L’euro, complice una crescita economica superiore al previsto negli Usa per il secondo trimestre, ha ceduto lo 0,7% sul dollaro (intorno alle ore 15 e 45 italiane)
L’azzeramento della remunerazione delle riserve obbligatorie ridurrà “l’ammontare complessivo degli interessi da corrispondere sulle riserve al fine di dare attuazione all’orientamento adeguato” di politica monetaria
La Banca centrale europea ha tenuto fede ai ripetuti annunci delle scorse settimane e ha innalzato i tassi d’interesse di altri 25 punti base. La decisione era ampiamente attesa, considerando che l’inflazione di fondo dell’Eurozona continua ad essere superiore agli obiettivi di mandato e che, finora, i segnali di rallentamento non sono stati giudicati sufficienti per interrompere la stretta monetaria. “L’inflazione continua a diminuire, ma ci si attende tuttora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato”, ha affermato il board nel suo comunicato.
I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%, con effetto dal 2 agosto 2023.
L’azionario europeo si è mantenuto su livelli positivi dopo la pubblicazione delle decisioni della Bce: l’Euro Stoxx 600 ha guadagnato l’1,34% a circa un’ora dall’uscita del comunicato, mentre il Ftse Mib ha sfiorato un progresso del 2% nello stesso lasso di tempo.
Forte la reazione sul cambio euro/dollaro, sceso a un minimo di giornata a 1,0993 con un calo vicino allo 0,8%.
Una lotta ancora in corso
Le componenti che guidano l’inflazione stanno cambiando, ha dichiarato in conferenza stampa la presidente della Bce, Christine Lagarde: le componenti importate stanno rallentando mentre l’inflazione inizia a essere trainata dagli “aumenti salari e robusti margini di profitto”.
“Gli andamenti osservati dopo l’ultima riunione confermano l’aspettativa che l’inflazione si ridurrà ulteriormente nel resto dell’anno, ma si manterrà su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo”, ha proseguito il Consiglio direttivo, “sebbene alcune misure mostrino segnali di allentamento, l’inflazione di fondo resta nel complesso elevata. I passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore: le condizioni di finanziamento si sono inasprite nuovamente e frenano in misura crescente la domanda, che rappresenta un fattore importante per riportare l’inflazione all’obiettivo”.
“Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione”, ha dichiarato il board sulle future decisioni, centrando anche in questo caso le anticipazioni della vigilia.
In occasione dell’Ecb Forum di Sintra, Lagarde aveva anticipato che i rialzi dei tassi che avrebbero eventualmente seguito il provvedimento di luglio sarebbero stati decisi sulla base dei dati economici in arrivo. Dalla conferenza della presidente non ci si aspetta una decisa presa di posizione sulla prossima mossa, che arriverà a fine estate non prima di altre altre due letture sull’andamento dell’inflazione.
“Sebbene il rialzo odierno dei tassi dello 0,25% fosse ampiamente previsto, i dati recenti fanno pendere la bilancia dei rischi verso un inasprimento minore piuttosto che maggiore dopo la riunione di settembre”, ha commentato Gurpreet Gill, Fixed Income Macro Strategist di Goldman Sachs Asset Management, “questo sentimento sembra essere condiviso dalla Bce, che ha apportato piccole modifiche alla dichiarazione post-riunione rispetto a quella pubblicata a giugno”.
“Ben più interessante [di quella odierna] sarà la prossima mossa della Bce, dato che le prospettive economiche dell’Eurozona rappresentano una sfida sempre più impegnativa”, ha commentato Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, “forse, a differenza di quanto accaduto in passato, la Presidente Lagarde e il suo team cercheranno di tenere le carte coperte, nella speranza che i dati macro in uscita nelle prossime sei settimane forniscano un’indicazione sulla direzione da seguire. Qualsiasi cosa accada a settembre – ha aggiunto Flax – sembra che il ciclo dei rialzi dei tassi possa giungere al termine e i policymakers dell’UE confidare che il dibattito si sposti rapidamente su quando i tassi inizieranno a scendere”.
Cambia la remunerazione delle riserve obbligatorie
“Il Consiglio direttivo ha inoltre deciso di fissare la remunerazione delle riserve obbligatorie allo 0%”, si legge nella nota, “questa decisione preserverà l’efficacia della politica monetaria, mantenendo l’attuale grado di controllo sulla sua intonazione e assicurando la completa trasmissione delle decisioni sui tassi ai mercati monetari. Allo stesso tempo, migliorerà l’efficienza della politica monetaria, riducendo l’ammontare complessivo degli interessi da corrispondere sulle riserve al fine di dare attuazione all’orientamento adeguato”. Le riserve che le banche commerciali detengono in eccesso rispetto al minimo obbligatorio, la parte più consistente delle riserve, continueranno ad essere remunerate senza alcuna alterazione.
Il riparmio che la Bce realizzerà sulla remunerazione delle riserve obbligatorie limiterà in parte le perdite collegate alla politica monetaria restrittiva, che premia le banche commerciali (che percepiscono maggiori interessi privi di rischio) e penalizza i dividendi che le banche centrali girano indietro agli stati di riferimento.
Le riserve obbligatorie minime sono i fondi che le banche commerciali sono tenute a detenere nei loro conti correnti presso la banca centrale nazionale. Tali riserve permettono alle banche di reagire alle variazioni a breve termine nei mercati monetari versando o prelevando fondi dalle riserve e “ciò contribuisce a sua volta a stabilizzare i tassi del mercato monetario”, ha spiegato la Bce.
La remunerazione delle riserve obbligatorie “è stata storicamente collegata al tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali (ORP)” e “dal 21 dicembre 2022 le riserve minime sono remunerate al tasso sui depositi presso la banca centrale”. La decisione relativa all’azzeramento degli interessi sulle riserve obbligatorie diventerà effettiva a partire dal 20 settembre.
In Borsa “la decisione ha avuto un impatto immediato su tutte le banche ma soprattutto su quelle tedesche (Deutsche Bank -3% e Commerzbank -2%)”, ha sottolineato il chief global strategist di IG Italia, Filippo Diodovich.
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