a pagare un interesse sulle giacenze del conto. Il conto di Bbva prevede una remunerazione del 4% sul saldo, senza importi minimi, fino al 31 gennaio del 2025. In questo momento l’offerta, estesa anche ai vecchi clienti Bbva, rappresenta un unicum. Stando ai dati dell’aggregatore di Confrontaconti.it l’unica altra banca che offre una remunerazione del saldo è Ibl Banca, ma solo per i nuovi clienti (rendimento al 3,3% per un anno).
“Vogliamo offrire ai nostri clienti un prodotto in cui possano sempre avere i loro soldi disponibili senza perdere i vantaggi dei tassi di interesse. Questa azione è in linea con la nostra strategia: offrire la migliore esperienza ai clienti italiani”, ha dichiarato a We Wealth Javier Lipuzcoa, Head of Digital Banking Italy, “continueremo a lavorare su nuovi prodotti, come prodotti di investimento, assicurazioni o mutui: vogliamo diventare la prima banca per i clienti italiani”. In meno di quattro mesi Bbva prevede di aumentare considerevolmente il numero dei propri clienti “abbiamo raggiunto 250.000 clienti da quando siamo ‘sbarcati’ in Italia e il nostro piano è raggiungerne 320.000 entro la fine dell’anno”.
La mossa di Bbva si inserisce in un contesto in cui, in poco più di un anno, i tassi che le banche incassano dalla Bce sulle loro riserve sono passati da -0,5% a +3,75%. Un guadagno privo di rischio al quale non è corrisposto un adeguamento sulle remunerazioni dei conti correnti. Le banche commerciali sono state riluttanti all’adeguare verso l’alto le remunerazioni offerte sui depositi; in Italia, ma non solo.
La stessa Associazione bancaria italiana, in risposta agli appelli del governo, aveva definito il conto corrente come un “servizio”, che per cercare una remunerazione i clienti avrebbero dovuto rivolgersi a forme più vincolate come il conto deposito. La mossa Bbva cambia le carte in tavola ripristinando l’idea, alla quale ci era da tempo disabituati, che il conto corrente possa offrire una piccola parte d’interesse anche al cliente.
Margini in aumento, senza aumentare i tassi sui conti correnti
Il crescente divario fra tassi i d’interesse elevati sul credito e i costi per il funding bancario, ha fatto lievitare i margini delle banche italiane a partire dalla seconda metà del 2022. Secondo un’analisi delle relazioni semestrali condotta da We Wealth, solo nel primo semestre del 2023 le prime cinque banche italiane per asset (Intesa, Unicredit, Banco Bpm, Bper e Mps), hanno incrementato del 53% il proprio margine d’interesse, superando complessivamente i 19 miliardi di euro. La consapevolezza che i tassi della Bce potrebbero tornare a scendere nel 2024 sta spingendo le banche a limitare quanto più possibile la remunerazione dei conti, in modo da contenere il futuro calo del margine d’interesse.
Ma questa potrebbe non essere l’unica ragione per la quale la trasmissione dei tassi di riferimento (passthrough) è stata così scarsa, lasciando i conti correnti a remunerazione zero. La reticenza delle banche europee ad adeguare il rendimento dei conti correnti (ma anche quelli dei conti deposito), dopo l’aumento dei tassi, ha rappresentato un’anomalia tale che due economisti della Federal Reserve board of governors, lo scorso luglio, hanno dedicato uno studio alle cause di questo fenomeno. “Il passthrough sui tassi di deposito è stato ancora più lento rispetto ai precedenti episodi di inasprimento monetario”, hanno notato Todd Messer e Friederike Niepmann, secondo i quali le banche avrebbero tardato per via dell’abbondanza di riserve in eccesso, favorita dalle politiche di allentamento monetario dell’era covid. Quando le riserve di liquidità in eccesso sono abbondanti, significa che le banche preferiscono depositarle presso la banca centrale e percepire l’interesse che questa offre loro, piuttosto che espandere il credito a famiglie e imprese. In queste condizioni, le banche hanno “pochi incentivi ad attirare [ulteriori] depositi e quindi sono meno disposte ad aumentare i tassi” sui conti correnti.
Del resto, tenere basse le remunerazioni sui conti ha un effetto positivo sui profitti della banca ed è “un fattore importante per determinare quanto banche traggano beneficio dall’aumento dei tassi di riferimento”, hanno affermato gli economisti della Fed, “quanto più lentamente i depositi saranno riprezzati in futuro, tanto più alti saranno i profitti delle banche, a parità di altre condizioni”.
A un certo punto, però, la concorrenza sulle offerte dei conti correnti potrebbe farsi più agguerrita. Finora il cliente a caccia di un conto corrente remunerato ha avuto poche o nessuna alternativa. “Con l’ulteriore aumento dei tassi di riferimento [Bce], è probabile che a un certo punto la concorrenza per i depositi e, di conseguenza, il passthrough aumenti in tutti i Paesi”. Quello di Bbva potrebbe essere il primo passo di una nuova fase di concorrenza sui conti correnti fra le banche italiane.
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