I conflitti geopolitici, da quello russo-ucraino a quello in Medioriente, spingono molti investitori a voler difendere il portafoglio con una strategia mirata. Come è possibile difendersi dalle minacce in corso? Utility e materie prime, sono spesso al centro del portafoglio anti-crisi e i gestori puntano anche a oro e petrolio. Il mix ideale sarebbe 60% in obbligazioni, 30% sulle Borse e 10% in materie prime.
Diversificazione e qualità
Gli analisti in particolare suggeriscono un approccio diversificato, con particolare attenzione alla qualità. “Sul comparto obbligazionario, in funzione di protezione del portafoglio, emissioni euro corporate investment grade, con rendimento a scadenza medio del 3.80% e una duration media di 4,5”, spiega Gamma Capital Markets suggerendo di “non inserire la componente High Yield perché cerchiamo le performance con la componente azionaria e perché, in caso di scenario risk-off, il disinvestimento da questa asset class non gode delle stesse garanzie di immediata liquidabilità dell’equity.
L’oro
Classica asset class da conflitti e quella dell’oro la cui corsa continua e aggiorna i massimi storico. Durante le prime ore di venerdì 12 aprile, il lingotto ha toccato un nuovo record a 2.413 dollari l’oncia, portando a casa la quarta settimana di rialzi consecutiva, e un +14% dall’inizio dell’anno. Insieme all’argento e altre materie prime, il metallo prezioso ha trovato posto ormai nella fascia alta delle performance del 2024 tra i principali asset finanziari. A spingere l’oro, le crescenti tensioni geopolitiche. Russia e Germania hanno esortato i Paesi del Medio Oriente a dare prova di moderazione, mentre Israele ha minacciato un attacco all’Iran
L’idea del private credit
Un’area di investimento da prendere in considerazione in questo contesto può essere quella del private credit, dove il flusso di transazioni è aumentato notevolmente negli ultimi mesi. I fondamentali del credito privato rimangono solidi. Inoltre, l’analisi di Nuveen mostra che i prestiti nel middle market hanno attualmente un rendimento di circa il 12% e, anche se un paio di tagli dei tassi si concretizzeranno nella seconda metà del prossimo anno, prevediamo che tale rendimento rimarrà a due cifre. Il private credit dovrebbe essere in grado di resistere anche a un rallentamento economico. Per quanto riguarda i settori specifici del private credit, gli analisti preferiscono le opportunità offerte dal settore dei servizi alle imprese, meno esposto alla spesa discrezionale. Ad esempio, le società di consulenza che forniscono supporto alla progettazione di progetti infrastrutturali sono interessanti.
Gli investimenti da evitare
Secondo Gam, “la guerra in Ucraina sembra essere tutt’altro che conclusa e sta causando sofferenze e distruzione incalcolabili. Anche la guerra in Medio Oriente ha probabilmente colto di sorpresa la maggior parte delle persone per la sua durata, portata e intensità ed è destinata a continuare. Questi conflitti stanno assorbendo il capitale dello Stato, che viene destinato agli armamenti e alla ricostruzione invece di:
– finanziare l’espansione delle infrastrutture,
-la digitalizzazione
– la promozione delle energie rinnovabili come previsto.
Il sotto finanziamento di questi importanti settori si farà sentire sui mercati finanziari solo con un certo ritardo.