Al comando di Binance Italia, ramo nazionale della più grande piattaforma di scambio di criptovalute per volumi di transazione, c’è un esperto di diritto, l’avvocato Gianluigi Guida. Una scelta solo apparentemente fuori contesto: la regolamentazione sulle criptovalute sta aumentando costantemente, a partire dal regolamento europeo Micar che sarà applicato dalla fine di quest’anno. Su cinque nuovi ingressi in Binance Italia, quattro nuovi profili saranno attivi proprio nella compliance, per garantire il rispetto delle sempre più stringenti normative.
Nel suo primo incontro con la stampa italiana, Binance ha in qualche modo cercato di trasmettere un’immagine responsabile in grado di far dimenticare le indagini giudiziarie americane sull’antiriciclaggio e altri capi d’accusa che hanno portato al pagamento di una sanzione da 4,3 miliardi di dollari e alla fine dell’incarico di Changpeng Zhao come Ceo globale. “Binance Italia collabora molto con le pubbliche autorità, dalla fine del 2022 abbiamo risposto a più di 900 richieste da parte di Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri, per collaborare alle loro investigazioni”, ha dichiarato Guida.
I numeri di Binance in Italia
A fine 2023 Binance Italia aveva in custodia asset degli utenti per un controvalore di 644 milioni di euro, ma con una crescita dei depositi del 55% nel primo trimestre di quest’anno “ad oggi abbiamo superato il miliardo in custodia”, ha affermato Guida.
Per società cripto come Binance, la cui presenza nel settore è ormai consolidata, l’arrivo di oneri normativi ulteriori, perlomeno in Europa, potrebbe essere un vantaggio per consolidare la propria leadership. “Come oggi ci si fida delle istituzioni bancarie in quanto soggette a vigilanza, avverrà lo stesso anche per gli exchange”, che con l’entrata in vigore della Micar, “saranno vigilati, nel nostro Paese, da Consob e Bankitalia”, ha affermato nel corso dell’evento il professore Francesco Patti (Università Bocconi). “Il lato negativo è che l’accesso al mercato per le imprese innovative non sarà semplice, in quanto il benchmark normativo europeo è molto elevato, con il pericolo di bloccare l’innovazione e favorire soggetti già strutturati sul mercato”, comprese “le banche tradizionali”.
Anche se per Guida è impossibile confermare o smentire se Binance stia preparando partnership per offrire servizi di compravendita di cripto-attività attraverso i canali bancari, uno dei possibili temi dei prossimi mesi sarà in quale misura le criptovalute potranno inserirsi fra i servizi della finanza tradizionale. E se questo sarà più un’opportunità o una concorrenza potenzialmente dannosa per gli interessi di exchange quali Binance o Coinbase. “Direi che sarà entrambe le cose”, ha risposto il Ceo di Binance Italia, “di sicuro ci saranno opportunità per partnership, in quanto non tutti i soggetti tradizionali hanno già le competenze per buttarsi in questo settore. Ci sarà anche più competizione, ma allo stesso tempo si sta anche allargando il mercato e questo è un effetto positivo”.
Etf, un punto di svolta
Buona parte della narrazione favorevole alle criptovalute di quest’anno è stata una diretta conseguenza dell’approvazione degli Etf in Bitcoin spot negli Stati Uniti e dei loro grandi afflussi di capitale (pari a oltre 9 miliardi di dollari nel primo trimestre, solo negli Usa). Tuttavia, dal momento che la gran parte delle criptovalute viene acquistata per fini di investimento e non per un suo utilizzo nei pagamenti, il successo del Bitcoin impacchettato in un prodotto finanziario potrebbe eventualmente ridurre la platea che, finora, si è rivolta alle piattaforme di scambio. “Dipende dalla tipologia d’investitore: chi vorrà acquistare il Bitcoin per averlo in suo possesso probabilmente continuerà a scegliere un exchange, perché con un Etf lo acquisti in forma indiretta”, ha risposto Guida. Fra gli investitori al dettaglio italiani, ha dichiarato il fondatore di The Crypto Gateway, Luca Boiardi, il possesso diretto delle criptovalute continua ad essere un elemento di attrattiva superiore rispetto all’esposizione finanziaria.
D’altro canto, gli Etf americani hanno già riscosso un certo successo fra gli investitori istituzionali: secondo i moduli 13F trasmessi alla Sec relativi al primo trimestre, grossi nomi bancari come Morgan Stanley e Wells Fargo sono emersi fra i detentori di posizioni di Bitcoin Etf. Segno che, nel mondo cripto di domani, potrebbe esserci sia più concorrenza, ma anche una clientela dalle esigenze più variegate e più consistente di prima.