Emergenti: rimbalzo nel 2023, ecco i 3 fattori che faranno da molla

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Dopo un 2022 difficile per le azioni degli emergenti, è probabile una loro ripresa nel 2023. Oltre alle interessanti valutazioni, Vontobel Asset Management vede tre fattori che potrebbero innescare un rimbalzo di questi mercati l’anno prossimo

Il vento sugli emergenti potrebbe cambiare direzione. Dopo un 2022 particolarmente difficile, con l’indice Msci Emerging Markets che ha perso il 19% da inizio anno contro un -14% dell’Msci World, le azioni dei mercati emergenti potrebbero trovare nuovo vigore e risollevare la testa nel 2023. È il parere di Vontobel Asset Management, che guardando alle prospettive del nuovo anno indica tre fattori, ovvero tre cicli, che potrebbero determinare la ripresa dell’azionario emergente.

“Guardando al 2023 – sostiene la casa di gestione svizzera – ci sono motivi di ottimismo. Abbiamo individuato alcuni cicli di inversione nei prossimi mesi che potrebbero dare slancio alla performance delle azioni dei mercati emergenti nel prossimo anno”. Questi tre fattori sono: la performance delle azioni cinesi, il deprezzamento del dollaro, la ripresa dei semiconduttori. “Prevediamo, dunque, un solido rimbalzo dei mercati azionari di Cina, Taiwan e Corea del Sud nel 2023”.

Ciclo 1: Il Dragone cinese dovrebbe risvegliarsi 

La Cina è indubbiamente il catalizzatore più importante per l’azionario emergente, visto che rappresenta il 30% circa dell’indice Msci Emerging Markets. E secondo Vontobel AM il Dragone potrebbe risvegliarsi nel 2023, dopo il recente torpore. In un anno, l’Msci China ha lasciato sul parterre il 31% contro un -25% dell’Msci Emerging Markets e un -15% dell’Msci ACWI (All Country World). “Alcuni catalizzatori potrebbero determinare un rimbalzo in Cina, primo fra tutti la decisione di convivere con il Covid”. Il linguaggio adottato dai vertici della leadership in merito alla politica zero-Covid si è evoluto diventando notevolmente più blando. Basti pensare al recente annuncio di evitare misure inutili e universali così da mantenere il più possibile la normalità. “Un cambiamento nell’approccio della Cina nei confronti della pandemia darebbe un forte impulso all’economia e alla fiducia dei consumatori cinesi, con conseguente impatto positivo su vari settori, compreso quello immobiliare che dovrebbe ricevere ulteriore sostegno dal governo centrale”. 

Ciclo 2: I semiconduttori sono in flessione, ma non fuori dai giochi 

Il settore dei semiconduttori potrebbe riprendersi l’anno prossimo, dopo essere stato pesantemente penalizzato nel 2022, come dimostra la performance decisamente negativa del Philadelphia Stock Exchange Semiconductor Index che da inizio anno è stata di un -33%. La possibile ripresa è legata al particolare comportamento del settore durante le fasi dei cicli: anticipa di uno o addirittura due trimestri l’andamento dell’economia. Quindi, il rallentamento economico previsto a inizio 2023 è stato già scontato dal settore dei chip che guarda invece già al ciclo di rialzo previsto per la seconda metà del prossimo anno e per il 2024. “Per questo motivo, prevediamo un re-rating dei titoli correlati ai semiconduttori nel primo semestre del prossimo anno”. In questo scenario, secondo Vontobel AM, i mercati azionari di Taiwan e della Corea del Sud potrebbero registrare un netto rimbalzo nel 2023, data la loro esposizione al settore, con i titoli correlati ai semiconduttori che rappresentano il 50% dell’indice MSCI Taiwan, ad esempio.

Ciclo 3: Il dollaro potrebbe deprezzarsi

Data la rapidità con cui la Federal Reserve ha aumentato i tassi di interesse quest’anno, non sorprende che il dollaro si sia notevolmente rafforzato. E un biglietto verde forte risulta negativo per i mercati emergenti. Tuttavia, anche in questo caso le cose potrebbero cambiare nel corso del 2023. Gli ultimi dati sui prezzi giunti dagli Stati Uniti, con un’inflazione al 7,1% a novembre contro il picco del 9,1% toccato ad agosto, hanno allentato le pressioni inflattive e suggerito un’evoluzione dei tassi meno aggressiva da parte della Fed. “Questo potrebbe avvantaggiare le azioni degli emergenti”, su cui ora le allocazioni degli investitori sono inferiori al 2,5% rispetto alla loro media di lungo periodo pari al 9%. “Una ripresa del sentiment potrebbe indicare grandi flussi verso l’asset class”. Non per niente, JP Morgan stima afflussi pari a circa 750 miliardi di dollari, che rappresenterebbero appunto un ritorno all’allocazione media di lungo periodo del 9%.

Conclusioni

Dopo un 2022 difficile, Vontobel AM vede validi motivi per ritenere che le azioni dei mercati emergenti possano registrare un forte rimbalzo nel 2023. “I tre cicli di inversione da noi individuati potrebbero fungere da catalizzatore per una forte ripresa dell’asset class, trainata dalle azioni asiatiche data la ponderazione combinata degli indici di Cina, Taiwan e Corea del Sud”. È importante, dunque, che i gestori attivi sfruttino queste opportunità per posizionare i portafogli a vantaggio dei clienti.

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