Startup al femminile: +40% in due anni, la mappa per settori

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Le startup innovative al femminile rappresentano oggi il 13,6% del totale delle startup italiane, una quota analoga a quanto registrato due anni fa. Eppure, sono cresciute del +40%

Si parla di 2mila startup innovative al femminile al 30 settembre 2022, ovvero 572 in più rispetto allo stesso periodo del 2019

Prete: “Speriamo che sempre più giovani scelgano di laurearsi in discipline Stem, oggi tanto ricercate dalle imprese”

Negli ultimi due anni, stando agli ultimi dati elaborati da InfoCamere per l’Osservatorio sull’imprenditorialità femminile di Unioncamere, le startup innovative guidate da donne sono cresciute del +40%. Un risultato che, nelle parole del presidente di Unioncamere Andrea Prete, riflette una “crescente propensione delle donne a impegnarsi nei settori imprenditoriali più innovativi (oggi in gran parte ancora appannaggio degli uomini)”.

Si parla di 2mila startup innovative femminili al 30 settembre 2022, ovvero 572 in più rispetto allo stesso periodo del 2019. L’analisi per settori restituisce una fotografia fortemente trainata dai servizi alle imprese, con 1.455 imprese femminili (più del 70% delle 2mila registrate). Seguono le attività manifatturiere con 306 startup innovative al femminile (oltre il 15%) e il commercio con 91 (pari al 4,6%). Quote residuali spettano ad agricoltura (18 startup), turismo (14), costruzioni (14), trasporti (9) e assicurazioni e credito (1). 

A guidare anche la variazione in termini assoluti tra settembre 2019 e settembre 2022 sono i servizi alle imprese con 467 realtà in più, seguiti dalle attività manifatturiere con 58 e dal commercio con 17. Il boom di startup guidate da donne, conferma infatti una nota diffusa da Unioncamere, risulta legato anche a un maggior interesse delle donne nei confronti di settori “a maggior contenuto di conoscenza”, quali servizi di informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, attività professionali, scientifiche e tecniche, istruzione e sanità e assistenza sociale. “Speriamo che sempre più giovani vogliano seguire quest’esempio, scegliendo di laurearsi nelle discipline Stem (Science, technology, engineering and mathematics, ndr) oggi tanto ricercate dalle imprese”, aggiunge Prete. 

Quattro regioni accolgono oltre la metà delle startup innovative guidate da donne: Lombardia (470), Lazio (263), Campania (204) ed Emilia Romagna (143); sul versante opposto si posizionano invece Valle d’Aosta con appena 3 imprese al femminile, Molise con 22 e Friuli-Venezia Giulia con 25. I saldi più consistenti in valori assoluti tra settembre 2022 e settembre 2019 spettano a Lombardia (+174 startup), Lazio (+87), Campania (+76) e Toscana (+51).

Complessivamente le imprese femminili hanno raggiunto quota 1 milione e 342mila, pari al 22,18% del tessuto imprenditoriale tricolore. Si distribuiscono principalmente tra sud e isole (oltre 494mila società per un tasso di femminilizzazione pari al 23,70%) e centro (296mila società per un tasso di femminilizzazione del 23,22%). Spiccano in particolare Molise con il 27,37%, Basilicata con il 26,35%, Abruzzo con il 25,64%, Umbria con il 24,79% e Sicilia con il 24,36%. I settori a maggior tasso di femminilizzazione sono “altre attività dei servizi” (52,07%), “sanità e assistenza sociale” (37,21%), “istruzione” (30,92%), “attività dei servizi di alloggio e ristorazione” (29,21%), “agricoltura” (28,13%) e “noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese” (26,54%).

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