Mercati, è l’alba di una nuova disruption

Pandemia, post-pandemia: per definizione, la fase intermedia è sempre la più scomoda. In questo periodo storico particolare, a trionfare sarà chi, assodato l’oggi, riuscirà a proiettarsi sulla domanda futura, cavalcando l’onda della disruption

E’ l’alba di una nuova disruption, che vedrà la tecnologia coesistere coi trend del passato, ma in un ambiente rinnovato.
Da un lato, difficilmente gli investitori saranno disposti a rinunciare alle abitudini acquisite in tempo di pandemia (parliamo di videoconferenze, telemedicina, ma anche consegna di pasti a domicilio); dall’altro, i settori rimasti più indietro per via dei lockdown torneranno a farsi largo, ma all’interno di un contesto in cui la tecnologia ha penetrato quasi ogni aspetto del quotidiano.

L’alba di una nuova disruption

“La pandemia ha cambiato radicalmente il modo in cui i consumatori hanno speso tempo e denaro” sottolineano da T. Rowe Price, con la conseguente riduzione della spesa per beni e servizi non primari, tra cui iscrizioni a palestre, chirurgia non urgente, cure dentistiche, parchi a tema e ristoranti, diminuita dal 50% all’80%.
Affacciandoci al 2021, muoversi in questo periodo spartiacque tra la pandemia e la fase post-pandemia non è semplice. Le notizie del vaccino, fanno notare gli esperti, potrebbero accelerare la rotazione verso settori più ciclici, posizionati per beneficiare di condizioni economiche più vicine alla normalità”.
Le industrie gravemente danneggiate dalla pandemia potrebbero vedere i loro fondamentali migliorare rapidamente, “tornando ai livelli di utili 2019 in tempi brevi”.
Non è tutto: “uno spostamento degli investimenti verso i settori perdenti del Covid potrebbe avvenire a scapito delle industrie che molti investitori azionari hanno acquistato in modo aggressivo durante la pandemia, in particolare tecnologia, e-commerce, social media e housing”.
La ripresa ciclica tenderà a premiare il value rispetto al growth, producendo un’inversione della tendenza che aveva affermato il dominio dei titoli ad alta crescita e una dispersione senza precedenti delle performance azionarie osservate dalla crisi finanziaria globale del 2008. “Il contesto per il ‘value investing’ selettivo non è mai stato così favorevole nell’ultimo decennio” osservano da T. Rowe Price. Tuttavia, i guadagni osservati in molti settori value alla fine del 2020 suggeriscono che il mercato possa aver già scontato alcuni dei vantaggi di una ripresa più rapida.
Per i titoli già saliti nel 2020, la prova del 2021 si giocherà sulla crescita degli utili. “Stiamo lavorando duramente per posizionare il nostro portafoglio al passaggio verso la fase intermedia, per cogliere le opportunità che ci prefiguriamo in futuro mentre il mondo trasla verso una nuova normalità”, ove la tecnologia e alcuni settori della pandemia diverranno una costante.
“Gli investitori che riescono ad immaginare l’impatto di questo cambiamento, distinguendo tra gli impostori e le imprese vincenti” concludono gli esperti, “dovrebbero trarne vantaggio”.

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