Gli USA per tutto il mondo occidentale risultano il punto di riferimento della democrazia.
Il sogno della democrazia globalizzata con locomotrice gli USA è fallito, e contestualmente alcuni governi autoritari(vedi Cina), che operano senza regole, hanno preso il sopravvento.
Le cause che hanno messo in discussione il sogno della democrazia sono:
- la crisi finanziaria del 2008/2009
- la contrazione della capacità di reddito della classe media, con il conseguente acuirsi della disparità e disuguaglianza fra le classi sociali
- l’escalation finanziaria di alcuni gruppi legati al mondo del digitale con un predominio in ogni campo
Mai come in questo momento vi è stata una concentrazione della ricchezza in così poche persone nei paesi sviluppati.
Riteniamo ancora che democrazia e capitalismo possano essere un modello di società che possa pacificamente oggi convivere?
Il virus e la paventata depressione economica sono due rischi reali che solo avendo obiettivi comuni, seppur nella diversità di pensiero, riusciranno a superare una situazione complessa e difficile come quella attuale.
La ricerca costante di un dialogo, fonte della democrazia, è una strada importante che può rilanciare un modello democratico.
In una società capitalistica fondata sulla democrazia, la stessa potrà funzionare solamente se riesce a fare in modo che vi sia una distribuzione della ricchezza.
Una democrazia, per risultare un modello vincente, necessita che tutti condividano i valori di tutte le parti altrimenti, una volta messi in crisi i valori fondanti, viene meno il presupposto di una pacifica convivenza.
I tre driver che possono fare ripartire la democrazia e l’economia sono:
- Dialogo
- Riconoscimento dei valori comuni
- Ridistribuzione della ricchezza
Quali sono le azioni necessarie da parte delle Banche Centrali e dei Governi?
Certamente le Banche Centrali e la FED in particolare, con un approccio dovish, hanno più volte detto che aiuteranno in qualsiasi modo la ripartenza dell’economia e dell’inflazione, ma occorre anche che i Governi portino avanti politiche economiche e fiscali sostenibili.
In un mondo che corre c’è poco tempo per riflettere, perché si è più impegnati a fare piuttosto che a pensare.
In un mondo capitalistico si è obbligati a realizzare un utile sempre superiore rispetto all’anno precedente, ma tutto ciò è poco sostenibile soprattutto quando la classe media perde costantemente il suo potere d’acquisto.
Allora bisogna ritornare ai valori per i quali una comunità insiste in un territorio e sceglie il suo modello di governo, conseguentemente pone in essere una crescita sostenibile.
Quale può essere una possibile pianificazione del proprio patrimonio alla luce del quadro descritto?
Vi sono tre driver che guidano la pianificazione del patrimonio:
- Diversificazione
- Orizzonte temporale
- Calma e gesso
Oggi più che mai la diversificazione è fondamentale.
Farò due esempi per spiegarmi meglio. Il primo è il caso dell’imprenditore che ha concentrato tutto o quasi il suo patrimonio nella sua azienda, invece il secondo è quello del cliente private che ha oltre il 70% del patrimonio in immobili.
Vi erano Aziende che sino a febbraio maturavano utili ed avevano prospettive di crescita, ma un evento esogeno, non causato da una sbagliata programmazione, li ha improvvisamente messe in ginocchio a causa del prolungamento della crisi, soprattutto per l’arresto dei flussi di cassa.
Imprenditori che hanno dedicato una vita, talvolta alla seconda generazione, per raggiungere obiettivi ambiziosi, stanno rischiando di polverizzare il patrimonio creato.
Il secondo esempio è relativo al cliente private che ha oltre il 70% del patrimonio in immobili, difatti già da qualche anno l’apertura degli outlet e lo sviluppo degli acquisti online ha comportato una crisi degli immobili commerciali, oggi amplificata dallo smart working che sarà sempre più una strada di non ritorno con la conseguenza che molte società non avranno più bisogno di enormi spazi fisici, inoltre le banche chiuderanno sempre più sportelli a causa dell’aumento esponenziale delle transazioni online.
Per gli immobili residenziali, con tassi dei mutui fra l’1 ed il 2%, si è creata l’opportunità per molte persone di acquistare casa, invece di pagare un affitto, con l’obiettivo di avere fra 20/30 anni la casa di proprietà.
Inoltre l’indice di natalità basso e la partenza di molti giovani per altri Paesi ha ulteriormente acuito la crisi, facendo crollare il mito del mattone.
Due esempi, frequenti nel nostro Paese, che stanno mettendo a repentaglio il patrimonio realizzato in una vita a causa di una mancata diversificazione.
La maggior parte dei paesi sviluppati ha rendimenti obbligazionari negativi o molto vicino allo zero; ne consegue che, se si desidera nel medio/lungo periodo un rendimento, è indispensabile aumentare la componente di rischio e di conseguenza l’orizzonte temporale, consapevoli che ci si deve accollare una maggiore volatilità per avere un rendimento sostenibile al netto dell’inflazione.
Molti mantengono parecchia liquidità sui conti correnti dicendo “non si sa mai”, ma questo è proprio il modo migliore per bruciare futura ricchezza.
L’investimento, anche in strumenti finanziari, quali i private equity o private debt, permettono un’ulteriore diversificazione con il risultato di un maggiore rendimento complessivo del portafoglio.
Qual è il ruolo del Wealth Manager in questo nuovo contesto?
Per realizzare l’obiettivo che si è concordato con il proprio wealth manager, è importante non farsi condizionare dagli eventi che negli anni possono avvenire.
Le crisi, le guerre, i fallimenti, anche la pandemia sono situazioni che sono avvenute e che avverranno, ma solamente chi mantiene “calma e gesso” li supera senza danni.
Il cliente che a marzo, in preda alla paura, ha disinvestito, si è procurato un danno per il quale ci vorranno anni prima di recuperare; invece, chi ha saputo dominare la propria ansia, ben guidato dal proprio consulente patrimoniale, oggi ha un rendimento positivo dall’inizio dell’anno.
Oggi più che mai, a causa anche della martellante comunicazione, è possibile andare in ansia, ma in questo momento il cliente private che ha instaurato un rapporto di fiducia con il proprio wealth manager, troverà il coraggio e la forza di alzare le vele e cavalcare le onde!