Il collezionista di alto livello post pandemia è tendenzialmente di origine cinese tra i cinquanta e i sessant’anni (generazione X), investe una media di 241 mila dollari in arte all’anno, acquista, per piacere personale, essenzialmente in galleria opere di pittura ricorrendo volentieri a prestiti e finanziamenti e non rivende prima di cinque anni dall’acquisto. Il profilo del collezionista che viene fuori dall’ultima indagine sul collezionismo globale (Survey 2023 di Art Basel e UBS preparata dalla Dottoressa Clare McAndrew, Art Economics) è dunque diverso da quello che ha dominato le scene negli anni che hanno preceduto la crisi sanitaria.
Alcuni risultati dal Survey 2023 di Art Base e UBS
Se si guardano nel dettaglio le preferenze espresse dai collezionisti intervistati, presenti in 11 mercati in tutto il mondo e tutti con patrimoni personali elevati, la motivazione più importante nell’acquisto di un’opera d’arte è quella del piacere personale che ha raccolto il 37% delle preferenze. A seguire le motivazioni finanziarie (28%) e al terzo posto le relazioni interpersonali, comprese le motivazioni sociali e di networking per collezionare e far parte del mercato dell’arte (14%). La spesa media per arte e beni di antiquariato ha raggiunto i 65.000 dollari nel primo semestre 2023. Il valore è in linea con quello del 2022 ed è in aumento del 19% rispetto al 2021.
Il focus sui collezionisti cinesi
I collezionisti della Cina continentale hanno riportato la spesa media più alta nella prima metà del 2023, pari a 241.000 dollari, mostrando un forte ritorno alla spesa dopo il lockdown. La maggior parte della spesa finora ha riguardato i dipinti (58%) e a seguire le opere su carta (13%). La spesa dei collezionisti della Cina continentale per i dipinti è stata quasi quattro volte superiore alla media e in aumento del 20% rispetto al 2022.
Altre novità dal report
L’arte digitale non decolla e copre appena il 3% della spesa totale dei collezionisti HNW (individui con liquidità di almeno un milione di dollari). Il calo di interesse verso l’arte digitale trova conferma nella minore percentuale che queste opere occupano nelle collezioni degli intervistati oggi è appena dell’8% rispetto al 15% del 2022. Solo il 5% dei collezionisti ha acquistato e rivenduto opere entro un anno. Per il 39% la rivendita si verifica entro i tre anni (in aumento rispetto al 30% nel 2021) mentre la maggior parte dei collezionisti (83%) rivende entro i cinque anni.
Il 43% dei collezionisti HNW ha utilizzato crediti o prestiti per finanziare acquisti d’arte, di cui il 30% nel 2022 e nel 2023. Di questi la quota media del valore delle loro collezioni finanziata tramite credito è stata del 29% (1/3 circa).
Nonostante le continue turbolenze nel settore finanziario, l’elevata inflazione, il continuo impatto di tre anni di COVID-19 e gli effetti persistenti della guerra in Ucraina, il 77% dei collezionisti HNW è ottimista riguardo al rendimento del mercato dell’arte nei prossimi sei mesi.
La ripresa degli acquisti di persona è proseguita nel 2023 a discapito degli acquisti da remoto. L’86% dei collezionisti HNW ha acquistato da un rivenditore e, di questi, l’84% ha acquistato di persona dalla propria galleria (rispetto al 73% nel 2022). Il 58% ha effettuato un acquisto in una fiera d’arte, in calo rispetto al 74% del 2022, sebbene comunque superiore a quello del 2021 (54%). Le aste sono state il secondo canale di vendita più utilizzato dai collezionisti, con circa tre quarti degli intervistati che hanno acquistato all’asta nella prima metà del 2023.
Le tendenze per il mercato dell’arte
Per quanto riguarda le tendenze, la quota di opere di artiste donne nelle collezioni è diminuita del 3% su base annua 2023 (39%), tornando al livello del 2020. Tuttavia, per i collezionisti più alto spendenti (più di 10 milioni di dollari all’anno) le opere di artiste donne rappresentano il (54%) e continuano a aumentare il budget di spesa dal 46% nel 2021 al 55% nel 2023 per questa categoria.
Cala la quota di collezionisti disponibile a acquistare opere d’arte per un prezzo superiore a 1 milione di dollari dal 12% nel 2021 al 4% nel 2022. Invece maggiore è la ricchezza e più aumenta la quota di investimenti allocata in arte: si passa da una media del 15% per quelli con un patrimonio inferiore a 5 milioni di dollari a quasi il 30% per i collezionisti con un patrimonio superiore a 50 milioni di dollari.
Nel 2023, i collezionisti della generazione X hanno speso più dei loro colleghi più giovani, registrando in media una spesa per i dipinti di 145 mila dollari contro i 108 mila dei millennial. I millennial spendono invece di più in sculture, installazioni, fotografia e film o videoarte. Passando ai collezionisti della generazione Z, questi hanno registrato la spesa media più elevata per stampe e arte digitale. Il che indica che questi sono i medium più accessibili per i collezionisti più giovani che entrano nel mercato dell’arte.
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