Gli 8 fattori della mobilità del futuro

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Il settore dei trasporti è uno dei principali responsabili del cambiamento climatico e per questo diventa sempre più urgente avviare una transizione verso la mobilità sostenibile. Non solo tramite l’auto elettrica. Ecco gli otto cambiamenti necessari per accelerare in questa direzione

Partire dai trasporti per frenare il cambiamento climatico, perché sono tra i maggiori responsabili di emissioni di carbonio. Secondo l’agenzia internazionale dell’energia, il 23% delle emissioni di CO2 sono causate proprio da questo settore e oltre il 70% di queste derivano dall’utilizzo di mezzi privati, come auto e moto. Non solo. Al momento si tratta dell’unico ambito in cui le emissioni continuano ad aumentare, a causa principalmente della crescita della popolazione. Certamente, la spinta verso i veicoli elettrici giunta dalle principali economie mondiali, a cominciare dall’Unione europea che ha deciso di vietare a partire dal 2035 la vendita di auto nuove con motore a combustione a diesel e benzina, è certamente importante ma non può essere l’unica. Secondo la professoressa Cathy Macharis, intervenuta al NNIP Sustainable Investing Summer Course, organizzato presso la Vrije Universiteit a Bruxelles, occorrono ben otto fattori per intraprendere una transizione verso la mobilità sostenibile e accelerare il cambiamento. Li ha definiti come “le otto A che ci permetteranno di passare dalla consapevolezza dei singoli individui, alla decisione comune di muoversi verso la transizione”. Eccoli.

Awareness, il cambiamento parte dalla consapevolezza dei cittadini

Il primo passo è diventare più consapevoli. O come dice la professoressa Macharis: l’awareness, tradotto la consapevolezza. Se ormai abbiamo capito che muoversi in bicicletta o a piedi sia l’opzione in assoluto più sostenibile, esistono ancora molti aspetti che non sono così chiari e lampanti e su cui quindi è bene interrogarsi. Un esempio? La sostenibilità dell’e-commerce e dello shopping online. “La realtà – osserva Macharis – è che potrebbe essere l’opzione migliore, se si considera che per andare nei negozi fisici spesso si prende la macchina e si ritorna per fare dei cambi”. Ma è necessario tenere in considerazione anche altri aspetti, come la distanza dalla quale l’ordine arriva e dalla celerità richiesta. È necessario che i cittadini si pongano sempre più spesso domande di questo tipo, per diventare consapevoli delle loro scelte.

Avoidance, meno chilometri sulla strada della sostenibilità

Il secondo fattore è l’avoidance, ovvero “evitare”. Ma evitare cosa? Gli spostamenti con mezzi propri ovviamente, come quello quotidiano casa-lavoro. Lo smartworking, esploso nel periodo di lockdown, rappresenta una grande opportunità, secondo la professoressa, anche in ambito di sostenibilità, ma non basta per abbassare il numero di chilometri che si percorrono ogni giorno. Il modello ideale sarebbe quello della città in 15 minuti, dove la maggior parte delle necessità dei residenti può essere soddisfatta spostandosi di soli 15 minuti a piedi o in bicicletta. Purtroppo, si tratta di un modello difficile da sviluppare, soprattutto nelle città dispersive e non centralizzate, dove invece deve essere implementata una efficiente e capillare rete di mezzi pubblici.

Act and shift, agire e cambiare verso una mobilità sostenibile

Per la serie “dalle parole ai fatti”, il terzo fattore suggerisce proprio questo: act and shift, ovvero agisci e cambia. Come? La professoressa suggerisce diversi modi pratici: preferire la bicicletta all’auto, utilizzare i mezzi pubblici o i servizi di car sharing. O ancora, da parte delle autorità, rendere alcune zone della città a traffico limitato, come successo a Bruxelles, dove è stata creata l’area pedonale più grande d’Europa. Solo l’azione porta al cambiamento.

Anticipation, trovare nuove tecnologie

Quando si parla di mobilità e nuove tecnologie, la mente porta subito ai veicoli elettrici che “sono tra le cinque e le sei volte più efficienti in termini di emissioni rispetto ai veicoli a diesel o benzina”, spiega Macharis. Ma la realtà è che se tutti avessero questo tipo di mezzo, il problema ambientale non sarebbe risolto. “Il primo rischio è che tutti utilizzerebbero l’auto molto più spesso (…). Il secondo è che non ci sia modo di ricaricare tutti i veicoli”. La soluzione sarebbe, nuovamente, quella di utilizzare applicazioni efficienti e semplici per l’utilizzo condiviso di auto. Ecco come la tecnologia può essere di aiuto anche nelle scelte quotidiane.

Accelerate, la politica in prima fila per il cambiamento

Di fronte alla sfida globale del cambiamento climatico, non abbiamo più il tempo per ragionare su eventuali dubbi o superare perplessità che potrebbero nascere con il cambiamento. Vista l’urgenza del problema, occorre “accelerate”, ovvero accelerare. “Proprio per questo è necessario che lo Stato scenda in campo e implementi delle leggi al riguardo, come il divieto di entrare in città con mezzi alimentati a diesel o a benzina, o la promozione di trasporti pubblici sostenibili” sottolinea Macharis.

Actor involvement, coinvolgimento per una transizione equa

Muoversi verso una mobilità che sia sostenibile ha un costo che non tutti possono sostenere. Occorre quindi un maggior “actor involvement”, cioè un coinvolgimento. Non tutti d’altronde possono permettersi di acquistare auto elettriche o di installare pannelli solari per ricaricarle. Se l’obiettivo è la transizione, è necessario che questa sia anche equa, andando incontro alle necessità e alle possibilità di ognuno.

Alter behaviour, superare le paure

Di fronte a un cambiamento possono entrare in gioco anche emozioni e paure che non possono essere ignorate. Anzi. Occorre favorire un “alter behaviour”, ovvero serve modificare il comportamento delle persone. É necessario, quindi, spiegare in modo chiaro gli obiettivi, così che i cittadini possano capire la necessità e l’urgenza di una mobilità sostenibile, oltre che i vantaggi e i benefici futuri. 

All in love! Senza dimenticarsi del futuro

Superare la paura del cambiamento è lo step necessario per approcciarsi alla transizione. È vero che combattere il cambiamento climatico è necessario, ma farlo avendo a cuore il futuro della terra e degli altri è importante come motore in più: All in love! “Il futuro può essere meraviglioso se, da oggi, ci impegniamo per costruirlo”, conclude Macharis.

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