Antonella Massari, segretario generale dell’associazione, spiega come un’ipotesi per loro più che ragionevole sarebbe quella di riallocare i portafogli dei clienti private verso i titoli di Stato italiani a lungo termine
Da non dimenticare gli stimoli fiscali, che sono uno strumento fondamentale per attrarre gli investitori, soprattutto in presenza di rendimenti contenuti
E gli stimoli fiscali sono uno strumento fondamentale per attrarre gli investitori, soprattutto in presenza di rendimenti contenuti. Ma in cosa si possono concretizzare? Aipb parla di possibili esenzioni di bollo, imposte su successione, donazioni, cedole e capital gain per i residenti in Italia. A questo si potrebbe anche aggiungere “la proposta ipotizzata dalla Commissione europea – spiega Massari – di istituire una categoria di investitori semi-professionali che auspichiamo possa comprendere le famiglie che pur mostrando un approccio all’investimento piuttosto tradizionale e non disponendo necessariamente di competenze finanziarie evolute, hanno elevate disponibilità finanziarie (superiori a 500 mila euro) e obiettivi di ampia diversificazione del proprio portafoglio, che soddisfano avvalendosi di un servizio di consulenza finanziaria o gestione patrimoniale per i quali sono disposti a pagare una parcella professionale”
Ma com’è andato il settore private?
Secondo i dati ufficiali di Aipb, il 2019 ha mostrato una consolidata la crescita della quota di mercato dell’industria private a cui è affidata il 28% delle attività finanziarie investibili delle famiglie italiane. Sale quindi di oltre un punto percentuale (1,3%) rispetto all’anno precedente la quota di mercato delle strutture di private banking. A livello di masse l’industria private chiude il 2019 con 884 miliardi di euro in gestione registrando una crescita più ampia e veloce rispetto agli altri operatori del sistema e mostrando che con una gestione personalizzata e dinamica dei patrimoni ha saputo attrarre nuovi clienti (+4% di raccolta netta) e offrire redditività ai portafogli (+ 7% di rivalutazione).
Antonella Massari
È inevitabile però, fa sapere Aipb, che il quadro macroeconomico attuale influisca in maniera rilevante anche sull’andamento dell’industria private. “Siamo usciti dal 2019 indeboliti dal punto di vista della crescita economica del Paese e con la crisi pandemica di oggi si aggrava profondamente una situazione già difficile. In questa fase, dove l’emergenza sanitaria sembra sotto controllo, l’incertezza sulle tempistiche e la modalità di ripartenza è ancora molto elevata. La riduzione del Pil italiano colpirà in maniera più intensa alcuni settori rispetto ad altri. Gli effetti risulteranno amplificati nelle regioni del nord, aree altamente sviluppate e dove si concentrano le attività finanziarie delle famiglie private”, spiega Massari.
Questo clima di incertezza peserà anche sulle scelte d’investimento delle famiglie private determinando, almeno inizialmente, una temporanea preferenza in generale per la liquidità e per i prodotti di investimento a basso rischio. “Il ruolo della consulenza e della nostra industria – conclude Paolo Langè, presidente di Aipb – potrà essere quello di far prevalere scelte dettate da una attenta analisi razionale e non prevalentemente dettate dall’emotività. Credo che oggi più che mai una corretta gestione del risparmio delle famiglie private sia fondamentale”.
Paolo Langè