Qual è lo stato dell’arte in Arabia Saudita? Vision 2030 è il programma del governo saudita per diversificare la propria economia e trasformare l’immagine del paese proprio attraverso la cultura e l’arte. Le partnership strategiche del regno saudita per eliminare dazi e stringere patti economici milionari non si concretizzano infatti solamente dal punto di vista economico: l’Arabia Saudita si muove attivamente anche per promuovere ed incrementare gli investimenti in ambito artistico e culturale.
Arte in Arabia Saudita: gli investimenti in ambito culturale
Lo abbiamo visto di recente con iniziative come la Biennale delle Arti islamiche di Jeddah, dove in uno spazio lungo 10.000 mq verranno presentate 500 opere contemporanee accanto ad artefatti storici. Alcuni pezzi storici sono usciti per la prima volta dai luoghi più sacri dell’Islam, come la sacra Kiswah – pezzo di seta nero posto sulla Kaaba, l’edificio cubico luogo sacro dell’Islam – ma anche alcune opere a prestito dalla Biblioteca Vaticana.
Coloro che hanno creduto nell’apertura del paese islamico all’arte, che hanno puntato sulla loro mancanza di strutture e hanno lavorato in tal senso, hanno potuto sfruttare per primi la necessità del regno saudita di creare le fondamenta di un proprio patrimonio artistico e la volontà di essere un punto di riferimento per l’arte all’interno del mondo islamico. Un esempio di questo vantaggio competitivo è Christie’s. La casa d’aste già da tempo consolida relazioni con il mondo islamico e questo le ha permesso di creare un network e di aggiudicarsi la licenza per aprire una sua sede in Arabia Saudita, a Riyad.
Christie’s arriva nei paesi del Golfo
A tal proposito ricordiamo la colossale transazione del 2017 relativa al Salvador Mundi, attribuito a Leonardo da Vinci e acquistato tramite Christie’s per 450 milioni di dollari da Mohammed bin Salman, principe e primo ministro saudita. È grazie a questa cura costante delle relazioni se la casa d’aste Christie’s si è potuta introdurre come player di riferimento per l’arte contemporanea nel regno saudita, ottimo bacino di potenziali clienti di elevato standing.
Wadi AlFann, la “Valle delle Arti”: la visione di Al-‘Ula
Definita come l’altra Petra per la suggestiva aria che si respira in quei luoghi, Al-‘Ula fu saggiamente edificata in una posizione strategica, non solo in un’oasi con acqua e terreno fertile, ma anche lungo la cosiddetta via dell’incenso, storica strada commerciale. Della secolare storia di questa città oggi restano vari siti archeologici pre-islamici, con tombe e resti che sono considerate fra le massime espressioni dell’architettura tradizionale dell’Arabia Saudita.
Arrivare a concepire qualcosa che non c’è e crearlo da zero è sicuramente ambizioso, ma vedendo le strutture naturali, i canyon che sorgono a Al-‘Ula è facile immaginarsi una serie di opere d’arte incastonate in questo paesaggio lunare. L’ambizione dell’Arabia Saudita di diventare una delle destinazioni di punta della Land Art ed i paesaggi di AlUla sono il perfetto connubio per ospitare opere di arte contemporanea in uno straordinario e suggestivo contesto naturale. Il progetto culturale si chiama Wadi AlFann “Valle delle Arti”.
Progetti come questo non solo sostengono l’economia locale, ma arricchiscono e permettono la creazione di un indotto economico che va a trasformare l’intera immagine del paese.
Arte grandiosa in Arabia Saudita: la Land Art nel deserto
Ed è così che sorgeranno delle meravigliose installazioni nel cuore delle vallate del deserto di Al-‘Ula. Una sequenza di vasti percorsi, tunnel, camere e scale sarà scavata nel fondo del canyon. Mentre i visitatori del museo a cielo aperto navigheranno sotto e fuori dalla terra, tra la luce e l’oscurità, attraverseranno un’esperienza sensoriale di immersione totale con il paesaggio, godendo della profondità della terra e del cielo nella quale si troveranno immersi.
James Turrell: colori e luce a Wadi AlFann
Il primo artista che ha preso parte al progetto è l’americano James Turrell, pioniere della luce e dello spazio che porta le sue opere sensoriali nel centro storico di Al-‘Ula, per la mostra “Wadi AlFann presenta James Turrell“. L’opera sarà realizzata entro i prossimi quattro anni e si struttura sulle sue continue esplorazioni dei fenomeni del colore, dello spazio e della percezione, utilizzando il paesaggio naturale di Al-‘Ula e la purezza della luce del deserto come musa ispiratrice. Oltre a creare uno spazio etereo per mettere in scena incontri ottici, le installazioni funzioneranno come un museo permanente a cielo aperto.
Turrell dice di non essere interessato a dipingere la luce, ma di trovare interesse nell’utilizzarla come strumento percettivo: «Credo che la luce sia una sostanza forte e potente, ma la sua presenza fisica sembra fragile, quasi impalpabile. Per far percepire la sua potenza l’ho trasformata in un’esperienza».
In copertina: Kimsooja, To Breathe – AlUla. Photo Lance Gerber.