Diversità e inclusione: quante aziende investono davvero?

Il 37% dichiara che diversità, equità e inclusione sono riconosciute e apprezzate all’interno della propria organizzazione, il 78% le definisce “importanti” e il 42% di “vitale importanza per l’azienda”
Francini: “Auspico che in un prossimo futuro molto vicino, le aziende capiscano quanto sia importante far fronte al benessere dei dipendenti e accelerare tali iniziative. Solo così potranno trarre reali vantaggi anche per il proprio business”
Sebbene però il 78% degli intervistati dichiari di possedere sufficienti dati sull'ed&i, appena il 17% ne coglie il valore e ne misura l'impatto sul business. Il 62% ammette inoltre che censire queste informazioni non sia facile e solo il 38% dispone dei mezzi sufficienti a gestirle. Quello che lamentano, almeno il 34%, è infine il bisogno di una leadership e di un impegno dall'alto per passare allo step successivo. “In questa ampia fotografia vediamo i progressi e l'impegno delle aziende nell'individuare la necessità di orientarsi verso realtà professionali attente all'equità, alla diversità e all'inclusione ma anche chiare aree di miglioramento. In Italia, sappiamo quanto questo tema stia destando attenzione e quanto sia necessario aprirsi a nuove opportunità senza pregiudizi”, interviene Federico Francini, country manager Workday, Italia. “Ritengo che sia arrivato il momento di approcciare l'ed&i come un processo aziendale vitale da integrare nelle strategie aziendali e da implementare con sistemi informativi per gestirlo in modo efficace. Auspico che in un prossimo futuro molto vicino, le realtà lavorative capiscano quanto sia importante far fronte al benessere dei dipendenti e accelerare nelle iniziative di equità, diversità e inclusione”. Poi conclude: “Solo così le aziende potranno trarre reali vantaggi anche per il proprio business”.