Sedici anni dopo la scomparsa di François-Xavier Lalanne (1927-2008) e a cinque anni dalla morte della moglie Claude (1924-2019), il duo artistico francese Les Lalanne continua a infiammare il mercato dell’arte con le proprie creazioni, ancora oggi perfetto connubio tra arte e design.
Nato ad Agen, nel sud della Francia, François-Xavier si trasferì a Parigi a diciott’anni per studiare scultura, disegno e pittura all’Académie Julian, mantenendosi nel frattempo come guardia degli artefatti egiziani al Louvre (l’esperienza al museo segnò sicuramente l’artista: ne ritroviamo traccia in molte delle sue opere ‘animali’ quali gatti, scimmie, rinoceronti e ippopotami, presenti nella cultura egiziana, assira e induista). Il primo colpo di fortuna fu dettato dalla scelta dell’appartamento in cui vivere: lo scultore affittò una casa nel quartiere di Montparnasse, dove incontrò (in qualità di vicino di casa) Constantin Brâncuși. Quest’ultimo – con cui François-Xavier condivise coraggiosamente vodka e sigarette – introdusse l’artista francese nel circolo dei surrealisti parigini (che includeva Max Ernst, Man Ray, Marcel Duchamp e Jean Tinguely), da cui Lalanne trasse grande ispirazione. Il secondo ‘appuntamento del destino’ fu invece l’incontro con Claude nel 1952. I due si conobbero lavorando come designer di scena nei teatri della città, iniziando sin da subito a collaborare e vivere insieme (per poi sposarsi solo nel 1967).

François-Xavier nel suo studio. © Capucine de Chabaneix, Courtesy Sotheby’s
Les Lalanne e le creazioni (in coppia e in solitaria)
Anche se uniti dall’amore per il surrealismo, dalla funzionalità degli oggetti e dal il design storico francese (oltre che da un pizzico di ironia), la coppia realizzò raramente opere a quattro mani nello studio di Ury, a sud di Parigi. François-Xavier preferiva infatti il mondo animale (prendendo come riferimento le opere rinascimentali, oltre a quelle surrealiste), mentre Claude quello vegetale (diventando conosciuta al grande pubblico nel 1976 quando Serge Gainsbourg utilizzò la scultura L’Homme à la Tête de Chou (1968) come nome e foto di copertina del suo nuovo album). Gli inizi non furono in ogni caso dei più promettenti: nel 2013 Claude ha dichiarato che le opere della coppia venivano ritenute insensate dalla critica, soprattutto per il fatto che le sculture fossero concepite per avere un uso quotidiano.
Il 1964 fu un anno di svolta: i due tennero la loro prima mostra collettiva, Zoophites, alla parigina Galerie J di Jeannine de Goldschmidt e Pierre Restany. L’esibizione catturò l’attenzione del gallerista greco Alexander Iolas (esperto di surrealismo e neorealismo), che propose a Les Lalanne una nuova collaborazione. Tramite le proprie gallerie di Milano, Madrid, Ginevra, Parigi, Atene e New York, Iolas lanciò la coppia sul mercato dell’arte internazionale. I due furono molto apprezzati dal jet-set degli anni ’60 e ’70 (le loro opere furono acquistate, tra gli altri, da Gianni Agnelli, Gunter Sachs, Marie-Hélène e Guy de Rothschild, Olivier de la Baume e Georges Pompidou) e in seguito ricevettero commissioni dai fondatori di prestigiose maison (Marc Jacobs, John Galliano, Hubert de Givenchy, Roger Vivier e Karl Lagerfeld).

Serge Gainsbourg, copertina dell’album L’homme à tête de chou (1976)
con l’omonima scultura di Claude Lalanne (1968).
Courtesy Serge Gainsbourg, Claude Lalanne, Philips
Lalanne, da Yves Saint Laurent alla consacrazione all’asta
Tra tutti, importante è stata soprattutto il rapporto professionale tra Les Lalanne e Yves Saint Laurent, grazie al quale la coppia ha ottenuto il primo grande record sul mercato secondario dell’arte. La prima scultura mai realizzata su commissione da François-Xavier – Bar YSL (1965) – per la casa dello stilista e di Pierre Bergé, è stata venduta da Christie’s Paris (nell’asta dedicata Collection Yves Saint Laurent et Pierre Bergé) nel 2009 per 2,7 milioni di euro (più di quindici volte la stima d’asta). La stessa sera, anche 15 specchi decorati da Lalanne con motivi in rame sono stati aggiudicati per 1,8 milioni di euro. Da quel momento in poi, le opere dei coniugi sono state sempre più richieste dai collezionisti.
Nel 2011, Christie’s New York ha battuto 10 sculture a forma di pecora – Mouton de Pierre (1979 circa) per 7,9 milioni di dollari. Nel 2017, durante l’asta Jacques Grange – Collectionneur, Sotheby’s Paris ha venduto Les Autruches Bar (1967-1970, ovvero un tavolino bar con contenitore per ghiaccio a forma di uovo) per 6,2 milioni di euro. Due anni dopo, sempre Sotheby’s Paris ha realizzato ottimi risultati (con un totale di 91 milioni di euro per 274 lotti) con l’asta Collection Claude & François-Xavier Lalanne.
I due top lot sono stati Rhinocrétaire (1991), battuta per 5,4 milioni di euro, e Grand Choupatte (2012), aggiudicata per 2,1 milioni di euro. L’attuale record agli incanti della coppia è quello realizzato lo scorso ottobre da Christie’s Paris: Rhinocrétaire I (1964) – che partiva da una stima d’asta compresa tra i 4 e i 6 milioni di euro – è stata comprata per 18,3 milioni di euro (20,2 milioni di dollari), diventando anche l’opera di design più cara di sempre.

François-Xavier Lalanne, Bar YSL per la casa di Yves Saint Laurent e
di Pierre Bergé (1965). Courtesy Christie’s Images Ltd
In copertina: Claude e François-Xavier Lalanne © Edouard Boubat