Faang 2.0: tra la pandemia e la guerra, comincia una nuova era

Cambiano le regole del gioco e i Faang non sono più gli stessi che hannodominato i mercati durante lo scorso decennio. In T. Rowe Price, gli esperti hannoindividuato le 4 tendenze che plasmeranno il futuro

Quello attuale è un contesto di trasformazione senza precedenti. Lo afferma Ritu Vohora, Capital market specialist di T. Rowe Price. L’ultimo decennio ha visto il dominio dei Faang (i cosiddetti giganti digitali, Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Google), che con la pandemia hanno continuato a prosperare. Le recenti turbolenze geopolitiche, tuttavia, potrebbero aver cambiato le regole del gioco e le ultime trimestrali sembrano confermarlo. Ad aprile 2022, il titolo di Facebook (Meta Platforms, adesso) ha riportato una variazione su un anno pari a circa il -37,62%. Un crollo ‘timido’, se paragonato a quello di Netflix, che ha registrato un -57,12%. Dopo gli utili deludenti, il colosso dello streaming ha segnato il decremento giornaliero (19 aprile) più importante dal 2004, vicino al 40%.
Sembra, quindi, l’inizio di una nuova era, quella dei Faang 2.0: fuels, aerospace, agricolture, nuclear (e rinnovabili) e gold (metalli e minerali, in generale). Tra di essi, gli esperti hanno individuato le 4 tendenze che “riflettono un mondo che cambia” e potrebbero essere i prossimi vincitori ‘secolari’. “Nonostante le sfide a breve termine e l’incertezza, ci sono opportunità per investire sul lato equo del cambiamento, sostenendo le aziende che fanno la cosa giusta o quelle in transizione” e che determineranno dove si potranno trovare rendimenti incrementali.

Faang 2.0: 4 tendenze per i vincitori del futuro

 

Trilemma energetico

 

Sicurezza dell’approvvigionamento, costo e impatto ambientale: sono questi i tre protagonisti del ‘trilemma’ dell’energia sul quale sono puntati i riflettori di tutto il mondo. La guerra in Ucraina, infatti, ha esacerbato una divergenza esistente tra gli obiettivi a breve termine (accessibilità e fornitura) e quelli a lungo termine (il raggiungimento del net-zero). “L’invasione indurrà un’accelerazione della transizione green verso le energie rinnovabili e il tema della sicurezza conquisterà il centro della scena”, afferma l’esperta. “Le alternative come l’energia eolica e solare possono essere intermittenti, ad alta intensità di capitale e in genere richiedono 3-5 anni per diventare operative. Nel frattempo, i paesi hanno bisogno di diversificare, con il nucleare che fornisce una maggiore stabilità nelle forniture ed emissioni relativamente più basse”. La Germania sembra esserne già consapevole e lo scorso 20 marzo ha firmato un accordo di partenariato energetico con il Qatar per la fornitura di Gnl (gas naturale liquefatto). “Il mondo dovrà investire in nuove tecnologie e trasformare i settori della vecchia economia”, aggiunge Vohora. “Per gli investitori, si aprono opportunità in aree come le utility che forniscono infrastrutture rinnovabili, lo stoccaggio, i metalli rari e i minerali, ma anche le pompe di riscaldamento e l’isolamento degli edifici”.

 

Difesa

 

Secondo l’European defence agency, tra il 2014 e il 2020 la spesa militare europea ha subìto un incremento pari a circa il 25%. L’azione aggressiva della Russia (superpotenza nucleare) potrebbe indurre a un ulteriore aumento nei prossimi anni. La Germania si è già impegnata a potenziare le spese militari al 2% del Prodotto interno lordo, ma è probabile che anche altri governi la seguiranno. A questo proposito, il Consiglio europeo ha formalmente approvato la ‘bussola strategica’, un ambizioso piano d’azione per rafforzare la politica di sicurezza e di difesa dell’Unione europea entro il 2030. “Anche le probabilità che il budget della difesa statunitense venga approvato sono aumentate”, aggiunge l’esperta. “Il settore della difesa è altamente consolidato, ha alte barriere all’entrata e, dato che è in gran parte un monopolio sovvenzionato dai governi, tende a essere isolato dall’inflazione di input e salari”. Tuttavia, l’attenzione ai fattori Esg rimane fondamentale e diverse aziende tradizionali della difesa rientrano nelle liste di esclusione. “I budget per la difesa saranno probabilmente utilizzati per lo spazio (satelliti) e la tecnologia avanzata, tra cui cyber, 5G e mezzi per raccogliere, analizzare e condividere i dati in modo sicuro”.

 

Agricoltura e sicurezza alimentare

 

Le esportazioni da Russia e Ucraina rappresentano circa il 30% del grano a livello globale, il 19% del mais e il 79% dell’olio di girasole. Mosca è inoltre un importante produttore di fertilizzanti, tra cui potassio, azoto e fosfato. La guerra sul territorio ucraino ha, perciò, il potenziale per sconvolgere il settore agricolo e gli equilibri commerciali globali. “Le interruzioni prolungate di grano e fertilizzanti potrebbero portare a carenze alimentari a breve termine, in particolare nelle economie in via di sviluppo a basso reddito”, sottolinea l’esperto. Ciò in considerazione del fatto, ad esempio, che il Brasile importa il 50% dei suoi fertilizzanti dalla Russia. “Dall’altro lato, l’aumento dell’inflazione alimentare ha il rischio di accendere disordini civili, poiché la spesa per i beni alimentari potrebbe raddoppiare”. Ciò potrebbe indurre a un approccio più protezionistico, in quanto i paesi potrebbero dare la priorità all’approvvigionamento interno o cercare di localizzare la produzione.
Più in generale, la popolazione globale è in rapida crescita e secondo un rapporto del World wildlife fund (Wwf), “dovremo produrre più cibo nei prossimi quattro decenni che negli ultimi 8.000 anni”. Per questo, gli esperti vedono opportunità in aree come i produttori di fertilizzanti e i commercianti di grano. “La sicurezza alimentare ha implicazioni per gli obiettivi di sostenibilità, tra cui la riduzione dei rifiuti alimentari, uno stoccaggio più efficiente e l’innovazione in settori come il vertical farming, la tecnologia delle sementi o l’agricoltura di precisione”.

 

Sicurezza digitale

 

L’accelerazione della digitalizzazione non risparmierà nessuno: tutti i settori saranno coinvolti dalla disruption. “Potrebbero beneficiarne anche aziende che forniscono l’infrastruttura alla digital economy, compresa la sicurezza informatica”. Sono sempre di più, infatti, i dati e le informazioni caricate sul cloud, e “l’importanza della sicurezza informatica continua a crescere per i governi, le aziende e gli individui, dalla prevenzione, al rilevamento e alla soluzione”, conclude Vohora. “Il rischio di guerre digitali continua a crescere, così come il passaggio all’elettrificazione della rete, che potrebbe essere vulnerabile alle interruzioni”.

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