Un nuovo servizio appena approdato in Italia: l’Ewa. Tre lettere che sono l’acronimo di earned wage access, letteralmente “accesso anticipato al salario”, un’invenzione scaturita in scia alla crisi del 2008 e molto adatta ai tempi che corrono. La pandemia è stato infatti un acceleratore di cambiamento del mondo del lavoro che nel biennio del Covid ha visto un aumento esponenziale della modalità da remoto e della ricerca di un equilibrio tra vita e lavoro. Ma un aspetto è rimasto identico a sé stesso per tutto l’ultimo secolo: la modalità di erogazione dello stipendio. La cadenza mensile – tipica del nostro paese – sembra non essere più adatta allo scenario contemporaneo: contesto reso più complicato dagli alti livelli di inflazione, salari fermi e la conseguente difficoltà ad affrontare eventuali spese improvvise nel corso del mese.
In Italia il servizio Ewa è stato lanciato da Salarify, startup italo-ungherese fondata dal ceo Bence Radák e dal coo Paolo Petrolini nel 2019.
Offerta per aziende (che possono avvantaggiare i dipendenti)
L’offerta di Salarify è rivolta alle aziende: “sono queste – dice Petrolini – che erogheranno l’Ewa come financial benefit ai propri dipendenti, grazie all’integrazione del servizio nella piattaforma gestionale delle buste paga”. I dipendenti potranno quindi accedere all’app Salarify Pay, registrarsi con il codice fiscale, selezionare il datore di lavoro e la cifra da prelevare e in pochi clic accedere al proprio salario in qualsiasi momento. “Non si tratta di un anticipo o di un prestito, ma letteralmente dell’accesso flessibile e personalizzato al proprio reddito da lavoro: un’opportunità che funziona da rete di sicurezza in caso di spese improvvise ma, anche, da portafoglio digitale e da strumento di programmazione finanziaria”. Nel nostro Paese, Salarify si rivolge a tutte le aziende, di qualsiasi dimensione e settore merceologico.
In Ungheria il servizio è particolarmente diffuso tra quelle attive nei settori di logistica, manifattura, automotive e turismo. E sono sono già molti gli istituti finanziari in Italia e in Europa che hanno espresso interesse nell’integrazione del servizio di Salarify nelle proprie piattaforme digitali. “L’arrivo della nostra app in un mercato del lavoro come quello italiano sarà in grado di offrire, ad aziende e lavoratori, diversi benefici – prosegue Petrolini – tra cui la riduzione dello stress finanziario che è la causa di situazioni di sovraindebitamento. E sul fronte dell’azienda, garantisce maggiore automazione nei processi di gestione dei pagamenti e più benessere e agilità organizzativa”.
L’esperienza Usa: i vantaggi dell’Ewa per persone e aziende
Le affermazioni di Petrolini sono suffragate dalla precedente esperienza Usa e da diversi studi di settore. Nel mercato yankee l’Ewa è utilizzato 56 milioni di volte in dieci anni per un valore pari a 9,5 miliardi di dollari. Secondo un report di Visa il 95% dei lavoratori si dice più motivato a lavorare in aziende in grado di offrire questo il servizio. Mentre secondo Gartner, entro fine anno, il 20% delle Big Corp Usa offrirà soluzioni Ewa (attualmente sono il 5%). Perché in Europa potrebbe essere una novità interessante? Un report di Jp Morgan, rileva che il 45% degli europei vede le spese aumentare a un ritmo superiore rispetto al reddito e il 43% ritiene che questo stia influenzando negativamente il loro stile di vita. Per affrontare l’inflazione, il 33% di questi userà i risparmi accumulati nella pandemia, il 25% sottoscriverà un prestito. Con l’Ewa potrebbero evitarlo. Ma i vantaggi sono anche altri: per i dipendenti, utilizzato insieme a strumenti di alfabetizzazione finanziaria, migliora la gestione e il controllo delle finanze: usare il reddito prodotto fino a quel momento favorisce una maggiore consapevolezza dei propri flussi di cassa. Per le aziende, è stato rilevato, che questo servizio generi un miglioramento della produttività perché riduce lo stress connesso a problemi finanziari che possono disturbare la concentrazione e causare assenteismo. L’Ewa può anche essere considerata un benefit di alto valore dai dipendenti, rendendoli più inclini a lavorare per società che offrono questa flessibilità: tema particolarmente importante in un mondo post-pandemico in cui la carenza di talenti, acuita dal fenomeno delle “great resignation”, rappresenta una sfida reale.
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