Carne sintetica e fermentazione: il cibo del futuro è già in tavola

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Per sfamare la popolazione in continua crescita e ridurre l’inquinamento, è necessario trasformare anche il sistema alimentare. Secondo Lombard Odier Investment Managers, bisognerà cambiare le abitudini nel piatto, integrando la nostra dieta con carne “coltivata” e proteine alternative

Lo scorso novembre la popolazione mondiale ha raggiunto gli 8 miliardi di abitanti, con l’India destinata a superare la Cina come paese più popoloso del mondo entro la fine di quest’anno, secondo le Nazioni Unite. Alla crescita della popolazione segue inevitabilmente l’aumento della richiesta di cibo. Al momento, 5 miliardi di ettari, ovvero circa cinque volte il territorio cinese, sono utilizzati a scopo agricolo. Questo è il dato incredibile fornito dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, che ha sottolineato come quasi l’80% della superficie agricola utilizzata viene sfruttata per la produzione di carne e latticini. Eppure se ne ricavano solo il 20% delle calorie globali. Si tratta di un ritmo insufficiente e insostenibile. Cosa fare allora per assicurare la sicurezza alimentare nei prossimi anni?

Secondo Lombard Odier Investment Managers (LOIM) è necessario trasformare il sistema alimentare e per farlo serve investire in una transizione basata sullo sviluppo di nuove proteine e “carne coltivata o pulita”. Le opportunità di investimento che potrebbero nascere da questo nuovo mercato non sarebbero poche, anzi, si calcola che si potrebbe generare un flusso di 1,5mila miliardi di dollari entro il 2030.

Coltivare la carne è davvero possibile?

Creare la carne in vitro non è più pura fantascienza; non solo è possibile, ma è proprio in quella direzione che il mercato alimentare si sta già muovendo. Secondo la ricerca Food for Thought, si stima che entro il 2035 ogni dieci porzioni di carne, uova e latte, una sarà di origine alternativa. Si tratterebbe di un cambiamento in positivo per le emissioni: la carne coltivata, infatti, ha bisogno di poca energia per essere creata e solo dell’1% del territorio usato normalmente per la produzione di alimenti. E nonostante ad oggi i costi di produzione di questo tipo di prodotto siano ancora alti rispetto a quelli della carne tradizionale, non è una questione di se il prezzo si abbasserà, bensì di quando: se nel 2008 per produrre 250 grammi di carne pulita era necessario circa 1 milione di dollari, oggi inizia a entrare nei supermercati, prima fra tutti a Singapore dal 2020, dove 100 grammi di “pollo” costano all’incirca 6 euro.

Lo scorso anno in Israele ha aperto il primo impianto al mondo interamente dedicato alla produzione di carne coltivata, dove ogni giorno vengono prodotti 500 chili di “carne” e sembra che anche altri paesi si stiano muovendo in questa direzione.

Si tratta di una trasformazione con un impatto diretto anche sulla macellazione degli animali: “Se oggi sono necessarie 1,5 miliardi di mucche per sfamare la popolazione, – sottolinea LOIM – nel futuro ne basteranno 150 per soddisfare la domanda globale di cibo, senza neppure il bisogno di ucciderle”.

Un altro impatto riguarderebbe la salute. Infatti la carne tradizionale che assumiamo giornalmente ha all’interno molti antibiotici necessari a prevenire infezioni e ad aumentare la produttività nelle aziende agricole. Questo non sarebbe più necessario nei processi di produzione della carne sintetica. Certo, bisognerebbe valutare sulla salute umana gli eventuali rischi ed effetti derivanti dal consumo di proteine costruite in laboratorio, che ad oggi appaiono però più sicure.

Il mondo delle proteine si espande con la fermentazione

La fermentazione è sempre stata sfruttata per la produzione di vitamine, sostanze aromatizzanti e grassi, ma solo recentemente questo processo è stato applicato anche al mondo delle proteine alternative. L’obiettivo è quello di creare in laboratorio proteine in grado di replicare le proprietà di alcuni prodotti animali.

Ma come funziona questo processo? Gli esperti di LOIM spiegano che “il materiale genetico necessario per creare la proteina è integrato in un efficiente organismo ospite che viene coltivato in una vasca di fermentazione. Successivamente la proteina prodotta viene separata dalla cellula ospite e viene purificata”. Si tratta di una tecnica sempre più diffusa e, proprio per questo, un numero crescente di aziende ne sta sfruttando le possibilità. Un esempio è Impossible Meat, che grazie alla fermentazione di precisione è in grado di creare heme, l’ingrediente responsabile del sapore dei loro prodotti, che è incredibilmente simile a quello della carne tradizionale.

Così come il mondo della carne coltivata, anche quello della fermentazione di precisione può rappresentare un’opportunità interessante per gli investitori. Nel 2022 questo settore si è guadagnato una fetta di mercato del valore di 1,69 miliardi di dollari, ovvero quasi il triplo rispetto all’anno precedente, secondo le stime del Good Food Institute, e sembra un mercato che continuerà ad espandersi.


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