Lo dirà solo il senno di poi, ma il 2021 potrebbe essere l’anno in cui il mondo ha preso coscienza della centralità delle questioni relative all’approvvigionamento, alla gestione e alla distribuzione delle merci. In poche parole? La supply chain. Lo evidenzia una ricerca condotta dagli esperti di NN Investment Partners con strumenti proprietari di natural language processing (nlp), che ha rivelato un incremento del 35% anno su anno nella quantità di paragrafi dedicati a tali problematiche all’interno dei reporting sugli utili, analizzati per l’86% delle società dell’indice MSCI World. Nonostante pochi settori siano esclusi da tali questioni, sono in particolare tre quelli maggiormente coinvolti: industria, informatica e beni di consumo (sia di prima necessità che discrezionali).
Disservizi delle supply chain, cosa aspettarsi nel 2022
Il tema non sembra tuttavia limitato solamente all’anno in chiusura. “Esplorando i testi, abbiamo notato come gli inconvenienti legati alla supply chain saranno centrali anche nel futuro” spiegano Patrick Moonen, Principal strategist e Aviral Utkarsh, Multi asset strategist della società. “In questo siamo d’accordo con il vasto consenso generale, che evidenzia come tali problematiche domineranno più di un trimestre del 2022, particolarmente per i settori più colpiti”.
Alcuni fattori placano la tensione
Tuttavia, vi sono alcuni timidi segnali che mostrano come la tensione sulle catene di approvvigionamento globali si stia placando. “La congestione nei porti sta diminuendo, la capacità produttiva di semiconduttori si sta intensificando e le tariffe di trasporto stanno rientrando” precisano Moonen e Utkarsh. In primis, “nel mercato del lavoro statunitense vediamo che nonostante gli stipendi più alti la reazione della supply chain è in ritardo: questo potrebbe mettere ulteriori pressioni sui salari”. Una seconda variabile è poi da tenere in considerazione. “La Federal reserve americana sta diventando sempre più impaziente e le aspettative per la politica monetaria del 2022 sono cambiate. Un tapering accelerato potrebbe essere annunciato a dicembre, mentre nel nostro outlook per il 2022 prevediamo due rialzi dei tassi da parte della Fed”. Infine, il terzo segnale: la pandemia. “La scoperta di nuove varianti potrebbe allungare la normalizzazione della vita sociale ed economica; l’impatto sull’inflazione non è ancora chiaro. La domanda rimane forte alle spese dei servizi e questo potrebbe avere un impatto sulla supply chain, inclusa l’offerta di nuovi posti di lavoro” concludono da NN IP.