Superare l’incertezza di breve? Sì, se si guarda ai trend di lungo

Per superare le incertezze economiche e geopolitiche meglio rimanere investiti in settori bene ancorati nella realtà post-pandemica. La parola agli esperti di Janus Henderson Investors

Incertezza e volatilità hanno reso più urgente che mai identificare fonti di rendimento stabili e diversificate. Tuttavia, in ottica di asset allocation, piuttosto che cercare di prevedere l’imprevedibile (dall’inflazione ai tassi di interesse, passando per le tensioni geopolitiche) potrebbe essere meglio optare per un approccio che guardi ai trend di cambiamento che il mondo sta vivendo, come la digitalizzazione e la sostenibilità. “Agli investitori converrebbe infatti identificare una combinazione adeguata di esposizioni azionarie e obbligazionarie con un potenziale di rendimento a lungo termine” spiegano Greg Wilensky, Responsabile reddito fisso Usa e di Jeremiah Buckley, Gestore di portafoglio di Janus Henderson Investors. Secondo i due esperti occorre concentrarsi “sull’identificazione di imprese che siano in grado di sfruttare trend di lungo periodo, sostenute da prodotti e servizi attrattivi e differenziati, capaci di creare e dare valore ai propri clienti. Riteniamo che un approccio equilibrato possa offrire le migliori possibilità di generare una crescita per lunghi anni, una migliore alternativa rispetto al tentativo di neutralizzare o anticipare fattori imprevedibili.

Un approccio eterogeneo per l’azionario…

Lato equity, per quanto riguarda l’asset allocation “attualmente, riteniamo che i trend di lungo periodo introdotti dalla pandemia possano essere destinati a guidare la crescita economica per il prossimo futuro”. Tra questi occorre menzionare la migrazione delle aziende verso la tecnologia cloud nonché il cambiamento delle preferenze dei consumatori, i quali “sostengono l’e-commerce e difficilmente riprenderanno le vecchie abitudini”. In aggiunta a ciò, anche i consumi dovrebbero dimostrarsi resilienti. “Il rinvigorirsi dell’occupazione e la crescita salariale che ne segue, così come il risparmio accumulatosi durante la pandemia, potrebbero aiutare ulteriormente questo settore a superare gli ostacoli che si abbattono sulla fiducia dei consumatori”. Adattando i propri portafogli azionari a questi trend, “gli investitori potrebbero trarre vantaggi dalla riduzione della volatilità senza compromettere i rendimenti, grazie all’esposizione a imprese consolidate in grado di generare ottimi flussi di cassa e di sfruttare i ribassi per migliorare le proprie posizioni nel mercato”.

…e uno risk adverse per l’obbligazionario

Anche il comparto obbligazionario ha subìto gli effetti della pandemia. “Ad esempio, all’inizio dell’anno la compressione degli spread post-pandemici ha diminuito l’attrattiva per i premi all’esposizione creditizia, nonostante la presenza di fondamentali economici positivi. Sebbene gli spread si siano ampliati nel primo trimestre, riteniamo che sia più prudente per gli investitori rafforzare l’esposizione ai titoli di Stato, riducendo al contempo il rischio di credito complessivo” continuano Wilensky e Buckley.
Più che i rischi noti, a destare maggiore preoccupazione potrebbero essere quelli imprevedibili, commentano gli esperti di Janus Henderson Investors, secondo cui questi ultimi sono in aumento, come ad esempio l’attuale conflitto sorto a seguito dell’invasione della Russia in Ucraina. Rispetto all’insorgere di tali rischi “è necessario adottare un approccio più prudente per quanto riguarda i prodotti a spread. Le attività cartolarizzate di alta qualità garantite dai mutui residenziali rappresentano un possibile comparto di interesse”.
Quanto al credito societario, invece, lo scenario incerto suggerisce di considerare con prudenza eventuali upgrade di titoli con valore inferiore all’investment grade, anche in caso di previsioni di crescita degli stessi particolarmente interessanti.
Quanto ai titoli finanziari (e in particolar modo quelli bancari), infine, “essi appaiono interessanti in un’ottica di lungo periodo. Gli spread si sono ampliati rispetto ad altri settori del mercato societario e, con una buona quantità di emissioni, il riposizionamento diventa possibile. Inoltre, il fatto che le attività che le banche possano perseguire per stimolare la crescita siano limitate dovrebbe attrarre gli investitori obbligazionari, dato che tali vincoli riducono il rischio di credito” spiegano gli esperti.

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