- Il 41% degli investment manager è indietro nella curva di adozione dell’intelligenza artificiale o non ha sviluppato alcuna pianificazione al riguardo
- Bellingeri (Ubs am): “Avere clienti informati significa infatti avere clienti che potranno investire in qualcosa di diverso rispetto ai soliti Btp”
L’intelligenza artificiale, nell’industria dell’asset management, viene considerata fondamentalmente come uno strumento di riduzione dei costi. Secondo una recente ricerca condotta da EY in collaborazione con Mdotm, solo il 5% degli investment manager si ritiene all’avanguardia nell’adozione della tecnologia. Inoltre, il 56% dei casi d’uso costruiti finora rientra in attività di back office, piuttosto che in applicazioni di front office e customer experience. Eppure, l’abbattimento dei costi è soltanto “una delle aree in cui l’Ai può dare più valore”, secondo Emanuele Bellingeri, ceo Italy di Ubs asset management intervenuto nell’ambito di una conferenza dal titolo Il valore è nella scala: oltre il paradosso dei progetti pilota di Ai nell’asset management organizzata da EY durante il Salone del risparmio.
I dati parlano chiaro. Come recentemente approfondito da We Wealth, il 41% degli investment manager intercettati da EY è indietro nella curva di adozione dell’intelligenza artificiale o non ha sviluppato alcuna pianificazione al riguardo. Tra l’altro, nonostante circa il 32% degli intervistati riconosca l’importanza di accelerare su questo fronte, il 67% ha sviluppato casi d’uso di Ai generativa relativi solo a determinate aree di business. Eppure, il 59% stima che l’Ai avrà un effetto positivo sull’efficienza della loro azienda entro un anno.
Il ruolo dell’Ai nell’educazione finanziaria
“Sappiamo che il nostro settore è un settore particolarmente regolamentato, il che è un bene ma determina un aggravio di costi”, racconta Bellingeri. “L’intelligenza artificiale aiuta certamente ad abbatterli. Ma ci sono anche altri ambiti in cui si può creare valore con l’Ai”, sostiene l’amministratore delegato. Il primo, legato a doppio filo con la generazione potenziale di ricavi, riguarda l’educazione finanziaria. “L’educazione finanziaria è un mantra che abbraccia un po’ tutto il settore”, afferma Bellingeri. “Deve riguardare innanzitutto i banker, ma anche gli investitori: avere clienti informati significa infatti avere clienti che potranno investire in qualcosa di diverso rispetto ai soliti Btp”.
Bellingeri: “Puntare su casi d’uso unici”
Secondo il ceo, l’industria dovrebbe tuttavia mobilitarsi verso la costruzione di casi d’uso unici. Ogni società dovrebbe insomma investire su qualcosa di differenziante. “Da un lato ci siamo infatti noi che siamo B2B e abbiamo evoluto il modo di relazionarci con le nostre controparti, riuscendo a costruire una comunicazione personalizzata. Dall’altra ci sono sempre più strumenti di investimento a disposizione della clientela. Sarà una bella sfida per gli intermediari riuscire a creare valore aggiunto, sempre grazie all’Ai, offrendo all’investitore qualcosa in più”, conclude Bellingeri.
Domande frequenti su Bellingeri (Ubs am): “Come creare valore con l’Ai, oltre i costi”
L'intelligenza artificiale è vista principalmente come uno strumento per ridurre i costi nell'industria dell'asset management, secondo quanto riportato nell'articolo. Tuttavia, Bellingeri (Ubs am) sottolinea l'importanza di creare valore oltre la semplice riduzione dei costi.
Secondo l'articolo, il 41% degli investment manager è indietro nell'adozione dell'intelligenza artificiale o non ha ancora sviluppato una pianificazione specifica al riguardo. Questo suggerisce una certa lentezza o incertezza nell'integrazione dell'AI nel settore.
Bellingeri (Ubs am) enfatizza la necessità di concentrarsi su 'casi d'uso unici' dell'intelligenza artificiale per creare valore, andando oltre la semplice riduzione dei costi. Questo implica un approccio strategico e innovativo all'implementazione dell'AI.
L'articolo suggerisce che l'intelligenza artificiale può svolgere un ruolo nell'educazione finanziaria, portando a clienti più informati. Bellingeri (Ubs am) afferma che clienti informati sono più propensi a investire in prodotti diversi dai tradizionali Btp.
Bellingeri (Ubs am) ritiene che clienti più informati, grazie all'educazione finanziaria supportata dall'AI, siano più inclini a diversificare i propri investimenti. Questo potrebbe portare a una maggiore allocazione di capitale in asset diversi dai Btp.