La bozza della legge di Bilancio, visionata da alcuni quotidiani italiani e dall’agenzia Ansa, avrebbe inserito, all’articolo 39, “l’esclusione dei titoli di stato dal calcolo Isee”. La misura risulterebbe vantaggiosa per i possessori di titoli come i Btp, che avrebbero più facile accesso ai servizi sociali che prevedono una certificazione reddituale Isee entro determinate soglie. Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, la misura è stata inserita nel pacchetto famiglia annunciato dalla ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella.
Isee, la misurazione della ricchezza vitale per l’equità
Nei parametri di calcolo per la definizione Isee vengono inseriti redditi e patrimoni, successivamente corretti per la numerosità della famiglia e altri parametri. La misura inserita dal governo introdurrebbe un’esclusione importante nel calcolo del patrimonio mobiliare, laddove i titoli di Stato non concorrerebbero a formare la misurazione della ricchezza, al contrario di quanto avviene per azioni, obbligazioni societarie, quote di fondi, polizze vita e altre forme di investimento.
Per i cittadini in fasce di reddito non particolarmente alte, introdurre questo “privilegio” per i titoli di Stato potrebbe incentivare l’acquisto dei Btp rispetto ad altre forme d’investimento a basso rischio. Alternative come i conti deposito, fondi monetari e polizze vita di ramo I, infatti, continuerebbero a far salire l’Isee, al contrario dei Btp.
La novità, se confermata, potrebbe incidere soprattutto sulle decisioni delle famiglie a basso reddito, che potrebbero effettivamente trarre beneficio di un Isee contenuto ‘artificialmente’ dal possesso di titoli di Stato. In questo modo si potrebbe più facilmente accedere ad agevolazioni come la residenza universitaria e tassazioni universitarie ridotte, l’Assegno unico per le famiglie con figli nella sua versione maggiorata per i redditi bassi, esenzioni dai ticket sanitari.
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Una proposta aperta a critiche
Fra i critici di questa misura inserita nella bozza della Manovra 2024 si registra il noto gestore e blogger Mario Seminerio, per il quale è “indecente, per iniquità”, perché si afferma “con un tratto di penna, che il debito pubblico non è ricchezza”. Dal momento che la componente patrimoniale che contribuisce a formare l’Isee sarebbe “scardinata” lo strumento solleverebbe “più che evidenti dubbi di incostituzionalità per l’accesso con prova dei mezzi (means test) al welfare”.
D’altro canto, i titoli di Stato appartenenti alla white list (che include i maggiori Paesi al mondo) già oggi gode di una corsia preferenziale, se si parla di tassazione: grazie a un prelievo sulle rendite del 12,5% contro il 26% applicato a tutti gli altri investimenti e l’esenzione dall’imposta di successione.