Notizia recente dei giorni passati: il colosso cinese dell’immobiliare, Evergrande, è in seria difficoltà, data la sua esposizione a banche e istituzioni varie.
Parliamo di, circa, 305 miliardi di dollari. Una quantità enorme di debito da restituire. E dato che, al momento della scrittura di questo articolo, non si sa ancora se il governo cinese interverrà per salvare l’azienda… molti temono che questo possa essere un secondo caso “Lehman Brothers”.
Le Borse sono scese, ovviamente: la paura degli investitori è alle stelle e ogni notizia potrebbe causare effetti amplificati dal panico e dalla corsa al: “Vendi tutto”.
Le notizie girano in fretta, si sa. E sono arrivate anche a molti dei miei clienti che mi hanno telefonato per avere maggiori informazioni.
“Matteo, che facciamo?”
“Matteo, hai sentito che sta succedendo in Cina?”
“Vendo tutto? Oppure è il momento di rischiare e acquistare ancora?”
“Io lo sapevo, non dovevo investire in azioni… quando posso venderle?”
Sono solo alcune delle domande e richieste che ho ricevuto. È naturale, in ballo ci sono i loro sudati risparmi investiti per la vecchiaia o per l’università dei figli e non vogliono veder sparire il loro investimento.
Sono in ansia e io li capisco
Perché anche io sono un investitore come loro. Ma l’errore peggiore che si può fare in questo momento è agire con irrazionalità e seguire l’istinto – dovunque ci possa portare.
Ma è proprio in questi casi che bisogna riflettere sul proprio investimento con chiarezza e lucidità.
Ma come fare?
Parlavo di lucidità, qualche paragrafo qui sopra. In queste situazioni bisogna ripartire dai fondamentali per poi elaborare una strategia.
I fondamentali, nel mio modo di vedere gli investimenti, sono:
- L’obiettivo dell’investimento e
- L’orizzonte temporale dell’investimento.
Il primo riguarda il perché stai investendo quei soldi.
Ripensando al giorno in cui si sottoscrive un investimento (di qualunque tipo), ci rendiamo conto dei motivi per cui abbiamo intrapreso questo “percorso”.
Non si tratta di nostalgia ma di mantenere la lucidità: quando abbiamo sottoscritto l’investimento, eravamo consapevoli dei rischi. Sapevamo che ci sarebbero stati dei sali e scendi del mercato, indipendenti dalla nostra volontà.
E allora perché abbiamo comunque deciso di investire?
A ognuno la sua motivazione: figli, salute, pensione, reddito aggiuntivo, emergenze… Non mandiamo all’aria tutti i nostri progetti per un momento negativo.
E ora non rimane che analizzare il secondo punto, ossia…
L’orizzonte temporale
Se il nostro investimento ha una durata di 5, 10, 15, 50 anni perché dobbiamo preoccuparci della singola discesa?
Esattamente come non abbiamo stappato lo champagne e venduto tutto quando la Borsa era in crescita, così non dobbiamo deprimerci quando la Borsa decresce.
Fa parte del gioco!
Ricordiamoci che gli investimenti (e non le speculazioni) hanno un orizzonte temporale ben definito e non sono influenzati da ciò che capita ad una singola azienda o ad un mese (o più) negativo.
Già ci siamo dimenticati cos’è successo durante la pandemia? E cos’è capitato dopo?
È un percorso e, come tale, va considerato nel suo insieme. Che sia tra 5, 10, 15 anni.
Perciò, per concludere, ricordiamoci (e ricordiamo) di essere lucidi e razionali.
Perché agire – questo sì – in preda al panico può seriamente danneggiare i nostri progetti.